PROVINCIALE NR. 124 N. 124

XIV. Legislaturperiode XIV legislatura WORTPROTOKOLL DER LANDTAGSSITZUNG RESOCONTO INTEGRALE DELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO PROVINCIALE NR. 124 N. 12...
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XIV. Legislaturperiode

XIV legislatura

WORTPROTOKOLL DER LANDTAGSSITZUNG

RESOCONTO INTEGRALE DELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO PROVINCIALE

NR. 124

N. 124

vom 13.12.2011

del 13/12/2011

Präsident Vizepräsidentin

Mauro Minniti DDr.in Julia Unterberger

Presidente Vicepresidente

WORTPROTOKOLL DER LANDTAGSSITZUNG NR. 124

RESOCONTO INTEGRALE DELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO PROVINCIALE N. 124

vom 13.12.2011

del 13/12/2011

Inhaltsverzeichnis

Indice

Landesgesetzentwurf Nr. 114/11: „Bestimmungen über das Erstellen des Haushaltes für das Finanzjahr 2012 und für den Dreijahreszeitraum 2012-2014 (Finanzgesetz 2012)“ und

Disegno di legge provinciale n. 114/11: “Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2012 e per il triennio 2012-2014 (Legge finanziaria 2012)” e

Landesgesetzentwurf Nr. 115/11: „Haushaltsvoranschlag der Autonomen Provinz Bozen für das Finanzjahr 2012 und Dreijahreshaushalt 2012-2014“. . . . . . . . . . . . Seite 2

Disegno di legge provinciale n. 115/11: “Bilancio di previsione della Provincia autonoma di Bolzano per l'anno finanziario 2012 e per il triennio 2012-2014” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 2

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Vorsitz des Präsidenten | Presidenza del presidente: Mauro Minniti Ore 10.04 Uhr Namensaufruf - appello nominale PRESIDENTE: La seduta è aperta. Ai sensi dell’articolo 59, comma 3, del regolamento interno il processo verbale della seduta precedente è messo a disposizione delle consigliere e dei consiglieri provinciali in forma cartacea. Su di esso possono essere presentate, per iscritto, richieste di rettifica alla Presidenza entro la fine della seduta. Qualora non dovesse pervenire alcuna richiesta di rettifica, il processo verbale si intende approvato. Copie del processo verbale sono a disposizione delle consigliere e dei consiglieri presso le collaboratrici e i collaboratori addetti alla stesura del processo verbale stesso (ultimo banco). Il processo verbale della seduta n. 122 del 2.12.2011 è considerato approvato, non essendo pervenute osservazioni in merito. Comunico inoltre che da oggi stiamo iniziando le prove per la trasmissione in internet delle sedute, come previsto dal regolamento. Abbiamo i tecnici e i nostri collaboratori che stanno facendo le prove. Nulla andrà in internet in questa sessione, ma serve proprio per vedere se tutto il sistema funziona dovutamente o se ci sono da apportare delle modifiche. Se non ci sono delle modifiche sostanziali da fare, da gennaio le trasmissioni delle nostre sedute saranno in internet. Ha chiesto la parola il consigliere Dello Sbarba sull'ordine dei lavori, prego. DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Chiedo che l'assessore Bizzo mi presti attenzione, perché vorremmo capire, e questo è il problema che voglio porre, l'impatto che la manovra del governo Monti ha su quello che stiamo discutendo. Ci sono una serie di misure della manovra, per esempio sull'Irap il governo Monti riduce la base imponibile e questo congiunto alle nostre aliquote sull'Irap voglio capire che impatto ha sulla nostra finanziaria. Lo stesso al rovescio per quanto riguarda l'Irpef. Noi rischiamo di discutere una legge finanziaria che congiunta con le manovre del governo Monti ha degli effetti diversi da quelli che noi ci possiamo immaginare o discutiamo qui. Quindi rischiamo di discutere di una cosa che poi è un'altra. Ho visto tra l'altro che la Giunta provinciale ha deciso di fare, parallelamente al Consiglio provinciale una sua seduta straordinaria. Chiedo un chiarimento su questi punti all'assessore non so sei in aula o in una riunione dei capigruppo aperta anche ai membri della commissione legislativa che ha discusso la finanziaria. Tra l'altro ricordo che c'è ancora tempo per proporre emendamenti, quindi bisogna capire qual è il contesto in cui ci troviamo ad operare, altrimenti rischiamo di fare una specie di discussione kafkiana in cui discutiamo di qualcosa che poi non si realizzerà nella pratica. BIZZO (Assessore al bilancio e finanze, al lavoro, allo sviluppo cooperativo, all'innovazione e all'informatica – Partito Democratico/Demokratische Partei): Sull'ordine dei lavori. Vi prego di comprendere come anche per noi esista una forte incertezza sugli sviluppi della finanziaria che verrà presentata dal Governo in Parlamento. La manovra non è ancora chiusa, nel senso che il momento per presentare emendamenti è stato spostato, la manovra entra in aula domani, il Governo non ha ancora deciso se porrà la questione di fiducia o meno, poi c'è il passaggio al Senato. Vista questa incertezza sull'andamento dei lavori,la Giunta provinciale ha deciso di chiedere un'interruzione del Consiglio nel momento in cui vi fosse la certezza della manovra e di farne un rapido esame. Ovviamente il grosso dell'esame è già stato fatto sulla manovra, ma si vuole avere la certezza con gli ultimi emendamenti di ciò che la manovra prevede. Nel momento in cui vi fosse la chiusura definitiva della proposta del Governo, o eventualmente la dichiarazione di richiesta della questione di fiducia, la Giunta provinciale si riserva di esaminarla rapidamente e di darne immediata comunicazione al Consiglio tutto, e pi si può fare eventualmente anche una riunione di commissione. Dico anche che ad una prima lettura, ma vi prego di prendere le mie parole per l'esatto significato che hanno, noi siamo nell'avviso di proporre comunque a questo Consiglio l'approvazione della finanziaria così come è uscita dalla commissione, compresa una necessaria modifica legislativa ad inizio anno prossimo, non tanto e non solo per l'Irap, ma per aggiungere tutto ciò che all'interno del decreto Monti è previsto, sono molte, che vanno comunque recepite e applicate con nostra legge, per cui un passaggio in Consiglio ci sarà sicuramente all'inizio del prossimo anno.

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PRESIDENTE: L'assessore Bizzo ha dato delle certezze, quindi possiamo iniziare con la trattazione della legge di bilancio. Punto 188 dell’ordine del giorno: Disegno di legge provinciale n. 114/11: “Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2012 e per il triennio 2012-2014 (Legge finanziaria 2012)” e punto 189 dell’ordine del giorno: Disegno di legge provinciale n. 115/11: “Bilancio di previsione della Provincia autonoma di Bolzano per l'anno finanziario 2012 e per il triennio 2012-2014”. Punkt 188 der Tagesordnung: "Landesgesetzentwurf Nr. 114/11: „Bestimmungen über das Erstellen des Haushaltes für das Finanzjahr 2012 und für den Dreijahreszeitraum 2012-2014 (Finanzgesetz 2012)“ und Punkt 189 der Tagesordnung: "Landesgesetzentwurf Nr. 115/11: „Haushaltsvoranschlag der Autonomen Provinz Bozen für das Finanzjahr 2012 und Dreijahreshaushalt 2012-2014“. È aperta la discussione generale. La parola alla consigliera Klotz, prego. KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): An der Aufmerksamkeit und Anwesenheit der Landesregierung sieht man, wie wichtig ihr dieser Haushalt ist, dass sowieso alles offen sein wird, denn im Grunde genommen wird das, was wir hier sagen, sowieso irrelevant sein, weil alles noch mal anders kommen wird, nicht wahr? Das ist der Ausdruck der Stimmung hier im Saal. Das, was Landesrat Bizzo gesagt hat, ist das Gegenteil von dem, was man uns bisher hat glauben machen wollen, nämlich als sei unsere Haushaltsposition gesichert, als hätten wir relativ große Unabhängigkeit, als hätten wir kaum Probleme mit der Ausgestaltung der viel gepriesenen Autonomie. Landeshauptmann Durnwalder hat sich für gewisse Zeit entschuldigt, aber ich werde trotzdem mit meinen Ausführungen beginnen. Ich weiß ja, dass ihn das, was wir hier sagen, nur relativ wenig interessiert. Ich hätte aber doch ganz gerne gewusst, was heute los ist, Frau Vizepräsidentin Unterberger, bzw. ob der Landeshauptmann, der uns ja diesen Bericht zumutet, irgendwo bei einem Bandl-Durchschneiden ist oder ob es politische Treffen oder Verhandlungen gibt. Das ist schon ein Unterschied! Nun, ich beginne mit seinen berühmten drei W's: was wäre wenn. Diese ziehen sich durch seinen gesamten politischen Bericht hindurch. Das ist Ausdruck der Hilflosigkeit! Was wäre wenn, und plötzlich kommen diejenigen, die sich jahrzehntelang wie Realpolitiker aufgeführt haben, mit solchen Einleitungen, mit solchen Aussagen "was wäre wenn". Die zittrige Stimme des Landeshauptmannes beim Verlesen des Berichtes beweist, wie peinlich ihm dieser selber war. Es war ihm peinlich, diesen Bericht nach all dem, was in den Tagen danach erfolgt ist, verlesen zu müssen. Es heißt, wir seien in der privilegierten Lage, an den anderen Ländern absehen zu können, wie sich Fehlentwicklungen in Wirtschaft und Politik auswirken. So privilegiert ist unsere Lage aber auch nicht, dass wir von solchen Fehlentwicklungen verschont bleiben, dass die Folgen nicht auch über unser Land hereinbrechen. Es geht dann um die Wirtschaft, Herr Landeshauptmann Durnwalder. Ich habe gerade gesagt, dass wir Ihrer zittrigen Stimme beim Verlesen des Berichtes entnehmen konnten, wie peinlich es Ihnen war, diesen Bericht zu verlesen. Die Realpolitiker, also diejenigen, die sich in den letzten Jahrzehnten immer wieder als Realpolitiker dargestellt haben, beginnen den Haushaltsbericht mit "Was wäre wenn". Da sind wir jetzt weit weg von der Realpolitik, Herr Landeshauptmann! Auf Seite 5 Ihres Berichtes sagen Sie dann: 'Wir müssen weiter versuchen, unsere Autonomie auszubauen, um uns unabhängiger zu machen von Entscheidungen, die aufgrund gänzlich anders gelagerter wirtschaftlicher, sozialer, politischer Ausgangslagen getroffen werden. Wir müssen, um dies plakativ zu formulieren, an unserer Egenständigkeit arbeiten." Wir haben gerade von Landesrat Bizzo gehört, dass wir jetzt einmal mit der Debatte zu diesem Haushalt beginnen bzw. den Haushalt so akzeptieren, bis wir wissen, was in Rom passiert. Soviel also zur Eigenständigkeit! Die Eigenständigkeit soll, wo immer dies möglich ist, ausgebaut werden, indem wir immer neue Kompetenzen von Rom nach Bozen ziehen, damit Entscheidungen bürgernäher getroffen werden können. Wir sehen jetzt mit dem Sparpaket, wie bürgernah das Ganze ist, dass es jeden trifft bzw. schwer treffen wird! Wir haben von Ihrem Partner Dellai gehört, dass man sich selber nicht mehr sicher ist, ob es wohl einen Sinn hat, diesen Bruch des Mailänder Abkommens vor dem Verfassungsgerichtshof anzufechten. Dann ist die Rede von der "dynamischen" Autonomie bzw. von der Vollautonomie. Jetzt kommen wir aber zur Realität bzw. zur Realpolitik. Ich habe hier einige Aussagen vom Juli dieses Jahres, die im Rahmen eines Treffens mit dem österreichischen Bundespräsidenten und dem Tiroler Landeshauptmann Günter Platter getätigt wurden. Dabei ist es um die Vertragstreue Italiens gegangen. Durnwalder und Theiner haben Fischer und Spin-

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delegger über die neueste Entwicklungen berichtet, und hier habe ich einen Auszug aus einer Zeitung. Dort heißt es wörtlich: "In Sachen Selbstbestimmung seien sich die Gesprächspartner einig gewesen, dass die Selbstbestimmung ein unveräußerliches Recht eines jeden Volkes sei, dass es derzeit aber keinen Grund gibt, dieses Recht einzufordern, weil Italien die geltenden Verträge einhält." Frau Vizepräsidentin, ich möchte das Recht haben, einigermaßen ungestört reden zu können. Also, "… weil Italien die geltenden Verträge einhält, werden wir weiter auf die Autonomie bauen, denn dies ist derzeit der richtige Weg", erklärte Durnwalder, und er brachte den österreichischen Außenminister dann auf den neuesten Stand in Bezug auf die Auswirkungen des Mailänder Abkommens. Wir haben hier immer "Pacta sunt servanda" gehört. Und weil wir bei der Realpolitik sind, möchte ich noch einen anderen Zeitungsausschnitt zitieren, der wie ein Blitz aus heiterem Himmel eingeschlagen und davon berichtet hat, dass die sogenannte IMO, also ehemalige ICI, für die Bauern kommt. Ein weiterer Knackpunkt, der IRPEF-Zuschlag, wird für alle Regionen verpflichtend von 0,99 auf 1,23 Prozent gebracht, und zwar rückwirkend auf dieses Steuerjahr. Ich frage mich also schon, wer hier die ganze Zeit die Blauäugigen gewesen sind! Das ist unumstößlich! Und was haben wir heute in den Zeitungen gelesen? Karl Zeller sagt, dass sich die Regierung in Rom nicht um unsere Autonomie schere bzw. ihr alles Gerede von der Autonomie schnuppe sei. Ich frage mich also, wie man in kürzester Zeit diesen realpolitischen Gegebenheiten Paroli bieten will. Wir haben vor kurzem die Anfechtungsschrift gelesen, in der ganz klar vorweggenommen wird, mit welchen Instrumenten der Staat Italien diese Autonomie beschneiden wird. Wir können uns sicher sein, dass im Zweifelsfall die römische Regierung zuerst immer die Interessen Italiens vertreten und verteidigen wird und nicht jene Südtirols. Es wird vermittelt, dass ihnen unsere Autonomie egal ist. Ich habe Euch schon vor Jahren gesagt, dieses Land wird entweder ein Tiroler Land bleiben oder durch die Ausübung des Selbstbestimmungsrechtes ein Bundesland Österreichs oder ein unabhängiger souveräner Staat werden. Entweder dieses Land kann ein Tiroler Land bleiben oder es wird langfristig zu einer ganz normalen italienischen Provinz werden, und auf diesem Weg sind wir. Wenn die Regierung in Rom sagt, dass sie keinen Unterschied zwischen Regionen mit Normalstatut und Regionen mit Spezialstatut machen könne, dann sind wir genau auf diesem Weg! Der Druck in Italien ist so massiv, dass es heißt: "Die da oben haben besondere Regelungen, die sind privilegiert, und das darf nicht sein!" Dieser Prozess hat ja längst begonnen. Ich zitiere noch einmal Zeller, der im Juli dieses Jahres Folgendes gesagt hat: "Wir werden uns die geplanten Kürzungen nicht gefallen lassen, denn wir haben das Mailänder Abkommen." Es geht dann auch um die Aussagen von Landeshauptmann Durnwalder, was die offenen Schulden Schulden Roms uns gegenüber betrifft. Sie haben Ende gesagt, dass es bei den Gesprächen in Rom um offene Schulden Roms aus den Jahren vor 2010 gegangen ist, und wir wissen ja, dass uns Rom von 2000 bis 2010 an die vier Milliarden Euro schuldet. 2 Milliarden wollte Rom damals noch zahlen, aber die restlichen zwei Milliarden - das haben Sie damals gesagt - könnten wir uns gleich abschminken. Insgesamt handelt es sich also um 2 Milliarden Euro oder? DURNWALDER (SVP): (unterbricht) KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ja, aber das ist immer Geld, das in unserem Landeshaushalt fehlt. Nun haben wir gesehen, dass wir in diesem Jahr bereits tausend Milliarden Euro weniger haben. Das haben Sie auch aufgelistet. 500 wurden schon von Anfang an gestrichen. Es kamen dann die berühmten 230 dazu, dann noch mal 49, und jetzt sollen es noch einmal an die 120 bis 130 sein. Ich hoffe, dass Ihr euch überhaupt noch getraut, das vor dem Verfassungsgerichtshof anzufechten, denn die Signale aus Rom sind eindeutig. Karl Zeller selbst sagt, diese Regierung kümmere sich nicht darum und der Verfassungsgerichtshof werde erklären, es handle sich um sozial-wirtschaftliche Reformmaßnahmen und um ein nationales Interesse. Deshalb könne man das Mailänder Abkommen streichen. Und da spricht der Landeshauptmann über die offenen Schulden Roms aus den Jahren vor 2010, also noch vor Inkrafttreten des Mailänder Abkommens?! Die Regierung argumentiert nun damit, dass das Mailänder Abkommen in diesem Bereich rückwirkend anzuwenden sei. Man bestehe aber darauf, sagen Sie, dass die Gelder ausbezahlt werden. Allein im Gesundheitsbereich habe sich eine Summe von rund 47 Millionen angehäuft. Bestehen Sie noch darauf? Also, soweit zur Realpolitik in diesem Staat! Ich habe mir die Mühe gemacht und die Regierungserklärung von 2008 noch einmal herausgeholt. Da steht auf Seite 3: "Südtirol, meine Damen und Herren, steht am Ende der Geschichte und jetzt beginnt die Zukunft. Wir alle hier im Südtiroler Landtag verdanken unseren politischen Vätern, dass sie eine Autonomie auf die Beine gestellt haben, die international zum Vorbild geworden ist." Das war einmal! "Wir alle profitieren von dieser Autonomie weil sie uns Spielräume einräumt, von denen andere Länder nur träumen können." Das war einmal! "Die Autonomie ist dabei nicht in Stein gemeißelt. Sie verändert sich vielmehr, wie sich auch die Gesellschaft wandelt. Ein

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Beispiel ist der Steuerföderalismus, der das Gefüge des Staates gehörig durcheinander wirbelt, aber nicht im positiven Sinn oder nicht so, dass er uns mehr Freiheit und Freiräume gebracht hätte, denn wenn es ums Geld geht, geht es ums Eingemachte. Und deshalb dürfen wir die Einführung des Steuerföderalismus nicht als etwas von allem anderen Losgelösten sehen. Wird das Staatsgefüge umgekrempelt, gilt es wachsam zu sein. Damit unsere Autonomie dabei nicht unter die Räder kommt, wird es eine umfassende Regelung brauchen, die unsere Besonderheiten respektiert, und zwar auch finanziell." Also, ich verstehe, dass Sie schon damals das Mailänder Abkommen im Sinn gehabt haben. "Konkret heißt dies, dass wir uns den Sparzielen des Staates zwar verpflichtet fühlen, dass wir dazu aber auf unsere Weise beitragen wollen, durch die Übernahme neuer Zuständigkeiten, die zudem unsere Autonomie weiter stärken sollen." Und das, was sich eingestellt hat, zerrinnt jetzt, nachdem die finanzielle Seite zerbröckelt. Dann können wir uns alles andere auf den Hut stecken. Ausbau der Zuständigkeiten, Verbesserungen für alle, denn wo das Geld fehlt, da nützen neue Kompetenzen nicht. Ich war immer die erste, die sich dafür ausgesprochen hat, dass das Land so viele Kompetenzen als möglich übernehmen sollte. Wie viele Anfragen habe ich betreffend die Übernahme der Post eingebracht? Wie viele Anfragen habe ich in Bezug auf den Übernahme der Eisenbahn gemacht? Auch was die RAI anbelangt, habe ich entsprechende Anfragen gestellt, und jetzt sehen wir, wohin das Ganze geht. "Wir haben keine Angst", sagte der Landeshauptmann damals, "vor der Sonderautonomie, vor der Steuerautonomie, sondern haben sie immer gefordert und werden sie weiter fordern, weil eine Politik ohne den Geldhebel in der Hand immer von außen konditioniert werden kann." Wie wahr, wie wahr, aber sicher nicht in diese Richtung und weil eine Politik, die die Probleme der Bürger vor Ort lösen soll, nicht auf eine eigenständige Finanzpolitik verzichten kann. Tausend Milliarden sind ein Fünftel des Haushaltes! ABGEORDNETER: (unterbricht) KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): 1 Milliarde, ja, also tausend Millionen. Danke. Nachdem wir beim Thema Autonomie sind: Die römischen Regierungen, egal aus welchem Lager, dürfen nicht glauben, dass unsere Autonomie mit jenen anderer Regionen vergleichbar ist. Südtirols autonome Gesetzgebung und Verwaltung ist im Gegensatz zu allen anderen international vereinbart und abgesichert. Eine einseitige Abänderung des Autonomiestatutes durch ein Verfassungsgesetz ist nicht möglich, solange es nicht die Zustimmung des anderen Vertragspartners, also unseres Vaterlandes Österreich gibt. Für diesen schweren Einschnitt, in die Steuerautonomie bzw. in das Mailänder Abkommen hat es nicht einmal ein Verfassungsgesetz gegeben. Es ist ein ganz normales Dekret bzw. ein ganz normales Staatsgesetz. Soviel zur Realpolitik! geht dann noch weiter, also, es geht um den Spielraum den uns der Staat einräumt. Alleingänge, sehr geehrte Abgeordnete, haben Sie damals gesagt, würden in einem solchen System selten zum Erfolg führen. Herr Landeshauptmann. Alleingang in Sachen Abänderung des sogenannten Finanzabschnittes, Alleingang in Sachen Toponomastik. Auch da waren Sie Hellseher. Aber Sie haben sich nicht an ihre Visionen und an ihre prophetischen Aussagen gehalten. Alleingänge führen in einem solchen System selten zum Erfolg, und das möchte ich auch an die Adresse all ihrer Parteisoldatinnen und Parteisoldaten richten. So sag ich das. Es sind Parteisoldaten, denn wenn es darum geht, hat keiner von euch die Schneid, einmal aufzustehen und zu sagen: "So nicht, da mache ich nicht mit." Für die Gesellschaft ist es unabdingbar, dass sie aus einer Position der Stärke heraus in die Krise geht. Es braucht den Mut, neue Wege einzuschlagen, die Offenheit für innovative Lösungen, ohne deshalb auf jede Fantasterei eingehen zu müssen. Also, wo ist jetzt diese Super-Autonomie? Wo ist die dynamische Autonomie? Wo ist da die Vollautonomie? Jetzt komme ich wieder zu den Aussagen von heute. Also, die positive Entwicklung unserer Autonomie, welche die Eigenständigkeit der Volksgruppen garantiert, muss gefördert werden. Zu diesem Weg gibt es keine Alternative. Schluss, aus! Das ist unser Weg und einen anderen Weg fassen wir gar nicht einmal ins Auge. Alle radikalen, gegen den Inhalt und die Ziele der Autonomie gerichteten Haltungen, alle Haltungen, welche gegen die Menschlichkeit, Menschenrechte und ethischen Grundwerte verstoßen, werden seitens der Koalitionspartner stark zurückgewiesen. Das haben wir in Sachen SEL gesehen, und darauf komme ich dann noch zu sprechen. "Das Ziel Südtirol muss es sein, eine eigenständige Vertretung im Europäischen Parlament zu garantieren. In den Beziehungen zum Staat wird seitens des autonomen Landes Südtirol weiterhin das Bemühen im Mittelpunkt stehen, die hart errungene Autonomie zu verteidigen und zum Wohle der Bürgerinnen und Bürger auszubauen, dem Staat Verständnis und Entgegenkommen für Autonomie und Minderheitenschutz abzuringen, sowie die Bereitschaft einer dynamischen Weiterentwicklung der Autonomie keine unüberwindbaren Hindernisse in den Weg zu legen." Das war das Koalitionsabkommen von 2008. Wo sind diese hehren Grundsätze geblieben?

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Ich komme nun zu den weiteren Aussagen. Das erste Mal ist die Rede vom Steuerzahler. Davon haben wir bisher nicht gehört. Das ist ein Novum, denn all das, was hier gemacht wird, muss auch von jemandem bezahlt werden. Und das ist nun einmal nicht der große anonyme Staat oder Mama Land, sondern der Steuerzahler. Da kommt man jetzt wirklich auf leiseren Sohlen daher, "und die Kinder sollen eine Zukunft haben, eine helle eine blühende, eine schöne der Zukunft". Bei diesen Aussichten – Renten, Arbeitszeiten, Ausbildungsmöglichkeiten usw. -, Herr Landeshauptmann, hätten Sie das überlesen sollen. Ich komme jetzt noch zu einem Kapitel, das Sie hier auch ansprechen, nämlich zum SEL-Skandal. Das, was sich einige in der SEL-Spitze geleistet haben, ist nicht tragbar und hat einen enormen Schatten auf die Landesenergiegesellschaft, die Gesellschaft von uns allen, geworfen. Ich argumentiere nicht rechtlich, denn darüber, ob bei den privaten Geschäften einiger Spitzenvertreter der SEL Gesetze gebrochen worden sind oder nicht, werden die Gerichte entscheiden. Was bleibt, ist eine reichlich schiefe Optik, der Eindruck fehlender Transparenz und ein entsprechender Image-Schaden für die SEL, dem wir durch die erfolgte radikale Neuordnung durch einen klaren Schnitt und durch einen möglichst unbelasteten Neuanfang begegnen. Wo ist die politische Verantwortung? Es gibt nun einmal auch für die Verwaltung Prinzipien wie gute Verwaltungsführung, Transparenz und Maßgaben der Effizienz. Mich wundert in diesem Zusammenhang eigentlich nichts mehr, wenn man hört, wer in den neuen Verwaltungsrat hineingewählt worden ist. Ende November wurde eine Pustererin, Verena Brugger, in den neuen Verwaltungsrat hineingewählt bzw. hineingehievt. Also, sie wird hier wörtlich zitiert: "Ein Doppelstudium und dazu auch noch eine eigene Anwaltskanzlei mit 28 Jahren ist für Brunner Zeichen genug, dass man eine berufliche Anerkennung verdient habe." Das ist das Selbstbedienungsdenken vieler in Eurer Partei! Das ist Euer Denken, und das müsst ihr einmal versuchen, zu verinnerlichen. Daran scheitert der Idealismus, weil alle dieses Anspruchsdenken haben. "Ich habe dieser Partei nun treu 20 Jahre gedient und deshalb habe ich jetzt einen Anspruch auf einen Posten". Das haben wir schon im Zusammenhang mit anderen erlebt. Ich nenne in diesem Zusammenhang keinen Namen, weil der Aufstieg dann nicht gelungen ist. Hier ist er aber gelungen, und zwar genau mit diesem Anspruchsdenken! Das ist Egoismus pur, abkassieren, wo es nur einmal möglich ist und nie genug bekommen, gleichgültig, was ringsum passiert, konzentriert auf das kleinkarierte Bezirksdenken, auf kleinkariertes Lokaldenken, Ständedenken! Und ich bin ja gespannt auf die nächsten Parlamentswahlen, wo es ja wirklich darum gehen wird, jemanden nach Rom zu schicken, der imstande ist, die Interessen Südtirols zu vertreten. Wird es eine Frau sein, eine Eisacktalerin, die der Partei 20 Jahre treu gedient hat? Zu den Detailthemen kommen wir dann im Zusammenhang mit der Kapiteldebatte zu sprechen. Der Schlusssatz oder einige Schlusspassagen aus dem Bericht von Landeshauptmann Durnwalder ist sehr aufschlussreich. "Ich kann in diesem Zusammenhang nur ein Bild wiederholen, das sich in den letzten Monaten des Öfteren gezeigt hat, jenes des sinkenden Schiffes. Was nützt uns eine Kabine in der ersten Klasse wenn der ganze Dampfer absäuft. Klar ist, der Dampfer auf dem wir fahren ist leck geschlagen. Das eindringende Wasser ist kaum zu übersehen. Wir könnten nun panisch in die Rettungsboote stürzen. Warum panisch? Ich habe nie Panik gehabt. Im Gegenteil, ich habe ganz klare Vorstellungen. Die Ellbogen einsetzend retten was zu retten ist und alle die es nicht schaffen auf dem sinkenden Schiff zurücklassen. Oder aber gemeinsam ans Stopfen der Lecks gehen, und ans Auspumpen des Schiffs, damit wir den ganzen Dampfer retten." Das heißt also, dass Südtirol Italien retten muss. Wie weit habt Ihr Euch schon in die römische Innerlichkeit einverleibt? Wie sehr verinnerlicht Ihr dieses Italien, dass Ihr glaubt, Südtirol müsse Italien retten? Sagt das einmal am Grab Eurer Eltern und Großeltern, der Großväter, die gekämpft haben, gegen eine Macht, gegen eine Regierung, die es darauf angelegt hatte, uns Unfreiheit und Elend zu bringen! Wo sind hier die Maßgaben von Eigenständigkeit und von Unabhängigkeit, Herr Landeshauptmann, Herr Parteiobmann? Wo sind diese Maßgaben in diesem Zusammenhang geblieben? Das ist für mich ein Zeichen dafür, dass Ihr entweder bereits so abhängig seid, dass Ihr in italienischen Händen seid und Ihr entweder nicht mehr weg dürft oder es ist ganz schlicht und einfach Feigheit, neue Wege anzugehen, neue Wege anzudenken. Ich sage zum Schluss: Was wäre wenn. 2008 hat der Landeshauptmann noch gesagt: "Dies gibt mir, sehr geehrte Abgeordnete, die Möglichkeit ihnen ein allgemeines Bild von der Arbeit der Landesregierung in den nächsten fünf Jahren zu zeichnen, von ihren Zielen, von ihren Visionen, von den Eckpunkten ihrer Tätigkeit, von den Rahmenbedingungen, denn glauben Sie mir, wenn sich letztere verändern, und das tun sie rasant, dann können auch erstere davon nicht unbeeindruckt bleiben." Jawohl. In welche Richtung, wohin geht diese Dynamik? Was wäre, wenn sich die SVP vor 20 Jahren, also nach Abgabe der Streitbeendigungserklärung mit der Alternative auseinandergesetzt hätte, mit der Ausübung des Selbstbestimmungsrechtes, einer demokratischen Abstimmung, bei der die Stimme von Landeshauptmann Durnwalder gleich viel wiegt wie die von Arnold Schuler und jene von Sepp Unterhuber oder Herrn Oberlechner. Was wäre wenn? Dann wären wir

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heute sicher einen großen Schritt weiter! Herr Landeshauptmann, ich bin mir sicher, dass es Euch nicht gleichgültig sein kann, wenn 95 Prozent der Abstimmenden im Ahrntal … Es sind inzwischen 32,88 ... DURNWALDER (SVP): (unterbricht) KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Herr Landeshauptmann, glauben Sie, dass Rom weiß nicht, wie Ihr alle denkt und wie abhängig Ihr seid? Deswegen kann es sich trauen, ein internationales Abkommen einfach zu brechen. Der Pariser ist ein internationales Abkommen. Wenn es die Finanzbestimmungen nicht einhält, dann ist das ein Bruch eines internationalen Abkommens. Es steht die Frage im Raum, was das Mailänder Abkommen eigentlich ist. Sie haben in den Medien gesagt, dass man keinen weiteren Kürzungen mehr zustimmen werde. "Es wäre aber auch nicht fair, wenn wir uns nicht an der Tilgung der Schulden Italiens beteiligen würden." Ja glauben Sie, dass man das in Rom nicht hört? "Also dann können wir ja noch eine drauflegen. Die sind ja so geduldig da oben. Die denken ja gar nicht daran, einen anderen Standpunkt zu vertreten!" Und deswegen sage ich: Entweder es ist bereits Abhängigkeit im Denken, dass Ihr Euch gar keinen anderen Zustand mehr vorstellen könnt oder es ist Feigheit, dass ihr Euch nicht getraut, zu sagen: "So, und jetzt gehen wir unseren Weg!" Wie oft haben wir Landesrat Theiner oder Landeshauptmann Durnwalder sagen hören, dass man die Selbstbestimmung ausrufen werde, wenn Italien die Verträge bricht. Wie oft haben Sie das in den letzten Jahren gesagt? Jetzt sind wir so weit und da hat alles, was die Autonomie Euch vermeintlich gegeben, auch in der Verwaltung keine Relevanz mehr. Ihr habt 20 Jahre das Preislied von der besten Autonomie der Welt erzählt. Natürlich könnt ihr jetzt nicht plötzlich hergehen und sagen, Italien würde die Verträge nicht einhalten und deshalb würde man das jetzt radikal ändern. Ich verstehe schon, dass Ihr Euch vor den europäischen Politikern, vor den Partnern in Österreich schämt. Was wäre wenn? Wer sind jetzt die Realpolitiker und wer die Utopisten und die Träumer? Ihr seid die Träumer! Ihr seid die Utopisten! Wir haben etwas Konkretes getan. Das schlägt Wellen und geht weiter. In Katalonien gab es eine Beteiligung zwischen 26 und 27 Prozent; die Beteiligung im Ahrntal lag bei 32,8 Prozent. Das ist kein Ruhmesblatt für Euch. Ihr habt sämtliche Kaliber aufgefahren. Der Theiner, der Achammer und die Thaler-Ausserhofer haben gesagt: "Nicht hingehen, gar nicht zur Kenntnis nehmen, es läuft sich eh zu Tode." Das wird sich nicht mehr zu Tode laufen, das könnt ihr jetzt nicht mehr aufhalten, Ihr Visionäre! Da wird euch das Volk sagen: "Passt auf, stellt Euch auf veränderte Gegebenheiten ein, macht Euch Gedanken darüber". Ihr habt es Euch wunderbar eingerichtet auf diesem sinkenden Schiff, aber auch die erste Kabine wird irgendwann mal unter Wasser stehen. Und spätestens dann wird man nach Rettungsbooten Ausschau halten. Aber dann werden auch die Rettungsboote abgesoffen sein. So wird das sein! Das ist Realpolitik, Herr Landeshauptmann, und nicht das, was Sie 2008 geschwätzt haben. Es gibt ja viele von Euch, die in jeder Hinsicht schon so abgestumpft sind. Die kümmert das ja alles nichts, aber die Leute werden eines Tages schon fragen, wer das alles verbockt hat und wer die einzige Trumpfkarte schlecht geredet hat. Dann werden wir sie daran erinnern, wie diese ganze Geschichte gegangen ist. Vorsitz der Vizepräsidentin | Presidenza della vicepresidente: DDr.in Julia Unterberger PRÄSIDENTIN: Das Wort hat der Abgeordnete Minniti, bitte. MINNITI (Il Popolo della Libertà): Grazie signora Presidente. Se è vero che il bilancio è il documento più importante, per una qualsiasi associazione, un qualsiasi ente e nel caso specifico per una giunta politica, è altrettanto vero che non ricordo mai di aver dovuto affrontare in passato, in questi quasi vent'anni che siedo in quest'aula, un bilancio così drammaticamente vero. Drammaticamente vero, perché figlio di una situazione, io non dico nazionale, ma figlio di una situazione mondiale che è nata ancora quattro anni fa e che è stata a suo tempo causata da quelli che giudico dei veri e propri criminali dell'alta finanza, persone che hanno dimenticato qualsiasi tipo di etica e che sostanzialmente hanno portato prima l'America poi l'Europa e poi tutti i singoli paesi a vivere quella crisi economica, che è vero la politica sta vivendo, ma che soprattutto stanno vivendo le famiglie. Allora non direi che questa è una crisi dettata da comportamenti scellerati di politici scellerati, ma proprio è una crisi che parte da lontano e di cui anche noi in qualche maniera siamo oggetto. Una crisi che peraltro nel nostro Paese ha avuto dei risvolti molto forti, pesanti e che noi dobbiamo registrare. Ormai da tempo anche nella nostra provincia, dove per tanto tempo giustamente si è pensato all'esistenza di un disagio etnico., e dove poiché era una provincia sostanzialmente benestante si è guardato poco invece ad un disagio sociale che stava crescendo. Un disagio sociale che io ho sempre considerato molto più pericoloso, molto più interessante, molto più doveroso di attenzioni dell'altro tipo di disagio, perché disagio sociale nel momento stesso in cui colpisce una persona, colpisce la fa-

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miglia di riferimento di quella persona. E allora se fino all'altro giorno noi potevamo parlare comunque dell'esistenza di una sorta di disagio sociale della nostra provincia, così come nel resto del Paese, oggi ci troviamo a dover parlare di disastro sociale. Qualcuno lo chiama macelleria sociale sulla base di quelli che sono gli interventi che questo Governo, e un merito a questo Governo bisogna riconoscerlo. Io non amo il Governo Monti, dico la verità, nonostante il mio partito lo sostenga. Ma un merito bisogna riconoscerglielo, ha ricompattato tutti i sindacati. Nemmeno Berlusconi era riuscito a tenere e a compattare i sindacati nelle manifestazioni contro il Governo. Il Governo Monti. lo abbiamo visto ieri. ha ricompattato tutta un'area di sindacati, dalla sinistra alla destra, proprio per una manovra che porta, torno a ripetere, ad un disastro sociale. E dobbiamo considerare peraltro delle realtà che sono dei campanelli d'allarme fortissimi, che noi già ci portiamo dietro da qualche anno e che in proiezione rischieranno solo di aumentare. Per esempio a Merano negli ultimi due anni è aumentato del 23% il numero dei poveri, cioè di coloro che devono andare a chiedere un contributo all'ente pubblico per poter pagare l'affitto oppure per poter vivere, il cosiddetto reddito minimo di inserimento. A Bolzano sempre negli ultimi due anni, per esempio, abbiamo avuto un aumento del 54% di iscritti nei centri mediazione lavoro, che significa che c'è una disoccupazione che è schizzata verso l'alto e sta schizzando verso l'altro in una città peraltro come Bolzano che è il capoluogo. E più tardi, magari nel proseguo di questa relazione, potremmo anche andare a vedere dove maggiormente vengono colpite queste disoccupazioni, presenti in una fascia che va dai 41 ai 45 anni di età. Quindi una fascia che è ancora potenzialmente attiva nella competenza ed esperienza, ma che viene sottratta al mondo del lavoro. Questo rischia di portare poi anche a una mancata possibilità di sostituzione di queste persone, perché manca la possibilità di assumere, è tutto sostanzialmente legato fra di loro. È il problema delle imprese, dell'economia. L'economia è certamente il motore portante della nostra provincia, deve essere sostenuta, lo abbiamo fatto più volte in quest'aula parlando per esempio di Irap, così come gli altri tipi di intervento, ma ovviamente l'economia deve anche capire che deve sottostare a delle regole che detta la politica, che non possono essere regole che scrive l'economia stessa. L'economia ha bisogno di comprendere, semmai non lo avesse fatto, che è l'impresa locale anche la piccola media impresa locale che deve essere difesa. E apro su questo una parentesi, che riguarda in particolar modo due aspetti. Il primo aspetto è quello che noi assistiamo ad un aumento di nuova imprenditoria straniera. Io ovviamente non faccio un discorso di xenofobia o altro. Sono una persona certamente aperta su questo. Ho votato peraltro anche la legge sull'integrazione, che è stata discussa qualche tempo fa, ma un fatto è vero, noi abbiamo piccole e medie imprese di tutti i vari settori, e parliamo non solo quindi di commercio ma parliamo anche di imprese edili, dove praticamente sempre più sono presenti imprese i cui titolari sono stranieri, non stranieri della Germania, stranieri dell'Austria, ma stranieri magari di paesi dell'est oppure provenienti da altre zone del nostro mondo. Ora queste attività commerciali, queste attività edilizie vanno ad occupare dei posti che erano comunque posti fino a quel momento occupati da aziende altoatesine che per forza di una concorrenza a cui devono sottostare, sono costrette a chiudere e quindi sostanzialmente a non offrire nemmeno quella competenza e quell'esperienza che molte di queste imprese straniere che arrivano sul nostro territorio magari non hanno. Imprese peraltro che assumono personale non locale. Quindi non solo noi andiamo a perdere delle capacità nostrane e locali, e quindi anche fiscalmente delle importanti entrate, ma andiamo anche a sostenere magari delle imprese che non assumono gente locale. Questa è una perdita nel contesto generale di quello che deve essere invece l'apporto della nostra gente, l'apporto dell'altoatesino, nel contesto dell'economia locale. Questo è un primo aspetto che ho voluto sottolineare. In secondo luogo vi è la necessità di favorire la nascita di una nuova economia, di un'economia nostra locale, ma non che vada a far concorrenza per forza di cose all'economia straniera, all'impresa straniera, ma che vada a rimarcare, vada ad occupare un ruolo che per anni è stato un ruolo significativo per la nostra economia. E allora io sono del parere che dovrebbero essere sostenute maggiormente quelle imprese giovani, che devono e che possono nascere sul nostro territorio. Vedete, noi abbiamo degli aiuti, lo sapete meglio di me, per la crescita dell'impresa locale, abbiamo addirittura degli aiuti per la crescita, per la nascita dell'impresa femminile. E mi sta benissimo. Non abbiamo aiuti per la crescita e la nascita di impresa giovanile. Questo è secondo me un problema ed è una limitazione. Noi abbiamo tanti giovani che escono dalle scuole, dagli istituti o delle scuole professionali, che sono soggetti a degli stage per fare esperienza. Possono essere anche giovani che hanno seguito dei corsi particolari proprio nel settore della nascita dell'impresa. Ma la nostra provincia non dà aiuti ai giovani per la nascita delle imprese, dà aiuti in generale. Quando c'è scritto: "Nasce l'impresa, sosteniamo l'impresa, sosteniamo l'impresa che va da 25 anni 60 anni" ma non sosteniamo invece quell'impresa che può nascere per i giovani fino a 35 anni. E secondo me questo tempo sarebbe invece importante, perché significa garantire un ricambio generazi-

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onale, oltre che di professionalità da parte delle nostre aziende. Purtroppo non si riesce a sostenere questa possibilità di inserimento lavorativo da parte dei giovani. Proprio sull'aspetto dei giovani apro due ulteriori parentesi. Noi in Alto Adige non abbiamo nemmeno una legge per i giovani. Il problema dei giovani non è il classico problema del giovane che deve avere la scuola, che lo prepara e poi, vabbè, faccia quello che vuole. No, è importante che ci sia la scuola che prepari. E' importante però che poi il giovane in qualche maniera possa essere seguito, possa essere sostenuto proprio per una sua crescita formativa, ma anche professionale e magari anche per una crescita di giovane che deve diventare uomo o donna. Nella nostra provincia il giovane è considerato una parte certamente significativa. Ma temo che molte volte non si consideri una parte integrante. I giovani sono il cuore della nostra città. I giovani sono il futuro, è una frase facile da dire. Sono il futuro anche di questa nostra terra. Quando io vedo che non si creano condizioni per favorire l'inserimento lavorativo dei giovani, quando vedo che non ci sono situazioni con condizioni che favoriscono una disponibilità abitativa per i giovani oppure una crescita culturale e partecipativa dei giovani, allora mi pongo la domanda se c'è un deficit di attenzione da parte della Provincia nei confronti dei giovani. Io credo di sì, purtroppo. L'aspetto della disponibilità abitativa da garantire ai giovani o comunque da porre come strumento per i giovani è un aspetto tutt'altro che secondario primo, perché in questa maniera noi manteniamo il giovane sul nostro territorio. Molte volte giovani oggi che non sono agevolati anche nell'ottenimento di un alloggio in affitto, magari anche per l'impossibilità di accedere a un alloggio popolare, ecco che il giovane è portato per cause di studio o altro a recarsi fuori provincia e trovare magari lì quelle agevolazioni che, guarda caso, non trova sul nostro territorio. Io sono convinto che questo sia comunque un aspetto fondamentale, perché deve essere uno di quegli strumenti che può convincere il giovane a rimanere in Alto Adige. Guardate che anche i dati sulla disoccupazione giovanile non sono rosei, perché nella fascia dai 20 ai 29 anni, parliamo del 2010, abbiamo una riduzione del 31% di occupazione giovanile, quando era il 16% nel 2002. Quindi in otto anni abbiamo avuto un raddoppio di disoccupazione giovanile fra i 20 e i 29 anni. Questo può significare tante cose. Può significare che ci sono meno iscritti nella fascia fra i 20 e i 29 anni fra giovani, perché o il giovane non individua una speranza nella possibilità e potenzialità professionale, oppure il giovane ha abbandonato questa terra, perché qui non riesce a trovare magari quei strumenti che lo agevolino a rimanere in questa terra, oppure ci può anche essere il giovane che non è iscritto, perché fortunatamente ha un posto nelle di lavoro. Però c'è questa necessità di individuare degli strumenti proprio a favore del giovane. È importante parlare ai giovani, o meglio, importante parlare della scuola relativamente ai giovani. La scuola deve essere un momento di formazione culturale, ma anche di rivendicazione culturale. La scuola deve poter mantenere la propria autonomia decisionale. Ultimamente noi abbiamo assistito alla polemica sui calendari delle scuole applicati sui 5 oppure sui 6 giorni. Sono del parere che ogni scuola deve poter decidere nella propria autonomia, per quanto riguarda il calendario, per quanto riguarda la propria disposizione delle ore durante l'anno scolastico. La necessità che la scuola possa essere gestita in maniera unica dai vari gruppi linguistici è una vecchia storia, una questione che ci portiamo avanti ormai da tempo, ma alla quale deve essere data anche in questo senso una garanzia di autonomia scolastica per quanto riguarda la scuola altoatesina. Ma dicevamo prima della necessità che questa nostra provincia trovi delle soluzioni nel comparto abitativo. Noi abbiamo una legge, mi rivolgo all'assessore Tommasini che so essere sensibile su questo argomento, però ogni tanto mi sembra che la struttura che l'accompagna sia piuttosto immobile. Noi abbiamo una legge sull'edilizia sociale che ormai è troppo datata. Non possiamo procedere sempre per modifiche a spezzoni, dobbiamo riuscire, così come si parlò a suo tempo, e parlo anche della scorsa legislatura, a creare una legge di riforma dell'edilizia sociale che rinnovi completamente la materia, così come avemmo il coraggio di fare dal 1996 al 1998, in un periodo di due anni in cui questo Consiglio si ritrovò a discutere sulla nuova legge per l'edilizia sociale, dando delle risposte che in quel momento erano necessarie. Probabilmente c'erano anche degli errori anche in quella legge, noi li abbiamo sempre fatti notare, ma è giunta l'ora di rimettere mano completamente a quella legge. Io ho molto apprezzato, per esempio, la decisione della Giunta di creare gli alloggi per il ceto medio, perché va a coprire una lacuna che colpiva una parte di popolazione con un reddito fino 52 mila euro, depurati da tutto il resto. Ma prendo anche atto che ormai la decisione di indicare il numero di alloggi per il ceto medio nelle varie città, io cito sempre come esempio Merano, ormai è una decisione vecchia. A Merano sono previsti 130 alloggi per il ceto medio, perché era stato misurato sulla base del fabbisogno di tre anni fa, ma oggi qualcosa è cambiato. Oggi stiamo affrontando una crisi che ha portato ad aumentare i problemi anche per il ceto medio. E allora o aumentiamo il numero degli alloggi per il ceto medio, per dare quelle giuste risposte che la Giunta provinciale stava cercando di dare quando decise a realizzare questi alloggi per il ceto medio con tutte le particolarità del caso,

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oppure troviamo un'altra soluzione. Ma la situazione che era stata disegnata due anni fa quando si decise di assumere quella decisione non è più quella attuale. Anche su questo dobbiamo poter intervenire. Questi sono aspetti certamente importanti anche per cercare di sconfiggere quel disagio abitativo che è presente nella nostra provincia, perché prima c'erano dei prezzi che potevano essere difficilmente raggiungibili per molti altoatesini, oggi abbiamo il problema inverso, che purtroppo anche se i prezzi degli alloggi sono accessibili, non ci sono più soldi per poterli comprare. Oggi il prezzo delle case è calato, ma son calati anche quegli altoatesini che hanno i denari per poter comprare le case. Questo perché? Per la povertà. E allora alle nuove povertà, alle tante nuove povertà che ormai ci sono in Alto Adige, come si deve rispondere come si può rispondere? E' chiaro che io non sono il medico che può dare la medicina che dà la ricetta giusta, non ho neanche la presunzione di ritenere di essere colui che può dare la ricetta giusta per risolvere il problema delle nuove povertà. Le nuove povertà non sono solo i nuovi altoatesini che arrivano dai paesi stranieri, sono soprattutto quelle degli altoatesini che ormai sempre più stanno andando sotto quella soglia di povertà, che segna il limite ultimo fra l'agiatezza e il disagio sociale. Non credo che le risposte possano pervenire da un sostegno alle famiglie indiscriminato. Non possiamo intervenire con illusorie e inutili forme di assistenzialismo. Sono del parere che l'assistenzialismo non aiuta a far crescere il tenore di vita delle nostre famiglie. Può aiutare la famiglia momentaneamente a darsi delle risposte, ma l'assistenzialismo non può che essere la risposta ai problemi sociali delle famiglie. Ci vogliono interventi equilibrati di riduzione dei costi questi interventi che vanno a mirare quei servizi che vengono offerti alle tante famiglie altoatesine, alle quali oggi vengono richieste magari il pagamento di rette o di partecipazione che non sono sopportabili. Qualche tempo fa avevo presentato un disegno di legge che voleva introdurre bonus per lo sport, che doveva essere dato a quelle famiglie meno abbienti, per far praticare una disciplina sportiva ai ragazzi che non avevano compiuto i 18, 20 anni, però finalizzando questo tipo di intervento, perché questo tipo di intervento era un intervento di sostegno alla famiglia ma anche doppiamente sociale, perché creava i presupposti per la famiglia di potere far frequentare al figlio un corso sia culturale che sportivo e si creavano anche le condizioni per evitare delle devianze sociali o civili che potrebbero indurre il giovane oggi, qualora non potesse svolgere determinati corsi. Ma al di là di questa soluzione, non possiamo far finta di non ricordarci le rette che oggi chiedono gli asili, oppure le rette delle case di riposo. Proprio oggi sul giornale leggiamo che c'è stato un aumento ulteriore delle rette per le case riposo, due mesi fa l'avevo già segnalata questa difficoltà e questo pericolo, avvertito sostanzialmente da tutti ma soprattutto da quelle famiglie che all'interno delle case riposo, anche se oggi non si chiamano più casa di riposo, ma per intenderci utilizziamo questa vecchia terminologia, sono quelle famiglie che poi sono chiamate a dover pagare gli aumenti delle case di riposo. Se pensiamo che, per esempio, sempre a Merano, in campo scolastico le rette sono aumentate dell'11% nel corso degli ultimi due anni, allora dobbiamo anche ragionare sul fatto che ci sono delle famiglie che sono chiamate a pagare un 11% in più di quello che pagavano due anni prima. Può sembrare una stupidaggine l'11%, magari relativamente a quello che è l'entità del costo, ma è un 11% che comunque quella famiglia non può più beneficiare confronto agli anni passati. Il sistema delle borse studio deve essere in qualche maniera rivisto. Devono poter accedere veramente tutti coloro che ne hanno la necessità. Oggi quando nelle borse di studio, se non erro è ancora questo il sistema, praticamente si chiede allo studente il reddito dei genitori, ma qualora lo studente possa dimostrare di aver lavorato per tre anni all'interno di un'azienda, di aver recepito un proprio reddito, non viene chiesto il reddito dei genitori, mi si passi il dubbio che per un albergatore è più facile assumere proprio figlio nel proprio albergo per poi far avere al figlio la borsa di studio. È un sospetto che può nascere, però forse quella famiglia ha meno bisogno della borsa di studio che non la famiglia di un operaio o del dipendente pubblico, le cui difficoltà a far lavorare figlio sono concrete e reali. Anche su questo sistema noi dobbiamo poter ragionare Così come dobbiamo poter sfatare il tabù che riguarda l'assegno per le famiglie con un bambino fino a tre anni. Il fatto di aver fissato un limite così alto per avere tutti il contributo uguale, secondo me è sbagliato. Lo dissi al momenti in cui facemmo la legge, l'ho ripetuto più volte, non sono stato l'unico a dirlo in questa in quest'aula, ricordo anche i Freiheitlichen più volte hanno sottolineato questo aspetto, ritengo che chi più ha, in termini di reddito meno deve avere in termini di sostegno. Chi meno in termini di reddito, più deve avere in termini sostegno. Mi sembra una regola talmente banale e lampante che non dovrebbe nemmeno essere messa in discussione. Eppure è una regola che non è scritta così, ma è una regola che in qualche maniera rende tutti uguali fino a 80 mila o 100 mila euro, non mi ricordo quale sia il limite di reddito. Dobbiamo ragionare anche su questo per aiutare chi rimane indietro, ma non perché non ha voglia di fare, ma perché, purtroppo, ha avuto una condizione di vita che lo ha costretto a questo rimanere indietro.

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Mi sembra facile in questo contesto parlare e mandare un pensiero ai 200 operai della MEMC di Sinigo che sono solo la punta dell'iceberg di un problema occupazionale che ormai si vive nella nostra provincia. Lei fa bene, Presidente Durnwalder, a sottolineare ogni volte a ricordarci ogni volta, perché ha ragione nel farlo e i dati Le danno anche ragione, che in questa provincia il tasso disoccupazione è molto basso, ma io devo guardare se questo tasso negli anni mi sta aumentando. Io devo guardare se questo tasso, non dico raggiunga i limiti nazionali, ma che comunque mi crea degli dei nuovi disoccupati sul territorio. Il caso MEMC è un caso che a me preoccupa enormemente, perché la MEMC è sempre stata una realtà ben definita, ormai provinciale, anche se prima con altri nomi, sappiamo che fino all'altro giorno era un'azienda che dava posti di lavoro ma soprattutto dava la possibilità di sopravvivere a molte famiglie. Non stiamo qui a spiegare quali sono i problemi che hanno portato dalle vicende di questi giorni, ma ora 200 operai saranno cassaintegrati e significa che almeno 600 persone vivranno, non voglio dire, un Natale meno sereno, per non ispirarmi al Santo Padre nel suo saluto di ieri, però vivranno d'ora in poi dei momenti di aumentata povertà, con una prospettiva pari a zero. Ricordiamoci quello che sembra abbia detto l'azienda, ovvero che comunque quello è un reparto che verrà chiuso e in ogni caso, a meno che non ci siano delle prospettive, al momento impensabili, questi potrebbero essere ricollocati riassunti. Viene utilizzato quindi una procedura inversa a quella che si utilizzava fino ad oggi. Fino a oggi si diceva: "ma no, fra un po' magari li riassumiamo a meno che non siamo costretti a chiudere". Qui invece è il discorso inverso. Nei confronti di questi posti di lavoro, nella MEMC, così come abbiamo visto la difficoltà che ci sono nelle Acciaierie, anche questa è una enorme realtà industriale della nostra provincia che deve essere tutelata e salvaguardata dalla politica locale, da ognuno di noi, queste sono delle realtà alle quali la Giunta provinciale, la politica, deve guardare con interesse, ma non solo per il fatto che abbiamo dato giustamente dei contributi a queste aziende e le abbiamo sostenute. Bene ha fatto la Provincia a fare così, bene farà la Provincia a fare così con tutte quelle aziende che danno quella garanzia occupazionale che serve nella nostra provincia, ma dobbiamo farlo in particolar modo proprio per preservare il disagio sociale, non solo di quei 200 operai e di quelle 600 persone che possono essere interessate, ma il disagio sociale poi che va a scatenarsi su tutta la provincia, perché si rischia di avere ulteriori 600 poveri all'interno della nostra provinciale, ai quali poi saremo chiamati a dare delle risposte, o in fatto di ricollocamento delle persone, o in fatto di sostegni alle famiglie , o in fatto di attività che permettano a queste famiglie di poter continuare a vivere, a sostenersi. È importante la tutela del lavoro nella nostra provincia, così come è importante la tutela sul lavoro. Ho ancora la convinzione che purtroppo sulla tutela sul lavoro poco si faccia in questa provincia. Noi abbiamo la possibilità derogando dai patti nazionali, di poter ampliare il numero degli ispettori, anche magari collaborando, così come previsto in altre zone d'Italia, con le forze di polizia per andare a scoprire delle violazioni alle norme sul lavoro sulla sicurezza sul lavoro, purtroppo però non aumentiamo questo personale. Anche questo percorso, questa necessità di aumentare il numero di ispettori, stia ad indicare l'interesse di una politica, quella di salvaguardare del cittadino comunque, preservarlo, riconoscendogli e continuando a riconoscergli, giorno dopo giorno, un proprio diritto, che non è solo il diritto del lavoro ma è il diritto anche dell'integrità sul lavoro. E come intervenire ancora? Qualche giorno fa, proprio per sostenere le famiglie, ho riproposto quello che è stato un mio progetto fin dal 2001 che so che anche questo è stato riesaminato da alcuni colleghi in quest'aula: aiutiamo anche le famiglie per quanto riguarda la riduzione dei prezzi la benzina alle pompe rinunciando all'accisa, ma non solo in quei 15 chilometri che ci separano dal confine. La legge nazionale ci permette di poterlo fare su tutto il territorio, così come permette di farlo anche ad altre province. Allora non limitiamoci a quei 15 chilometri che peraltro, se non erro, un provvedimento di questo genere era stato già adottato tre anni fa, nel 2007, inizio del 2008. Non è quella l'unica risposta che può essere data sul sistema della riduzione del prezzo della benzina alle pompe. Ci sono anche altri sistemi che peraltro la normativa ci permette di poter affrontare. Questione istituzionale, ovvero il ruolo che questo Consiglio deve continuare ad avere all'interno della nostra provincia. Credo che questo Consiglio da qui in avanti, alla fine della legislatura, debba affrontare delle tematiche importanti. Una è quella sulla toponomastica. Sono d'accordo con Lei, presidente, nel considerare la toponomastica non un inciampo, ma deve essere un momento importante. L'inciampo diventa quando si fanno delle forzature. La toponomastica deve essere un ponte non deve essere un muro. Sono convintissimo che in quest'aula ci sono tanti colleghi che sono d'accordo sulla necessità che la toponomastica debba essere un ponte. Sicuramente Lei è uno di questi. La questione della toponomastica deve essere risolta, in un modo che rispetti la cultura, le tradizioni e le radici di ogni comunità che c'è in Alto Adige, però dobbiamo trovare una soluzione. Così come deve essere trovata una soluzione sulla legge elettorale, perché anche quello è un momento importante per la nostra provincia, per la democrazia diretta e, mi si passi il termine, visto che è rientrato in aula anche l'assessore Theiner, un momento importante per me dovrebbe essere la riforma clinica. Noi abbiamo as-

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sistito all'unificazione nella scorsa legislatura, delle quattro aziende sanitarie. Ricordo che anche su quell'argomento ero stato promotore, nel 2000, ma mi fu bocciata come proposta, nella scorsa legislatura abbiamo approvato l'unificazione delle quattro aziende sanitarie. Si era detto che avremmo dovuto affrontare la questione della riforma clinica, che però è uno di quei temi che non entra in aula. È un errore, nel senso che noi apprendiamo, della riforma clinica, dagli organi di informazione. Mi sembra limitativo e anche poco rispettoso da parte del Consiglio stesso. A me piacerebbe che magari si creasse un momento di confronto, di informazione da parte dell'Assessore Theiner, che so essere sempre aperto a questo tipo di ipotesi e di proposte. Serve un momento di informazione istituzionale su quella che deve essere ed è la riforma clinica. Noi assistiamo a degli interventi spezzoni e non riusciamo più a capire dove abbiamo coperto la lacuna e dove invece dobbiamo ancora intervenire. Si deve trovare un momento in quest'aula per chiarirci le idee anche sulla riforma clinica. Concludo facendo un accenno su quello che è il grande problema di questo tempo: i tagli ai costi della politica. Noi assistiamo ormai a una ondata di antipolitica, qualcuno la chiama ondata di "antipolitico", rivolto proprio al soggetto, a chi fa politica. Sono convinto che anche noi come Consiglio provinciale dobbiamo fare il nostro corso. Rispettando un impegno che abbiamo assunto nella Conferenza dei capigruppo non è mia intenzione in questo momento avanzare delle proposte, ma certamente è mia intenzione ricordare che il nostro Consiglio è seriamente impegnato nella riduzione dei costi della politica, anche per quanto riguarda la Provincia dopo gli interventi adottati nella Regione. Penso che ci sia questa disponibilità questa maturità da parte nostra ad intervenire in merito. Sono convinto che il lavoro che deve essere svolto su questo e sugli altri fronti è ancora lungo, ma con l'intelligenza di ognuno, la serenità di ognuno, la lungimiranza di ognuno si possono trovare quelle soluzioni necessarie all'interesse della popolazione altoatesina. HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Drei Krisen überlagern sich in den letzten Monaten und begleiten uns auch in näherer Zukunft: (1) Die Krise Europas mit einer finanz-, realwirtschaftlichen und integrationspolitischen Dimension, (2) die italienische Staatskrise, die einen grundlegenden Systembruch darstellt und (3) die Krise Südtirols. Die Krise Südtirols ist von den beiden übrigen beeinflusst, aber in wesentlichen Belangen auch hausgemacht. Sie geht ans Mark unserer Gesellschaft, Wirtschaft und politischen Klasse, stellt aber die Autonomie und ihren Wert nicht in Frage. Ich beschreibe kurz die jeweiligen Felder und ihr Ineinandergreifen, bevor ich auf die Folgen für den Haushalt und die Ausführungen des Landeshauptmanns zu sprechen komme. Europa hat sich in den letzten Jahren zwei Negativfaktoren ausgeliefert: Der eigenen Schuldenlast und den Kräften der Finanzmärkte, die eine insgesamt immer noch überschaubare Schuldenhöhe der EU 27 bis heute ausnützen, um immer wieder am Euro zu sägen und seinen erhofften Zusammenbruch zu fördern. Denn der Verschuldungsgrad der EU-Staaten wäre, sieht man von den PIGS Portugal, Italien-Irland, Griechenland und Spanien ab, nicht so katastrophal, um jene Attacken der Finanzmärkte und Rating-Agenturen zu rechtfertigen, wie wir sie derzeit erleben. Dennoch genügte die jahrzehntelange Misswirtschaft von drei Staaten in der Größe eines deutschen Bundeslandes, um das gesamte Gebäude des Euro zu unterminieren und anschließend Italien und Spanien anzustecken. Seit bald zwei Jahren laufen nun die Rettungsaktionen, die betroffene Bürger und Bürgerinnen mit härtesten Sanierungen belasten. Die Abkommen vom letzten Wochenende haben nun Ruhe ins krachende Gebälk gebracht, Europa stärker zu einer Fiskalunion geführt, aber auch seine wachsende Bedeutung als Stabilitätsgemeinschaft bekräftigt. Die jüngsten Vereinbarungen wurden von den Regierungen getroffen, die Legitimation dafür aber liegt bei den nationalen Parlamenten, deren Vetomacht nicht unterschätzt werden sollte. Die Kraft der Parlamente wird in der neuen EU zwar hart geprüft, sie kann aber insgesamt noch wachsen, falls die Abgeordneten ihr Mandat entschieden und selbstbewusst wahrnehmen. Kurzum: Denn neben der Macht der EU-Chefs, zumal des Führungstandems Merkozy und der Eurokraten wächst auch das Gewicht der nationalen Parlamente und des EUParlaments. Das demokratische Potenzial und die demokratische Legitimation Europas beurteile ich weit optimistischer als der mitunter doch recht europhobe Kollege Pius Leitner. Die Wackelstaaten und ihre politische Klasse tragen wesentliche Verantwortung am Desaster, an dem Europa knapp vorbei geschlittert ist. Italien, Griechenland, Irland und Portugal haben seit 15 Jahren mit lockerer Hand Staatsanleihen ausgegeben und ihre finanza allegra viel zu lange getrieben. Die übrigen EU-Staaten, der Rat und die Kommission haben das systematischen Durchbrechen der Verschuldungsgrenzen durch die PIGS sehenden Auges ohne Intervention hingenommen, zumal sie selbst ab 2008 zur Deckung der Bankenkrise Mittel in größtem Ausmaß locker machten, spätestens seit 2005 waren die Maastricht-Kriterien mit einer jährlichen Neuverschuldung von 3% und einem Gesamtschuldenstand von höchstens 60% des BIP Makulatur.

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Aber die Strafe, die die Schulden-Sünder und Europa nun erleiden, ist weit härter, als die Schuld, die sie auf sich geladen haben. Der Vertrauensverlust in ihre Wirtschaft und Staatsfinanzen ist zwar verdient, er sprengt aber jedes sinnvolle und vorstellbare Maß. Und der Vertrauensentzug kommt ausgerechnet von einer Seite, die selbst keinerlei Vertrauen verdient: von den Finanzmärkten - von den großen Investmentbanken, Pensions-, Hedgefonds und privaten Hasardeuren. Es sind exakt dieselben, die zuvor durch großzügigen Ankauf von Staatspapieren und Darlehen die Verschuldung angeheizt haben und nun durch panischen oder planvollen Abverkauf derselben Papiere Staaten und Bürger in die Verzweiflung stürzen. Es sind z.T. dieselben, die 2008 mit Steuermitteln gerettet wurden und nun 2011 ihren Rettern, den Staaten und ihren Bürgern an die Gurgel gehen. Die Finanzmärkte handeln vielfach wie Drogendealer, die ihre Klienten zuerst an die Nadel bringen und dem Suchtpatienten dann plötzlich Stoff und Therapie verweigern. Für die notwendige Schocktherapie dürfen aber dafür die EU, die Steuerzahler und vorab Mittel- und Unterschicht aufkommen, wiederum zu aberwitzigen Kosten. Neben der verantwortungslosen Eigenverschuldung mancher Staaten ist es also die Übermacht des Finanzkapitals, die wie ein düsterer Riesenschwarm lauernder Raubvögel über der Landschaft der Staaten und Realwirtschaften schwebt. Das Finanzkapital verhält sich wie eine ungeheure Wolke schwarzer Vögel über fruchtbarem Land, zunächst bereit, mit ihren Exkrementen für künstliches Wachstum zu sorgen, um anschließend dann die Äcker kahl zu fressen. Die EU und der Europäische Rat sind daher gut beraten, nicht nur Schuldenbremsen einzuziehen und eine Stabilitätsunion zu verankern, sondern zugleich Investmentbanken und Fonds ohne Rücksicht den Zahn zu ziehen: Leerverkäufe sind zu untersagen, Transaktionssteuern zu erheben, die Eigenkapitalquote der Banken zu erhöhen und sämtliche Steuermittel auszuschöpfen, um die spekulative Gier zumindest ein wenig zu zügeln. Die Staatschefs der EU müssten im Dienste ihrer Bürger eigentlich die ersten Indignados sein und der Klasse der Turbo-Kapitalisten gnadenlos, wenn nötig, auch brutal das Handwerk legen. Ein Hegde-Fonds-Halter wie die US-Gesellschaft Pimco, die noch vor drei Jahren Griechenland 200 Mrd. € an Anleihen abnahm, um sie dann Ende 2009 allesamt im Hau-Ruck-Verfahren abzustoßen, hat wie andere Kreditoren die fürchterliche Leichtfertigkeit Athens, seiner Politiker und Bürger zunächst kriminell ausgenützt, um sie dann rücksichtslos fallen zu lassen. Die aktuelle Macht der Fonds ist zu stark, weit stärker als jene aller Regierungen, noch größer ist allerdings die weltweite Finanzblase, die in ein bis zwei Jahren definitiv explodieren wird. Es wird kein Stein mehr auf dem anderen bleiben. In Italien hat das Finanzkapital zumindest etwas Gutes bewirkt und den früheren Premier mit einem Tempo aus dem Amt gefegt, das man sich seit langem ersehnt hatte. Die Verantwortungslosigkeit, die Hektik und das Chaos, das PdL, Lega und vorab der Unsägliche seit 2 ½ Jahren veranstaltet haben, wurde schlagartig beendet, der Spuk ist bis auf weiteres vorbei. Leider aber wurde das Dream-Team von Mitte-Rechts nicht von den Bürgern abgewählt, sondern von den Märkten diskreditiert. Der neue Premier Monti hat nun wieder halbwegs Ruhe und Stabilität hergestellt und das ist ihm hoch anzurechnen. Die Opfer dafür sind allerdings grausam, nach unserer Auffassung zu hoch und falsch verteilt: Der Gesetzesentwurf “Salva Italia“ hat zwar wie eine brutale Chemotherapie Italien insgesamt gerettet, treibt aber nun große Gruppen der Gesellschaft an den Rand der Existenz. Die Monti-Kur trifft Mittelschichten, Geringverdiener, Arme und Ältere in voller Härte, sie fasst aber die vormaligen Krisengewinner viel zu sanft an. Die läppischen Steuermillionen auf SUV’s und Jachten sind nichts gegen die Milliarden, die über die erhöhte Mehrwertsteuer und IMU auf Erstwohnungen aus den Einkommen der Mittel- und Unterschicht abgesaugt werden. Maßnahmen wie die 1,5% auf rückgeführte und oft kaum mehr auffindbare Kapitalien sind Streicheleinheiten im vergleich zur plötzlich verlängerten Arbeitsbiografie von Millionen Bürgerinnen und Bürgern um 5-7 Jahre durch Erstreckung des Rentenantrittsalters, den die Jahrgänge ab 1952 und vor allem Frauen hinzunehmen haben. Keine Spur dagegen von der erhofften und notwendigen Steuer auf große Vermögen, kein Ansatz zur Besteuerung der im Ausland deponierten Kapitalien, wie sie durch ein Abkommen mit der Schweiz nach dem Vorbild Deutschlands und Großbritanniens möglich wäre. In der Schweiz, in Liechtenstein und Luxemburg sind die Depots längst schon zugeparkt, randvoll mit Fluchtgeldern der Superreichen, Oberschlauen und der kriminellen Organisationen. Wir Angehörige des bürgerlichen Mittelstandes blicken mit Zorn auf die zunehmende Gruppe von Multimillionären, die immer einen Schritt schneller als der staatliche Zugriff sind. jene Superreichen, deren Talente und Fähigkeiten nicht in Arbeit und Innovation liegen, sondern vor allem darin, ihre Geldvermögen zu mehren, ihre Lobbyarbeit erfolgreich ins Spiel zu bringen, um an Großaufträge und passende Gesetzesvorlagen zu kommen. Wie in Deutschland und anderen Staaten Europas ist die Zahl der Multimillionäre und großen Geldvermögen in

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den letzten Jahren sprunghaft gewachsen, parallel und funktional mit der Zahl der Armen und Einkommensschwachen. Es ist nicht zu billigen, aber auch keineswegs erstaunlich, wenn Banker wie Josef Ackermann explosive Briefsendungen erhalten. Die Zahl solcher Postwürfe wird sich in naher Zukunft gewiss weiterhin mehren - mit tödlicher Sicherheit. Man mag uns Landespolitiker ob unserer Privilegien mit guten Gründen kritisieren, wir wünschten aber auch, dass die öffentliche Meinung ein Quäntchen jener Kritik auch für die spekulative Turboklasse übrig hätte. Aber weit gefehlt: In Südtirol zelebriert die jüngste Ausgabe des Wochenmagazin ff die 50 Reichsten des Landes, als wären es die Weisen aus dem Morgenland. Gewiss: Viele von ihnen haben ihr Vermögen schwer erarbeitet, aber nicht wenige auf den vordersten Rängen der ff-Hitliste verdanken ihren Reichtum den drei großen B’s: Beziehungen, Beeinflussung, Bestechung. Wir Bürgerliche empfinden vielleicht mehr als andere soziale Gruppen für solche Praktiken der Bereicherung und ihre Akteure nur eines – kalte Verachtung. Denn die Spekulateure und Zocker ziehen das in den Dreck, was für uns Bürgerliche den Kern unseres Wesens ausmacht – die Verantwortung für das Gemeinwohl. Solange in Italien die Regierung Monti diese Klasse mit Samthandschuhen anfasst und in Watte packt, ist sie politisch nicht glaubwürdig. Das Kapital des Vertrauens, das wir mit vielen auf die neue Regierung kurzfristig gesetzt haben, ist bereits verspielt. Wer ihr Vertrauensvorschuss gewährte, hat sich getäuscht. Und auch der Rücktritt des Unsäglichen ist erst dann definitiv, wenn er für seine katastrophalen Fehler und Unfähigkeit endlich auch seitens der Regierung die verdiente Quittung erhält, wenn er im Parlament nicht mehr freundlich gegrüßt wird, sondern nie mehr eine öffentliche Rolle spielt und zumindest in ein bis zwei Prozessen verurteilt wird. Der Berlusconismus und seine Auswirkungen, seine Lügenmärchen, Schönrednereien und kriminelle Energie sind zu ächten, aber die Bereitschaft breiter Gruppen von Wählern, ihm weiterhin zu folgen, ist leider ungebrochen und lässt an der politischen Kultur dieses Landes zweifeln und verzweifeln. Auch Südtirol gehört zu den Verlierern der Aktion „Salve Italia“ und muss einen schmerzlichen Aderlass hinnehmen. Das Spardekret knöpft uns neben den bereits früher getroffenen Kürzungen weitere 120 bis 150 Mio. € ab, bei bereits geschnürtem Haushalt, den wir nun im Blindflug, ohne seine wirkliche Höhe zu kennen, verabschieden sollen. Chefkämmerer Eros Magnago lag in seiner Prognose leider daneben, als er in der Gesetzgebungskommission bemerkte, das Risiko weiterer Streichungen sei denkbar gering. Die Regierung hatte kein Erbarmen und hat auch die Autonomen Regionen, ohne jedes Federlesen oder Einvernehmen nochmals geschröpft. Auch die Annahme von Abänderungsanträgen wird daran nichts Grundlegendes ändern, obwohl man dem Vorstoß von Gianclaudio Bressa Erfolg wünscht. Das Vorgehen der Regierung bedeutet zweifelsfrei eine eklatante Verletzung von Autonomiestatut und Mailänder Abkommen. Die Regierung Monti wird gleichwohl wenig Anstalten treffen, ihre Entscheidung zu revidieren. Unsere Freunde von der Süd-Tiroler Freiheit und die Freiheitlichen sehen ihre Auffassung bestätigt, in einem Staate zu leben, der sich an keine Abmachungen hält. Sie haben damit nicht ganz unrecht, allerdings gibt das Vorgehen der Regierung keinen Anlass, zur Sezession und zur Ausrufung des Freistaat zu schreiten. Notwendig ist vielmehr der volle Einsatz zur Behauptung der Autonomie, mit allen Rechtsmitteln, vor allem aber eine nüchterne Bewertung der Situation. Zu bewerten ist zum einen das Prozedere des Staates, zum anderen die konkreten Auswirkungen der fehlenden Beträge auf den Landeshaushalt. Das Vorgehen Roms ist zweifellos unkorrekt und rechtswidrig. Das Mailänder Abkommen rangiert höher als ein Staatsgesetz und müsste daher in jedem Fall respektiert werden. Die angestrebte Verfassungsklage richtet sich gegen die Rechtsverletzung, den Ausgang des Verfahrens muss man trotzdem skeptisch beurteilen. Auch wenn das Land Südtirol gewinnt, werden die Beträge nicht zügig, wenn überhaupt überwiesen. Aber dennoch ist der Angriff auf unsere Autonomie keine Frontalattacke und muss in seiner Tragweite realistisch bewertet werden. Rom verübt hier keinen Systembruch, sondern fährt der Finanzautonomie mit einem Kollateralschaden in erträglichem Ausmaß an die Karosserie. Hierzu genügt ein knapper Rückblick: Noch im Sommer 2009 drohte die damals anstehende, soeben im Mai verabschiedete Föderalismusreform die Einnahmen Südtirols weit radikaler zu kappen als dies aktuell erfolgt: Befürchtet wurden damals Einschnitte in der Größenordnung von 600 Mio. bis 1 Mrd. € im Jahr. Das Mailänder Abkommen vom 30. 11. 2009 baute derartigen Einschnitten vor und seine grundlegenden Bestimmungen bleiben unangefochten: Wegfall der seit 1989 geltenden veränderlichen Anteile an Zuweisungen,100 Mio. € jährlich für die Anrainerprovinzen und staatliche Aufgaben im Lande, für diese Konzessionen erhielt Südtirol den Anspruch auf 90% der im Land erhobenen Steuereinnahmen, die zudem ab 1. 9. 2010 direkt ins Land fließen, ohne Sorgen vor dem

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Kappen der Geld-Pipeline aus Rom. Kurz vor der im Februar 2010 anlaufenden Griechenlandkrise war das Abkommen eine beachtliche Errungenschaft, denn bald darauf begann in Italien das Schnüren von Sparpaketen, unter deren Eindruck das Mailänder Abkommen nicht mehr machbar gewesen wäre. Die Substanz des Abkommens ist also trotz der aktuellen Zugriffe nicht beschädigt und ermöglicht die Erstellung eines Landeshaushalts, der mit 5 Mrd. € ungefähr 30% des Südtiroler Bruttoinlandsprodukts entspricht. Das sind im Ländervergleich Spitzenwerte, die für andere Regionen nicht einmal vorstellbar sind. Im Veneto, in der Lombardei, in Piemont umfasst der eigene Haushalt höchstens 8% des BIP, in Tirol und Bayern maximal 10-12%. Der Tiroler Landeshaushalt umfasst, daran sei erinnert, pro 2012 nur 2,8 Mrd. €. Auch wenn man hinzurechnet, was der Bund in Tirol noch dazu legt, ca.1,2 Mrd. € für Straßen, Bundeskompetenzen und -personal, liegt Tirol weit unter den Werten des südlichen und westlichen Bruderlandes. Und Tirol wird durch das ItalienEngagement seiner Hypo weit mehr geschädigt als Südtirol, muss das Land doch für das 200-Mio. € schwere Fehlengagement der Landesbank gerade stehen. An die Südtiroler Gestaltungsräume reicht bis auf Aosta keine andere europäische Region heran. Mit den staatlichen Transfers von ca. 1 Mrd. jährlich, die noch zum Landeshaushalt hinzukommen, ist Südtirol weiterhin Netto-Empfänger und leistet für andere Regionen einen bestenfalls minimalen Länderausgleich. So empfindlich der aktuelle Einschnitt auch trifft, so ist er doch vergleichsweise ein Mückenstich. Wir sitzen daher zwar in den Worten des Landeshauptmanns im leck geschlagenen Schiff Italien, haben aber längst schon ein komfortables Rettungsboot flott gemacht. Zieht man also die nun erfolgenden Einschnitte in einen regionalen Vergleich, so steigen wir wirklich gut aus. Mehr noch: Die nun vorgesehenen Einschnitte sind zwar autonomierechtlich unzumutbar, aber auch heilsam. Sie nötigen vielleicht dem Landeshaushalt jene Kostenkontrolle auf, die er trotz der im vergangenen Jahr vollzogenen Einsparungen bitter nötig hat. Denn ein Markenzeichen der Haushaltsgebarung in der Ära Durnwalder lautet: So grandios sie im Aufbringen neuer Mittel auch ist, so verdient sie doch in der Verausgabung und zielgerechten Verwendung der Haushaltsmittel bestenfalls die Note Genügend bis Befriedigend. So möchte ich den drei W der Haushaltsrede 2012, Wohlstand – Wissen - Wachstum ein dreifaches S entgegensetzen: S für Sparen, S für Solidarität und S für Seriosität, aber hierzu kommen wir noch später. W wie Wohlstand. Wir wissen nicht, wer dem Landeshauptmann die Haushaltsrede schreibt, aber der Ghostwriter erweist mit seinen stets kunstvoll gedrechselten Phrasen dem Redner keinen guten Dienst. Der Landeshauptmann ist ein knochentrockener Pragmatiker, mit einem satten Hang zu Finten und Rosstäuscherei, aber für rhetorische Höhenflüge zu sehr geerdet. Das wolkige Pathos, das er uns vor einer Woche verlesen hat, steht ihm schlecht, es erinnert mich jedes Mal an die Schützenuniform, in die er sich am 20. Februar jedes Jahres werfen muss und in der er eher einem Saltner gleicht als einem veritablen Landeschef. So ist ihm auch die Haushaltsrede nicht auf Figur geschneidert, sondern mindert durch wenig durnoforme Diktion die Glaubwürdigkeit der Botschaft. Der Wohlstand, den der Landeshauptmann in seiner Rede beschwört, stößt 2012 und in den Folgejahren mehr denn je an seine Grenzen. Das kommende Jahrfünft wird mager sein, geprägt bestenfalls von Nullwachstum in Italien und von höchstens 1-2% Zuwächsen des Südtiroler BIP. Gesamtwirtschaftlich sind Rezession und Kreditengpässe absehbar und treiben auch in unserem Lande die Arbeitslosigkeit nach oben. Zwar werden wir immer noch relativ gut dastehen, allemal im Vergleich mit dem Staatsgebiet, auch im Ländervergleich mit dem Bundesland Tirol, wo bereits jetzt die Arbeitslosigkeit wieder auf 8% geklettert ist. Unter solchen Voraussetzungen von Wohlstand zu sprechen, ist nicht nur optimistisch, sondern leichtsinnig. Der Erfolg unseres Landeshaushalts und der Landespolitik ermisst sich in erster Linie daran, ob sie in der Lage sind, einem Grundproblem erfolgreich zu begegnen: Der Armut und der sozialen Schieflage in Südtirol. Die Kernfrage lautet: Gelingt es, Einkommensunterschiede soweit auszugleichen, dass alle Bürger/innen menschenwürdig leben können und zugleich der Reichtum nicht ausufert? Bereits jetzt stehen die bekannten Erfolgszahlen Südtirols in scharfem Gegensatz zur Armutsgefährdung von über 20% unserer Bevölkerung. Die ASTAT-Erhebungen von 1998 bis 2008 zeigen einen chronischen Sockel von rund 18% unmittelbar armutsgefährdeten Haushalten. Rechnet man für 2008 auch noch die an Bedürftige ausbezahlten Sozialtransfers von Staat und Land ab, so wären sogar noch rund 7,5% mehr und damit 25% armutsgefährdet. Ein Viertel der Haushalte unseres Landes und damit weit über 100.000 Personen leben damit an oder deutlich unter der Schwelle der Armut. Dies entspricht der Größe einer Stadt wie Bozen, diese Personen leben außerhalb des Lichtkegels, der Südtirol Verhältnisse in Italiens ausbeutet.

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Denn unser Land hat niedrige Arbeitslosigkeit, hohes Pro-Kopf-Einkommen, eines der höchsten Brutto-Inlandsprodukte weitum. Aber in Sachen Armutsgefährdung halten wir deutlich hinter Österreich und Deutschland. Unsere 18%, ein Sechstel aller Menschen, liegen sogar über den 15,2 % Deutschlands, das trotz der Misere des Ostens und der strukturschwachen Länder im Norden insgesamt besser dasteht. Ganz zu schweigen von Österreich, das mit 12,4% beinahe um ein Viertel weniger Armutsgefährdete hat als Südtirol. Gewiss gibt es besondere Gründe für die lastende Armut: Zu den Risikogruppen zählen ältere Menschen mit Mindestrenten, die bis um 1970 schlecht oder gar nicht versichert waren. Aber es sind auch Familien mit Kleinkindern und nicht erwerbstätigen Müttern, die der Armutsfalle entgegen rutschen. Es ist Südtirols größtes Negativum, dass trotz auskömmlicher bis wohlhabender Lebensverhältnisse von rund 60-70% der Bevölkerung eine überaus starke Minderheit nicht vom Fleck kommt. Mehr noch: Sie zahlt den Preis des Wohlstands, da sie nur mehr dessen Krümel abbekommen. Die 50% aller Haushalte, die sich in den niedrigen Einkommensklassen Südtirols befinden, beziehen nur 28% der insgesamt verfügbaren Einkommen. Und nötig ist auch festzuhalten: Die Reallöhne sind seit 10 Jahren nicht mehr gestiegen, sondern leicht gesunken, Null-Lohnrunden und Kaufkraftschwund haben sie eingefroren und so konstant, dass dies inzwischen schon fast als Normalität erscheint. Die Krise 2008/09 hat Fragen der Lohn- und Gehaltsentwicklung in den Hintergrund, dagegen den Arbeitsplatzerhalt in den Mittelpunkt gerückt. Im Blick auf die in Südtirol bis zu 10.000 Arbeitslosen und in Mobilität Befindlichen waren Fragen der Lohn- und Gehaltsentwicklung zweitrangig. Nach dem Zwischenhoch 2010/11 stagnieren die Einkommen stagnieren weiter, während die Gewinnerwartungen vieler, längst nicht aller Branchen bereits deutlich nach oben gehen. Sie haben ihre Produktivität neu entwickelt, sich verschlankt und die Gelegenheit genutzt, um Arbeitskräfte – wie es so schön heißt – freizusetzen. Es sieht so aus, als habe die Landesregierung bei der Armutsbekämpfung resigniert, als begnüge sie sich, den Ist-Stand unter Kontrolle zu halten, ohne den Versuch, ihn wirklich auszumerzen. Der Sockel der Armen, jener Bürgerinnen und Bürger, die mit weniger als der Hälfte eines mittleren Einkommens durchkommen müssen, hat sich in den letzten Jahren vergrößert, zwar nicht enorm, aber doch so weit, dass man eine Diagnose stellen muss, die noch im Jahr 2000 undenkbar schien – Südtirol ist ein Land struktureller Armut, die sich auf Dauer verfestigt und die viele Betroffene eisern fest hält. Aber der Kampf gegen die Armut ist mit einem Fünf-Milliarden-Haushalt nicht nur möglich, sondern oberste Landespflicht und Chefsache. Die Landespolitik müsste die Devise ausgeben, bis 2020 oder 2035 nicht nur zur 100% energieautark zu sein, sondern den Armutssockel um 2/3 auf 5% zu reduzieren; hin zu einer echten Autarkie des Wohlstandes. Welche Wege führen zu diesem Ziel, wie steht es um dessen „Erreichbarkeit“, um das Unwort des Jahres zu zitieren? Die Armut hat keine Lobby, sie ist im Lande verstreut und hält still. Alte, Frauen und weitere betroffene Gruppen haben anderes zu tun, als lauthals zu protestieren. Die Gewerkschaften treten nur zum Teil für sie ein, die Gruppe hat keinen Unternehmerverband, der die Anliegen der Wirtschaft effektvoll vertritt, keinen salbungsvollen Handelskammerpräsidenten, der Druck macht, auch keine Arbeitnehmer, die aber insgesamt mehr ein Gerücht sind, als der Rest einer vormals starken Bewegung. Für die Armen sorgen die Sozialdienste, die Caritas und der Vinzenzverein, Südtirol pflegt keinen sozialpolitischen Umgang mit Armen und sozial Schwachen, sondern hat einen überwiegend karitativen Zugang. Und der Staat ist in Sachen Sozialpolitik ohnehin abwesend, in diesem Bereich ist die Vollautonomie längst schon erreicht. Genau aus dem Grund ist es notwendig, dass das Land als Advokat der Armen auftritt, dass es die Sozialtransfers namhaft erhöht, die Mindestrenten aufstockt und endlich ein neues Familienpaket schnürt. Die Mittel sind da, wenn man den Mut zur Umschichtung findet: So in einer Überprüfung der zahllosen Bauprogramme, die in den letzten Jahren gesetzt wurden und die sich teilweise als veritable Fehlinvestitionen erwiesen. Wir denken etwa an die Westumfahrung Brixen, die nur wenig mehr als 50% des zuvor veranschlagten Verkehrs aufnimmt und die dennoch mehr als 130 Mio. € gekostet hat. Wir denken an die sprunghafte Kosten-Steigerung der Nordwest-Umfahrung Meran, die nach Ausgangskosten von 153 Mio. (2008) mit nunmehr 200 Mio. € alle Voranschläge sprengt. Wir denken aber auch an überteuerte Ankäufe von Immobilien, mit denen das Land z. B. im Bereich der Heime bisherigen Besitzern mehr als großzügig entgegenkommt: 25 Mio. für die Englischen in Brixen, 10 Mio. für das Peter-Rigler-Heim in Bozen, 25 Mio. für die Univercity. Und dann noch die vielen kleineren Lecks, mit denen das Land überzogene Großzügigkeit beweist. Jüngstes Beispiel: Zum einen erlegt es 105.000 € Jahresmiete für das Josef-Missionsgebäude als Zugebäude für die Universität Brixen. Dafür begnügt sich das Land umgekehrt als Vermieter im Grand-Hotel-Toblach mit läppischen 10.000 Jahresmiete für ein Riesengebäude, nur um den päpstlich geheiligten Mietern entgegenzukommen. Solche Fälle gibt es im Dutzend und sie summieren sich zu Millionen.

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Wenn nun endlich laut Finanzgesetz die neue Prüfstelle in Aktivität tritt, sollte sie sich sofort an die Überprüfung der gesamten Verträge machen: Für jedes professionelle Facility- oder Gebäude-Management wäre die Revision all dieser Verträge eine Fundgrube, um bessere Konditionen für das Land herauszuholen. Kurzum, an Spielräumen für soziale Maßnahmen fehlt es wahrlich nicht. Die Landesregierung muss endlich den Mut zu einer gründlichen Umschichtung finden, den wir ihr aber nicht mehr zutrauen. Das ist auch der Hauptgrund, weshalb wir auf die völlige oder weit gehende Abschaffung des IRPEF-Zuschlags drängen: Er wäre ein deutliches Signal dafür, dass sich Landesregierung und Landespolitik des Problems der Armut, der sozialen Schieflage und des Prekariats in vollem Umfang bewusst sind. Weil darin die Botschaft lauten würde: „Wir nehmen Eure Sorgen und Nöte ernst, wir setzen ein wirkungsvolles Zeichen der Entlastung.“ Und es wäre auch ein Signal der Anerkennung dafür, dass es Gehalts- und Lohnempfänger sind, deren Anteil an den Einnahmen des Landes am stärksten gestiegen ist: Die Entwicklung der IRPEF-, des Aufkommens aus Einkommensteuern im Landeshaushalt spricht für sich; er führt steil nach oben, während Gesellschaftssteuern nicht mitziehen, von der IRAP ganz zu schweigen. Wer also den Landeshaushalt am stärksten mitfinanziert, hätte also Anrecht auf ein starkes Signal der Entlastung: Den Hauptaktionären des Landes Südtirol stünde eine kleine Dividende sehr wohl zu. Aus unserer Sicht wäre es zielführender, den IRPEF-Zuschlag für die oberen Einkommensbezieher ab 70.000 oder 80.000 € von 0,9% auf den vollen Satz von 1,4% anzuheben; als echten Beitrag nicht nur zur Entlastung Ärmerer, sondern auch zum sozialen Ausgleich. So aber laufen wir Gefahr, dass Familien um 100, 150 und 200 € entlastet werden, dass ihnen im Gegenzug aber mit der Erhöhung des Südtirol-Abos der Betrag mühelos wieder aus dem Sack gezogen wird. Das ist dann keine Sozialpolitik, die den Namen verdient, sondern ein haushaltstechnisches Hütchenspiel. W nicht nur für Wohlstand, sondern auch für Wirtschaft: Der heurige Haushalt hat die Interessen der Wirtschaft sorgsam bedacht, sodass sogar die SWZ mit Blick auf die 31 Mio. Haushaltszulage lobend von „Vitaminen gegen die Krise“ spricht. Mit den breit gefächerten IRAP-Abschlägen gibt es für die Branchen und ihre einflussreichen Sprecher von Ebner bis Pan Grund zur Klage. Die Strategie der Landesregierung ist ebenso klar wie durchsichtig. 2012, im Vorhof der Krise, wird die Wirtschaft bedient, im Wahljahr 2013 kommt dann der große Nachschlag für das Soziale, um die breiten Wählerschichten zufrieden zu stellen. W wie Wissen: Hier geht die Haushaltsrede kaum auf Schule und ihren Reformbedarf ein, sondern vor allem auf den wirtschaftlichen Nutz- und Innovationswert von Wissen. Wissen als Faktor für den Wettbewerb, durch Aufbau und Förderung einer Green Economy mit Südtirol als Leitregion im Segment der nachhaltigen Energien zwischen Klimahaus und Kraftwerken. Gewiss eine notwendige Strategie, vor allem im Hinblick auf den schier unerschöpflichen Markt Italiens. Auch ziehen die Ausgaben für Forschung und Entwicklung südtirolweit so schleppend an, dass der Motor des Landes ständig gefordert ist. Unter diesem Gesichtspunkt ist es auch unverständlich, dass die mit 100 Mio. € dotierte Innovationsstiftung immer noch nicht operativ ist. Der Riesenbetrag ist seit Jahren auf irgendeinem Bankkonto geparkt, ohne langfristige Anlage und Operativität. Ähnlich wie die 200 Mio. über Jahre hinweg eingefrorener Wohnbaumittel wird auch hier ein Schwindel erregender Betrag nicht veranlagt, weil es seit Jahren nicht gelingt, eine entsprechende Depotbank zu finden, um aus dem Stiftungskapital endlich ein paar Prozent Zinsen für F&E zu lukrieren. Ob der Technologiepark einen Sprung nach vorne bringt wagen wir zu bezweifeln. Viele bisherige Erfahrungen im Bereich Innovation, Forschung und Entwicklung zeigen, dass die eingesetzten Mittel nicht in Wissensvorsprüngen, sondern in Mauern landen. Das gilt für die Universität, die enorme Ressourcen beansprucht, ohne den erwarteten Output zu bringen. Das Exzellenzzentrum kommt vorerst nicht, statt dessen werden die Aufnahmekriterien so weit nach unten geschraubt, dass ja alle Lehramtsanwärter den Zugang schaffen. Statt der für 2012 noch vor wenigen Jahren proklamierten 5000 Studierenden dümpelt die Universität beim Stand von 3200 Inskriptionen dahin, in der Größe dreier großer Schulen, mit enormem Aufwand und Fixkosten für rund 200 Verwaltungsmitarbeiter. Aus diesem Grund sorgen wir uns vor der nun geplanten “Medical School“, da auch sie wiederum hohe Kosten bei geringem Nutzeffekt generieren könnte. Der Wissensbereich Schule ist dagegen in der Haushaltsrede unter gegangen: Der Kampf um den Schulkalender beansprucht alle Energien so sehr, dass die wirklichen Reformnotwendigkeiten damit in den Hintergrund rücken. Der Streit über die Fünf- oder Sechstagewoche verstellt den Blick darauf, dass es zunächst notwendig wäre, Lehrstoff und Fächer zu entrümpeln, bevor an eine Kalenderreform zu schreiten ist. Würde die notwendige Reduzierung greifen, ließe sich auch sachlicher diskutieren und das Für und Wider sorgsam abwägen. Die Vorzüge, die eine Fünf-Tage-Woche zweifelsfrei aufweist, greifen nur dann, wenn Stoff, Inhalte und Kompetenzen

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neu definiert und auch im Stundenkontingent abgespeckt sind. Dieser Schritt fehlt noch, daher treten wir entschieden dafür ein, die Fünf-Tage-Woche solange nicht in Betracht zu ziehen, bis dieser Aspekt nicht geklärt ist. Erst dann können zügig planerische und organisatorische Voraussetzungen getroffen werden, um den Wochenkalender zu ändern. Der Kalenderstreit hat Kernfragen aus dem Blickfeld gerückt: Wollen wir Aufstiegschancen und Leistungsfähigkeit gleichermaßen stärken, so ist der Beitrag der Schule mehr denn je gefordert. Unser Schulsystem (von dem ich lieber spreche als von Bildungslandschaft) funktioniert gut, dank der Bildungspolitik, der Leistung der Schulgemeinschaften, aber es ist verbesserungsfähig. Nicht nur wegen sinkender PISA-Ergebnisse, sondern weil die Integrationsfähigkeit von Schule zunehmend gefordert ist, weil Lehrerinnen und Lehrer immer unterschiedlichere Schüler auf Kurs halten müssen. Die Unterschiede liegen in der sozialen und kulturellen Herkunft; ihr Ausgleich erfordert nicht nur Ressourcen, sondern mehr denn je vollen Einsatz der Lehrkräfte, die entschiedene und umfassende Verantwortung der Direktionen. Eine Bereitschaft zur Umstellung, die wachsen muss. Die Probleme von Schülern aus Migrantenfamilien und bildungsfernen Gruppen lassen sich weder aussitzen noch abschieben, sondern sind als erstrangige Herausforderung anzunehmen. Die Problemzonen liegen nicht in der Oberschule, sondern in den Grund- und Mittelschulen. Und in den Berufsschulen, die nicht zum bevorzugten Auffangbecken für Schwierige und soziale Drop-Outs absinken dürfen, während sich andere Schulen, vorab die Privaten, auf eine überschaubare, oft komfortable Zahl weniger Problemfällen zurückziehen. Der Bildungsauftrag von Schule ist umfassend und muss engagierte Elternarbeit und Ganztagsunterricht einbeziehen. Und Schule wird die Kompetenz in mehreren Sprachen stärken müssen, die mehrsprachige Schule ist längst kein Schreckgespenst der Verelsässerung mehr, sondern Realität, in den italienischen Schulen allemal, vermehrt auch in deutschsprachigen. Was die Grünen bald seit Jahrzehnten predigen, den begrenzen und versuchsweisen Aufbau mehrsprachiger Schulen, wird nun endlich auch von der im Banne der Vollautonomie stehenden SVP und ihrem Obmann in aller Vorsicht in Betracht gezogen – späte Einsicht, muss man leider fest halten. Wissen bleibt also eine Schlüsselfrage der Zukunft, aber Einsicht und Einstieg in notwendige Reformen und Mut zur Radikalität sind leider dünn gesät. Wenn der Landeshauptmann schließlich Wachstum auf die Agenda seiner Haushaltsrede setzt, zäumt er das Pferd leider von der falschen Seite auf. Nicht die die Frage nach mehr Wachstum stellt sich, sondern, wie wir künftig mit der auf unabsehbare Zeit anhaltenden Schrumpfung umgehen sollen. Damit trifft diese Regierung an ihre Grenzen: Die Ära Durnwalder war in den meisten ihrer 22 Jahre von Wachstum geprägt, vom Griff nach mehr Kompetenzen, mehr Mittel, nach mehr Landeshaushalt, mehr Mitarbeitern und vor allem eines – mehr Macht. Das Modell der „Dynamischen Autonomie“ war grundsätzlich nichts weiter als der blitzartige Zugriff nach diesem Mehr. Die langfristige Rezession und die voll angelaufene Staatskrise erzwingen nun eine radikale Wende. Sie stellen die Frage, wie mit weniger Mitteln mehr und besser an der Zukunft gebaut werden kann. Das erfordert ein neues Denken und Handeln, dem diese Landesregierung – dies in aller Deutlichkeit – nicht mehr entspricht. Für die Herausforderungen der Zukunft ist dies die falsche Landesregierung und die falsche Mehrheit. Sie gehören einer anderen Zeit an, für die der Griff nach immer Mehr selbstverständlich war. Im Schaffen von immer Mehr war die Landesregierung, vorab der Landeshauptmann nicht nur geübt, sondern sogar virtuos. Lange zu recht: Nach den engen und dürftigen Jahrzehnten der Ära Magnago waren das Füllhorn wichtig, die Liberalisierung notwendig, das Freisetzen von Energien unabdingbar. Aber diese Phase ist Geschichte. Für den intelligenten Umgang mit knappen Ressourcen fehlen dieser Regierung und dem Landeshauptmann das notwendige Gespür, sie tragen die Gene einer anderen Generation. Die Zukunft steht nicht mehr im Zeichen der drei W für Wohlstand, Wissen, Wachstum, sondern der drei S: Sparen, Solidarität und Seriosität. Die drei S liegen aber nicht im Horizont und im Wertesystem von Landesregierung und Mehrheit. Anstatt zu Sparen gibt sie lieber mit vollen Händen aus, statt Solidarität mit wirklich Bedürftigen zu beweisen, begünstigt sie lieber Interessengruppen und Freunde. Und die Seriosität war dann zu Ende, als die Regierung im SEL-Skandal jede politische Verantwortung ablehnte. Die fehlende Selbsteinsicht der Verantwortlichen ist das eigentlich Tragische an diesem größten Skandal der letzten 20 Jahre. Und wo die Einsicht fehlt, sind auch die Seriosität, sind auch die Glaubwürdigkeit verspielt. Die Ära Durnwalder geht seit Herbst 2011 unwiderruflich dem Ende entgegen, mit ihm endet ein lange erfolgreicher Stil des Regierens und politischen Handelns. Die Einsicht, dass eine wichtige Epoche unrühmlich ausläuft, stimmt uns nicht froh. Wir haben die Vorzüge des „Goldenen Zeitalters“ und seines Hauptdarstellers nie verkannt, auch die Menschlichkeit geschätzt, die Luis Durnwalder trotz Machtfülle, mancher Machenschaften und

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Präpotenz nie abzusprechen war. Mit ihm geht kein kalter Diktator á la Putin, kein Rechts- und Wahrheitsverdreher wie der Unsägliche, sondern ein alpiner Oligarch, der Gestaltungskraft, Macht und Geschäft in seinen besten Momenten ideal verbunden hat. Seine vorletzte Haushaltsrede übt sich zwar nochmals in der Kunst des „Weiter wie bisher“, sie ist aber dennoch der Abgesang auf eine Ära, die nun vielleicht schneller und womöglich härter endet, als wir uns dies je vorstellen konnten. PÖDER (BürgerUnion): Diese Landesregierung ist es gewohnt, Geld auszugeben. Mit dem Sparen habt Ihr es nicht so recht, da kommt Ihr ins Schleudern. Mit dem Haushalten habt Ihr es auch nicht so recht, da kommt Ihr auch ins Schleudern. Wir hätten mit diesem Umfang an Haushalt wahrlich besser auf die Situation vorbereitet sein müssen. Die internationale Situation, die auch vom Kollegen Heiss beleuchtet wurde, ist sicherlich prekär und ist natürlich in einem gewissen Sinne auch von den Staaten hausgemacht, aber kleinere Realitäten wie die unsere mit einem Fünf-Milliarden-Euro Haushalt sollten nicht so erschüttert werden wie ein großer Staat. Der Staat Italien schickt sich jetzt natürlich an einzusparen. Versäumnisse der Vergangenheit - von Craxi bis Berlusconi – sollen wieder gutgemacht werden. Wir müssen jetzt natürlich mit dieser schwierigen Situation zurechtkommen. Die Ungewissheit ist sicher nicht Schuld der Landesregierung, das ist schon klar, aber dass durch diese Sparmaßnahmen, die schon fast täglich Änderungen in Rom erfahren, natürlich auch unsere Situation ins Wanken gerät, ist klar. Dass man nicht ganz genau weiß, mit was man jetzt zu rechnen hat bzw. mit was man nicht rechnen kann, ist sicherlich auch schwierig. Da gebührt den Mitarbeitern der verschiedenen Ämter, speziell natürlich jenen des Finanzressorts, Anerkennung, denn mit einer solchen Situation muss man erst einmal zurechtkommen. Die Haushaltsplanung ist natürlich jedes Jahr schwierig, auch aufgrund der verschiedenen Wünsche der Ressorts. Deshalb muss man den Mitarbeiterinnen und Mitarbeitern im Finanz- und Haushaltsressort, die für die Politik, für die Landesregierung und für den Landtag wirklich Großartiges leisten, einen großen Dank aussprechen, vor allem einem wichtigen Mitarbeiter, Doktor Bettega, der leider Gottes nicht mehr bei uns ist. Das muss man auch einmal anmerken. Hier geht es natürlich um eine politische Bewertung, mit der die Techniker eines Haushaltes bzw. eines Ressorts nicht viel zu tun haben. Wir haben die Zahlen zu erfassen und natürlich auch Kapriolen zu schlagen, wenn die Politik das eine oder das andere Mal Wünsche äußert. Die internationale Situation wurde, wie gesagt, auch angesprochen. Schuld an der Finanzkrise sind natürlich auch und vor allem die Finanzmärkte und jene Staaten, die sich als leichte Zielscheibe für Finanzmärkte angeboten haben oder anbieten, wie natürlich Griechenland, Italien, obwohl der Vergleich zwischen diesen zwei Ländern sicherlich hinkt. Italien mag zwar vom Schuldenstand eine enorme Staatsverschuldung haben, hat aber im Vergleich zu Griechenland ganz andere Einnahmen, ein weitgehend solides Bankensystem und, was die industrielle Kraft angeht, ganz andere Voraussetzungen wie Griechenland. Aber der Schuldenstand und die politische Krise in Italien dürfen nicht vergessen werden, speziell der Kampf Opposition gegen Berlusconi in den letzten zwei, drei Jahren. Im Prinzip ging es immer nur darum, Berlusconi zu bekämpfen. Niemand hat mehr dirigiert, niemand hat mehr wirklich opponiert. Es ging immer nur um etwas Persönliches, um Skandale, um was auch immer. Natürlich war Italien ein dankbares und ist auch weiterhin ein dankbares Ziel für die Finanzmärkte. Man darf nicht vergessen, dass es gerade die Finanzmärkte sind, die aus dieser gesamten Situation Vorteile ziehen. Es ist einfach ein Fakt, dass das Finanzsystem heute eine dermaßen große Realitätsverzerrung wiedergibt, dass irgendwann eine Blase platzen muss. Und jetzt geht man natürlich her und nimmt die Staaten aufs Korn. Es ist auch richtig, dass Sparpakete beschlossen werden, aber man soll nicht vergessen, wer die wirklichen Profiteure einer solchen Politik sind. Wenn man sich vor Augen führt, dass das globale Finanzvermögen 200 Billionen Dollar beträgt - im Jahr 1980 waren es noch zwölf Billionen Dollar - , dann muss man sich einmal vorstellen, wie die Finanzmärkte agiert haben, um das internationale Finanzvermögen auf 200 Billionen Dollar ansteigen zu lassen. Das ist drei Mal so viel wie reale Einkommen, die reale Wertschöpfung, die reale Werterzeugung. Das Finanzvermögen übersteigt reale Weltproduktion um das Dreifache, und das kann nicht gut gehen. Dass die Profiteure, die bisher völlig unbehelligt arbeiten durften, selbstverständlich auf Kosten der Staaten und letztlich auf Kosten der Steuerzahler und auf Kosten natürlich auch der Armen agiert haben, muss man auch einmal sagen. Hier haben sich Finanzkonglomerate entwickelt, die den Erdball fest im Griff haben. Es kann nicht sein, dass irgendeine Rating-Agentur hergeht und sagt "Wir werten einen Staat ab". Dann gerät dieser Staat nämlich aus den Fugen. Das Südtiroler Bankensystem, das ja durchaus gesund und solide ist, hat natürlich auch Probleme, wenn eine Abwertung erfolgt. Das betrifft dann alle. Das Geld, das die Banken kaufen müssen, wird teuer, was dann natürlich auch die Anleger, die kleinen Sparer usw. belastet. Es gibt immer eine Wechselwirkung von ganz oben, wo die großen Profiteure sitzen bis ganz unten. Die unten dürfen immer finanzieren, die oben dürfen immer kassieren. An realer

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Gütererzeugung haben wir auf dem ganzen Erdball 70 Billionen Dollar. Auf den Aktienmärkten werden jährlich 64 Billionen Dollar umgesetzt. Bei den Staatsbonds werden 24 Billionen Dollar im Jahr gehandelt. Die Devisenmärkte verschieben 1.007 Billionen Dollar im Jahr, das muss man sich mal vorstellen. Die reale Weltproduktion bringt 70 Billionen hervor, die Devisenverschiebungen betragen 1007 Billionen Dollar im Jahr. Vor einigen Jahren hätte noch niemand gewagt, daran zu denken, dass in Europa ein Staat bankrott gehen könnte. Wenn man das heute sagt, dann wird man nicht mehr für verrückt erklärt. 700 Billionen Dollar werden allein auf dem Derivatenmarkt verschoben. Dass das System irgendwann einmal zusammenbrechen muss und dann die Schwächsten herausgeholt werden, ist ganz klar. Wir haben auf europäischer Ebene immer noch keine Finanztransaktionssteuer. Die Staaten blockieren die Einführung einer solchen Finanztransaktionssteuer, obwohl man damit, je nach Höhe derselben, 100 bis 200 Millionen Euro jährlich einnehmen könnte. Wir haben einen Schuldenstand, der die realen Einnahmen um ein Vielfaches übersteigt. Sogar Deutschland hat das neun Mal mehr Schulden als Einnahmen; bei Italien ist es das 30fache, bei Irland ist es das 40fache. Das kann nicht gehen! Dass die Misswirtschaft in den Staaten, dieses lange auf-Pump-Leben irgendwann zu einem Problem werden würde, war absehbar. Man muss sich auch fragen, warum das solange hinausgezögert werden konnte. Es ist nun einmal so, dass uns die Fassadenkletterer und Geldseilschaften - ob das jetzt in Brüssel, Rom oder Bozen ist -, alle fest im Griff haben, hier im kleinen, in Brüssel im großen, auf staatlicher Ebene im mittleren Segment. Das Sparpaket Berlusconi war halbherzig, aber es war nun einmal ein Sparpaket. Jetzt gibt es das Sparpaket Monti, und man muss sich natürlich fragen, ob ein solches Sparpaket überhaupt hilft, wenn der Staat immer noch nicht verstanden hat, dass man das Geld nicht mit vollen Händen hinausschmeißen kann. Einerseits will man mit Ächzen und Krächzen 23 Milliarden Euro einsparen, anderseits kauft man im gleichen Zug 131 Jagdbomber für die italienische Luftwaffe um 20 Milliarden ein! Das ist verrückt und der Wahnsinn und das können die Bürger nicht nachvollziehen! Die Leute werden im nächsten Jahr 1.500 bis 2.000 Euro pro Jahr weniger in den Taschen haben, weil die Mehrwertsteuer erhöht wird, weil bei der IMU alle zur Kasse gebeten werden sollen, weil die Benzinpreise steigen. Die Leute müssen wirklich ächzend und krächzend zuschauen, wie ein Sparpaket von 23 Milliarden Euro beschlossen wird und im selben Atemzug geht der Staat her und sagt: "Wir kaufen 131 Jagdbomber an, weil wir die brauchen!" 15 Milliarden Euro sind noch nicht ausgegeben worden. Man könnte das Programm stoppen, dann müsste man eben Strafe zahlen. Ich verstehe einfach nicht, warum man nicht darüber nachdenkt und sagt: "Wir können dieses Geld einfach nicht ausgehen." Es wird schon kein Krieg ausbrechen, in dem wir dann letztlich unterliegen, nur weil wir diese Jagdbomber, diese neuen "F35" nicht angekauft haben. Es geht ja nicht einmal so sehr darum, den großen Schuldenstand Italiens abzubauen, sondern es geht einfach darum, durch ein Sparpaket die Liquidität, die Zahlungsfähigkeit des italienischen Staates zu erhalten, so wie es in Griechenland der Fall war. Hier ist einfach eine Diskrepanz zwischen dem Ausgeben, dem Einnehmen, dem Sparen und natürlich der Steuerpolitik festzustellen. Wir haben, wie gesagt, keine Finanztransaktionssteuer. Italien hat sich bisher immer dagegen gestellt. Es gibt einen Beschluss des Europaparlamentes. Die Europäische Kommission ist dafür und mehr oder weniger alle Staaten der Euro-Zone sind dafür. Nicht einmal Großbritannien hat sich gegen eine Finanztransaktionssteuer gewehrt. Der einzige, der sich dagegen gewehrt hat, war Berlusconi. Die neue Regierung hat sich bisher auch nicht dafür ausgesprochen. Der Finanzsektor wurde in den letzten Jahren mit fast 1000 Billionen Euro gestützt, und er wehrt sich natürlich dagegen, wenn er zur Kasse gebeten werden würde. Mit der Einführung einer Finanztransaktionssteuer von 0,5 oder 0,3 oder 0,2 Prozent auf die verschiedenen Finanztransaktionen müsste man das Geld nicht den Bürgern abknöpfen, sondern könnte es sich bei dem Sektor holen, der mit Derivatenhandel, Devisenhandel usw. unendlich viel Geld verdient hat und mitschuldig an der Krise ist. Es ist leider Gottes so, dass es heute für die Staaten nicht mehr möglich sein wird, die eigenen Schulden abzubauen und gleichzeitig für das Bankvermögen zu garantieren. Das geht nicht! Wenn Irland das selber händeln müsste, dann müsste es 40mal mehr im Jahr einnehmen, als es das heute tut. Irland hat seinen Schuldenstand und garantiert für ein Bankvermögen. Das ist das 40fache von dem, was heute an Einnahmen erwirtschaftet wird. In Italien ist es das 30fache und auch in Deutschland, das im europäischen Vergleich am besten dasteht, ist es immerhin noch das 9fache an Einnahmen, die im gesamten Bundesgebiet in einem Jahr erwirtschaftet werden. Auf der anderen Seite muss man auch nicht unbedingt wahnsinnig erschrecken vor Staatsverschuldung. Staatsverschuldung hat es immer schon gegeben. Sie ist dann zum Problem geworden, als die Finanzmärkte begonnen haben, mit ihr zu spekulieren. Man wird irgendwann einmal draufkommen, wer wie viel profitiert hat, welche Finanzakteure von dieser Schuldenkrise und von dieser Hysterie, die ja auch durch die Rating-Agenturen ausgelöst wurde, profitiert haben. Nichtsdestotrotz kann es nicht gut gehen, wenn ein Staat wie Italien ewig und noch eine Weile auf Pump lebt. Dass wir auf der Insel der Seligen irgendwann auch mit zur Kasse gebeten werden, war auch absehbar. Mich überrascht nur, dass unser Gebilde hier so fragil und die Finanzautonomie nicht existent ist. Der Staat sagt, dass das Mailänder Abkommen nicht das

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Papier wert ist, auf dem es geschrieben wurde. Man muss wirklich feststellen, dass uns auf der einen Seite die Finanzfassadenkletterer und Geldseilschaften auf Brüsseler und römischer Ebene, auf der anderen Seite aber auch die Fassadenkletterer in der Landesregierung fest im Griff haben. Denn es fängt ja schon damit an, dass wir von einem Fünf-Milliarden-Euro-Haushalt sprechen. Das mag technisch zwar stimmen, aber in Wirklichkeit sind es ja nur 4,6 Milliarden, denn die Sonderbuchführungen sind keine echten Einnahmen bzw. Ausgaben. Jetzt haben wir also einen Haushalt von 4,6 Milliarden. Schon allein das zeigt, dass man hier etwas vortäuschen will. Auf der anderen Seite hat man gesagt, unser Haushalt sei gerettet, indem das Mailänder Abkommen getroffen wurde. Das einzige, was durch das Mailänder Abkommen wirklich gerettet wurde, waren die Parteifinanzen der SVP, denn danach ging's dann mit dieser vermasselten Parteienfinanzierung etwas leichter, warum auch immer. Das kann ein Zufall sein, aber ich denke nicht, dass es so ist. Ich denke, dass in diesem ganzen Strom auch die 1,7 Millionen Euro für die Partei herausgeschaut haben. Also, ich glaube dass man auch darüber verhandelt hat. Wie sonst ist es möglich, dass es danach plötzlich so leicht gegangen ist mit diesen 1,7 - 1,8 Millionen Euro, die die SVPFührung damals vermasselt, also nicht termingerecht für die Wahlkampfkostenrückerstattung beantragt hat? Ich glaube, dass unterm Strich das übrig bleibt, aber für uns unterm Strich relativ wenig übrig bleibt, denn wenn man jetzt sieht, dass der Staat alles abknöpfen kann, was er will und wir möglicherweise damit leben müssen, weil uns der Verfassungsgerichtshof nicht Recht geben wird, dann ist es eine bedenkliche Entwicklung. Die Autonomie hält in dieser Frage, also in der Finanzfrage nicht, denn es ist einfach nicht so, dass wir 90 Prozent von allem bekommen. Es wäre zu wünschen gewesen, dass wir besser vorbereitet gewesen wären, und es wäre natürlich zu wünschen, dass es nicht so schlimm kommt, wie es zur Zeit ausschaut. Das hofft derzeit jeder, und in Rom wird eben einfach durchmarschiert. Die Parteien im römischen Parlament sind froh darüber, dass sie das nicht selbst umsetzen müssen. Beschließen müssen sie es aber trotzdem, und man muss man erst sehen, wie im Parlament letztlich die einzelnen Maßnahmen des Sparpaketes beschlossen werden. Was mich überrascht hat ist, dass die Abgeordneten der Südtiroler Volkspartei der Regierung Monti a priori das Vertrauen ausgesprochen haben. Das war kein besonders glücklicher Zug. Warum soll man einer technischen Regierung aus Südtiroler Sicht das Vertrauen aussprechen, von der man genau wusste, dass sie hergehen und mit dem Holzhammer in die Finanzen hineinschlagen wird? Und jetzt geht man her und jammert herum - wie beispielsweise die Arbeitnehmer -, dass die IMU eingeführt wird, dass die Leute höher belastet würden, dass der IRPEF-Zuschlag erhöht werden soll usw. Man jammert darüber, dass Benzinpreise steigen, weil die Benzinsteuer ab 1. Jänner erhöht wird und die Ölgesellschaften ja wahre Banditen sind. Das muss man auch einmal sagen. Also, diese Treibstoffproduzenten und Ölgesellschaften sind Banditen! Sie profitieren jetzt davon, dass der Staat die Steuern erhöht, und erhöhen einfach die Preise. Das geht dann über Nacht. Da werden dann einfach 10 Cent dazugetan und am nächsten Tag müssen das die Autofahrer, die Bürger ertragen. Das alles sind Entwicklungen, die die Leute mitmachen müssen und gegen die sie sich nicht wehren können. Wir müssten gegensteuern. Wir haben nicht nur die Möglichkeit, in 19 Grenzgemeinden ein paar Euro an Treibstoffpreisreduzierung oder Bonus zu gewähren, sondern wir könnten das auf das ganze Landesgebiet ausdehnen. Wir könnten aber auch versuchen, das eine oder das andere an den Unterstützungen für die Familien zu schrauben. Wir können sicherlich nicht zuschauen, wenn eine Familie mit einem Durchschnittseinkommen von 30.000 Euro im nächsten Jahr 2.000 Euro weniger in der Tasche haben wird. Kommen wir nun zu einigen lokalen Themen. Ein aktuelles Thema ist zur Zeit die die MEMC, wo viele Arbeitsplätze in Gefahr sind, was ich nicht verstehe. Schließlich habt Ihr doch mit denen geredet! Am 18. Oktober wurde die Evonic - ein internationaler Konzern, der eine Chemikalie produziert, die von der MEMC verwendet wird, um Silizium zur erzeugen - eingeweiht. Die Evonic hat auf dem Gelände der Memc einen neuen Betrieb aufgebaut, der weithin sichtbar ist und wirklich ein fürchterliches Gebilde am Berghang von Sinich ist. Man hat gesagt, dass man diese Chemikalie, die dort massenhaft gebraucht wird, nicht mehr transportieren, sondern vor Ort produzieren wolle. Da waren der Landeshauptmann und der Meraner Bürgermeister dort und beide haben die MemcFührung in höchsten Tönen gelobt und erklärt, dass man ihr in jeder Hinsicht entgegengekommen sei. Ich glaube, dass die damals schon gewusst haben müssen, ob sie zusperren wollen oder nicht, denn innerhalb von eineinhalb Monaten ändert sich die Weltmarktlage in diesem Bereich nicht so drastisch. Es gibt derzeit im Fotovoltaikbereich ein bestimmtes Absatzproblemen, aber man weiß auch, dass es bereits neue Bestellungen gibt und speziell zu Jahresbeginn dieser Markt wieder angekurbelt werden wird. Die Nachfrage nach Platten wird steigen und somit wird auch der Siliziumabsatz der Memc steigen. Ich denke ganz, dass die es sich sehr einfach machen, und Ihr habt Euch von denen übers Ohr hauen lassen nach dem Motto: Wir schicken mal ein paar hundert Leute in Lohnausgleichskasse und gleichzeitig nehmen wir die Situation zum Anlass, um von der Landesregierung irgendwas abzupressen. Das ist nichts anderes als eine Erpressung! Man sagt ganz einfach, dass man dafür sorgen müsse, dass die MEMC billigeren Strom bekommt. Sie ist mit einer halben Milliarde Kilowattstunden im Jahr nun einmal

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der größte Stromabnehmer des Landes. Es wurde ja eigens eine Hochspannungsversorgungsleitung vom Werk der SEL Hydros in Lana nach Sinich verlegt. Die SEL hat dafür geworben, warum auch immer. Ich dachte mir, dass die SEL der MEMC auch den Strom liefern wird, aber dem scheint offensichtlich nicht so zu sein. Irgendwo muss dann aber doch ein Geschäftchen herausgeschaut haben. Also, unterm Strich hat man alles Mögliche getan, um diesem Betrieb zu helfen, und jetzt steht man da und ist offensichtlich völlig überrascht von der Entwicklung. Wie gesagt, so schnell ändert sich die Weltmarktlage in diesem Bereich nicht. Die Nachfrage stagnierte bereits vor einigen Monaten, aber die Nachfrage nach Halbleitern, nach Silizium für Photovoltaik-Anlagen wird mit Jahresende und speziell mit Jahresbeginn enorm ansteigen. Man sollte sich also nicht aufs Glatteis führen lassen. Auf der anderen Seite sollte man sich aber auch nicht erpressen lassen, denn die MEMC wird sicherlich nicht zusperren, nachdem gerade erst den neuen Komplex der Evonic dorthin gestellt bekommen hat. Also, für so einfältig und verblödet sollte man uns hier nicht halten. Wenn sie das wirklich tun wollen, dann sollen sie eben zusperren, aber ich glaube nicht, dass es dazu kommen wird, denn die Nachfrage kommt wieder. Man soll sich hier nicht ins Bockshorn jagen lassen, und die sollen für den Strom, den sie beziehen, auch zahlen. Sie zahlen wahrscheinlich eh schon vergünstigte Preise. Irgendwann einmal muss es dann auch genug sein. Man kann sich nicht von solchen Konzernen knebeln lassen. Auch das mit dem Bauprogramm von 300 Millionen Euro ist eine ganz lustige Geschichte. Man macht eine Pressekonferenz und sagt, man habe ein Riesenbauprogramm von 300 Millionen Euro. "Das ist Sozialpolitik in Südtirol und damit erhalten wir Arbeitsplätze und das schon ist etwas, was wir als Landesregierung leisten." Im gleichen Atemzug sagt der sympathische, freundliche Kollege Mussner, dass 48 Prozent dieser Aufträge gar nicht an Betriebe im Land, sondern an Betriebe außerhalb des Landes gehen würden. Also profitieren gar nicht einmal die Arbeitnehmer in Südtirol und schon gar nicht der Landeshaushalt. Natürlich sind wir da an bestimmte Zwänge gekettet, aber man kann doch nicht mit 300 Millionen Euro prahlen, wenn 150 Millionen Euro gar nicht einmal im Land bleiben, sondern an Firmen außerhalb des Landes gehen und somit nicht Arbeitsplätze in Südtirol erhalten. Ich würde mir wünschen, dass man auch hier einmal überlegt, ob all diese Gelder wirklich sinnvoll sind. Nehmen wir beispielsweise den neuen Komplex beim Bozner Krankenhaus her, der 500 Millionen Euro kostet. Manches wird es brauchen - das gebe ich zu -, aber der alte Komplex muss doch in irgendeiner Weise saniert bzw. für etwas anderes genutzt werden. Vor einigen Jahren ist man hergegangen und hat viel Geld in die Strahlentherapie in der Bonvicini-Klinik investiert. Dass man hergeht und dort teure Anlagen hinstellt, obwohl im alten Krankenhauskomplex noch Kapazität vorhanden gewesen wäre, … Man hat sich in dieser Privatklinik eingemietet und mittlerweile funktioniert es dort ja auch recht gut, aber man schafft es dort nicht, die gesamte Kapazität Südtirols an Strahlentherapiepatienten aufzunehmen. Die Hälfte muss immer noch sehr oft und sehr häufig und natürlich zu hohen Kosten für die öffentliche Hand - ich habe ja vor kurzem vom Landesrat Theiner die entsprechende Aufstellung erhalten - nach Innsbruck, Trient oder Verona gebracht werden, um dort die Strahlentherapie in Anspruch zu nehmen. Man könnte dort für einige Millionen Euro eine zusätzliche Bestrahlungseinheit einrichten. Das würde weniger kosten und sich im Zeitlauf von drei, vier Jahren amortisieren. Es würde weniger kosten, als jährlich immer Leute nach Innsbruck oder Trient zu karren. Hier hat man meiner Meinung nach einen Planungsfehler begangen. Entweder man hätte damals schon draußen beim Krankenhaus eine Strahlentherapie einrichten sollen oder man sollte jetzt in der Bonvicini-Klinik bleiben. Das ist das "Gewurstel", das in Südtirol immer wieder vorhanden und zu verzeichnen ist, und mit diesem "Gewurstel" werden Gelder verschleudert. Dasselbe gilt für das Thermenhotel, das für 41 Millionen Euro gebaut wurde. Insgesamt müsste dieses Hotel eigentlich 60 Millionen Euro wert sein, was es aber nicht ist, denn es wurde um 30 Millionen Euro verkauft. Die Kosten für jedes Bett in diesem Thermenhotel wurden mit 147.000 Euro veranschlagt. Normalerweise braucht man für ein Hotel dieser Kategorie 80.000 Euro pro Bett. In Südtirol hat man dazu etwas dazugegeben – nach dem Motto "es darf etwas mehr sein" - und hat 147.000 Euro pro Bett ausgegeben. Und zum Schluss wird es zum Schleuderpreis verkauft! Ich verstehe nicht, wie man hier plant, wie man hier denkt. Zum einen war es ja schon einmal falsch, dass das Land ein Hotel errichtet. Es war nicht falsch, die Thermen zu errichten, denn sie sind für Meran eine touristische Aufwertung. Im Nachhinein muss man auch sagen, dass auch der Botanische Garten eine sehr gute Idee war, wenngleich er noch immer als zu teuer betrachtet werden muss. Wie gesagt, das Thermenhotel ist ein eklatanter Planungsfehler des Landes. Man kann als Land nicht in Konkurrenz zu Unternehmen treten, indem man mit Steuergeldern ein Hotel baut. Natürlich kleckert man mit Steuergeldern. Der Matteo Thun musste oben ja dreimal irgendwas machen. So hat man ja die Bäder zwei Mal ausgewechselt. Da wurde wirklich Geld en masse ausgegeben. Im Übrigen wurde das Hotel immer schlecht geführt. Niemand geht in dieses wunderbare Restaurant, um zu essen, weil dieses einfach schlecht ist. Niemand geht in die Bar. Das Hotel lebt mittlerweile vom Bustourismus aus Polen. Das muss man sich mal vorstellen! Würde man sich im Thermenhotel in

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Meran ein Zimmer mieten, dann würde man billiger leben als in einer Mietwohnung in Meran. Und Ihr baut mit soviel Geld ein Hotel, übergebt es einer schlechten Führung und verschleudert es dann! Wir wissen ja, an wen es verschleudert wurde. Und als Zugabe, sozusagen als Abschiedsgeschenk, habt Ihr diese Möglichkeit der Erhöhung der Kubatur geschaffen. Das passt auch in dieses Bild der Geldseilschaften, die in Südtirol immer und überall dahinter stecken, immer und überall mitprofitieren. Deshalb kostet alles so viel. Ihr habt wirklich immer großzügig gebaut, natürlich auch Dinge, die es braucht, Die Claudiana, ... Ich glaube, dass dieser Deal schon vor längerer Zeit geschlossen wurde. Jetzt braucht es einen neuen Deal, um die Wellen zu glätten. Ich glaube, dass es immer auf dieser Ebene abläuft. Da wird der Landeshauptmann geprügelt, dann wird ein Deal vereinbart, dann wird er nicht mehr geprügelt. Diese Höhen und Tiefen sind in Südtirol im Verhältnis zwischen Ebner und Durnwalder immer wieder feststellbar. Ob hier nun gepacktelt wurde oder nicht, hier wurde etwas veräußert, was wesentlich mehr 20 Millionen Euro hätte bringen müssen. Jetzt wird natürlich gesagt, dass man niemanden gefunden hätte, der mehr 20 Millionen bezahlt hätte. Warum hat man dann ursprünglich den Fehler gemacht und das Hotel selbst gebaut? Das sind keine Peanuts, die hier verschleudert werden! Welche Immobilie in Südtirol ist nach einigen Jahren weniger wert? Keine! Jede Immobilie in Südtirol ist nach einigen Jahren mehr wert. Für eine Wohnung, die 1980 oder 1985 vielleicht 110 Millionen Lire gekostet hat, bekomme ich heute 250.000 Euro! Welche Immobilie in Südtirol verliert an Wert? Ausgerechnet das wunderbare Thermenhotel des Landes in Meran! Für 120 Millionen Euro habt Ihr die Claudiana gebaut, für 60 Millionen Euro die Uni Brixen. Natürlich sind das Dinge, die es braucht, aber man könnte schon auch etwas anders dimensionieren. Insgesamt gesehen muss man anmerken, dass die Menschen in Südtirol im kommenden Jahr stark unter dieser Belastung, die vom Staat aufgebürdet wird, leiden werden. Wie kann man gegensteuern? Ich würde beim IRPEF-Zuschlag auf keinen Fall so schnell einknicken, wie der Staat das will. Man muss schon das eine oder andere durchexerzieren. Man muss eben einmal beschließen und dann schauen, wie es bis zum Schluss ausgeht. Das wurde in anderen Fällen auch so gemacht. Wir haben in Südtirol auch hausgemachte Problematiken, wie beispielsweise die SEL AG. Darüber werden wir im Rahmen dieser Debatte sicher noch viel diskutieren. Was hat die SEL AG dem Bürger schon Großartiges gebracht? Billigeren Strom? Nein! Wahnsinnig hohe Steuereinnahmen in den Landeshaushalt? Eigentlich nicht. Also, was bleibt unterm Strich übrig von diesem großen Deal? Die Heimholung der Wasserkraft? Toll, aber zu welchen Bedingungen? Dass die SEL AG zu einem Skandal werden würde, war absehbar. Und jetzt soll man nicht sagen, dass man im Nachhinein man immer gescheiter ist. Wenn man sich die Wortprotokolle der Haushaltsdebatte 2000/2001 durchliest, so wurde damals eine Verschuldung eingetragen, um die Verhandlungen mit Edison und ENEL aufnehmen zu können. Da gab es immer wieder Kritik von unserer Seite. Wir haben gesagt, dass es mehr Transparenz brauche, dass man uns einen Businessplan vorlegen solle, damit wir verstehen, was Ihr mit dem Geld, das wir Euch als Verschuldung genehmigen sollen, tun wollt. Nichts dergleichen wurde getan! Es wurde immer gesagt, dass es Geheimverhandlungen seien, übe die man nicht sprechen dürfe. Um Himmels Willen, wir Abgeordnete sitzen in einer Kommission, und der eine und andere wird auch irgendwas von bestimmten Dingen verstehen. Man muss also ihnen reden bzw. ihnen erklären, was passiert. Vielleicht vermeidet man dann den einen oder anderen Fehler. Die SEL AG, der größte Betrieb des Landes mit einem Umsatz von 270 Millionen Euro im Jahr 2010 und einem Anlagevermögen von 380 Millionen Euro, war vom Landtag nicht kontrollierbar. Ich weiß auch nicht, ob er von der Landesregierung immer kontrollierbar war, denn wenn es stimmt, dass Ihr nichts gewusst habt, dann war er offensichtlich auch für Euch nicht kontrollierbar. Warum hat man nicht dafür gesorgt, dass dieser Konzern besser kontrollierbar ist, dass er transparenter arbeitet, dass auch mehr Kontrolle seitens des Landtages möglich ist? Es ist nicht immer so, dass die Opposition aus Bosheit kontrollieren will, nur um etwas zu finden bzw. um der Landesregierung am Zeug zu flicken? Nein! Es geht auch darum, dass man bestimmte Fehlentwicklungen und Fehler vermeidet, und wenn mehr Augen hinschauen, dann kann man das eine oder andere auch vermeiden. Letztlich ist unterm Strich der Murks herausgekommen. Man hat die SEL operieren lassen und man hat zugeschaut. Man hat auch die einen oder anderen Personen eingesetzt, die im Umfeld der politischen Machthaber des Landes sitzen. Es ist kein Zufall, dass der Pircher und der Stocker gerade in diesen Funktionen in der SEL AG saßen. Hier wurde dann operiert und zum Schluss musste dann festgestellt werden, dass da ein Konglomerat geschaffen wurde, das es so niemals gebraucht hätte. Warum muss eine SEL-Holding Fernheizwerke haben? Warum muss sich eine SEL-Holding mit diesen kleinen Dingen herumschlagen? Die hätten bei der Produktion und bei der Verteilung des Stroms bleiben sollen, dann wäre die Geschichte erledigt gewesen. Hier wurde ein Monopolbetrieb geschaffen, der völlig im Eigentum des Landes, also unter Kontrolle der Landesregierung ist, die dann gleichzeitig die Konzessionen vergibt. Wir wissen, was daraus entstanden ist: Einer der größten Skandale, den es in Südtirol je gegeben hat. Wir wissen auch, dass hier noch viele Fragen offen sind, speziell auch jene, warum die Landesregierung zugeschaut hat. Unterm Strich hat für die

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Bürger nichts herausgeschaut, und das ist das Schlimmste an der ganzen Sache! Man hatte den Bürgern ursprünglich versprochen, dass auch für sie etwas herausschauen würde. Gut, die SEL AG bietet irgendwelche Familienpakete bzw. familienfreundliche Preise an, aber das tun andere auch. Wenn ich in Deutschland leben würde, dann könnte ich jeden Tag den Stromanbieter wechseln, einfach mit einem Mausklick im Internet, und würde wesentlich weniger Strom zahlen. Da braucht sich die SEL AG nichts darauf einbilden. Ich fahre am Nachmittag mit meiner Stellungnahme fort. PRESIDENTE: Va bene. La seduta è sospesa fino alle ore 15.00. ORE 13.00 UHR ----------ORE 15.04 UHR Vorsitz des Präsidenten | Presidenza del presidente: Mauro Minniti PRESIDENTE: Riprendiamo la seduta. Siamo in discussione generale dei disegni di legge n. 114/11 e 115/11. Il consigliere Pöder ha ancora 14 minuti a disposizione, per completare il suo intervento iniziato stamattina, prego. PÖDER (BürgerUnion): Danke, Herr Präsident. Ich möchte noch auf ein, zwei weitere Punkte eingehen. Das Wohnbauinstitut müsste meiner Meinung nach kommissarisch verwaltet werden, denn dort herrschen wirklich Zustände, die in einem solchen Sonderbetrieb nicht herrschen dürften. Immerhin verwaltet dieser 13.000 Immobilien, mit einem 250-Millionen-Euro-Budget. 700 Wohnungen stehen leer, 450 Wohnungen müssen saniert werden, aber die Ausschreibungen werden nicht durchgeführt. Das ist Schuld der Landesregierung, weil keine Richtlinien festgelegt werden. Es ist nicht nur so, dass diese Wohnungen leer stehen und dann eine ganze Reihe von Effekten als Folge zu verzeichnen wären, Der freie Wohnungsmarkt wird immer teurer, auch dadurch, dass das Wohnbauinstitut für Knappheit sorgt, indem es 700 Wohnungen, die im öffentlichen Besitz sind, nicht vermietet. Die entgangenen Mieteinnahmen des Wohnbauinstitutes betragen immerhin einige Millionen Euro, und insgesamt gesehen gibt es eine ziemlich vernachlässigte Verwaltung innerhalb des Wohnbauinstitutes. Dass man einem Generaldirektor wie Herrn Stimpfl noch einmal den Vertrag verlängert hat, versteht niemand, denn dieser ist schlichtweg überfordert. Auch der neue Präsident ist mit der Situation überfordert, und auch der Abteilungsdirektor der technischen Dienste, Dr. Gotter, ist heillos überfordert oder spielt irgendein Spielchen. Im Wohnbauinstitut, das, insgesamt gesehen, eine wichtige sozial- und familienpolitische Aufgabe erfüllen sollte, werden gut gemeinte Ratschläge nicht befolgt oder wissentlich ignoriert. Es geht zum Beispiel um die Bauweise. Da werden Komplexe gebaut, immer in unterschiedlicher Art und Weise. Es gibt keine Standards, und diese Komplexe müssen dann nach wenigen Jahren wieder saniert werden, weil sie einfach schlecht gebaut wurden. Millionen von Euro werden da verschwendet! Dann werden auch Wohnungen nicht vergeben und leerstehende Wohnungen nicht saniert. Wir kennen auch die Misere rund um die vermieteten Wohnungen. Eine politische Frage sind zum Beispiel die NullEuro-Mieten. Es gibt an die 2.000 Mieter, die keinen Euro Miete bezahlen. Ich glaube, dass es durchaus angebracht wäre, einmal darüber nachzudenken, ob man nicht eine Mindestmiete von 100 Euro einführen sollte. Das wäre erträglich und würde Gerechtigkeit schaffen. Es gibt eine ganze Reihe von vermieteten Wohnungen, die von Leuten bewohnt werden, die ohne weiteres 100 Euro zahlen könnten. Wenn man sich die neuesten Flachbildfernseher und alle möglichen andere Dinge in diesen Wohnungen anschaut, dann wären 100 Euro Miete im Monat wahrlich nicht zuviel. Man könnte die Mindestrentner von einer solchen Mindestmiete ausnehmen. Wie gesagt, es gibt eine ganze Reihe von Dingen, die beim Wohnbauinstitut nicht in Ordnung sind. Die Frage der Zusammenlegung des Mietgeldes und des sozialen Mietbeitrages der Bezirksgemeinschaften muss auch endlich gelöst werden. Hier gibt es Missbrauch, aufgrund der unterschiedlichen Systeme der Mietbeiträge, der unterschiedlichen Vergabekriterien und natürlich auch der Zeiträume. Da braucht jemand nur zur Bezirksgemeinschaft gehen und den sozialen Mietbeitrag beantragen. Dann geht er zum Wohnbauinstitut und beantragt dort das Wohngeld. Dann dauert es in der Regel sechs Monate, bis die ganze Sache über die Bühne ist, und in der Zwischenzeit erhält er von der Bezirksgemeinschaft den Mietbeitrag. Wenn er dann vom Wohnbauinstitut den Beitrag erhält, dann müsste das eigentlich verrechnet werden, rückwirkend für die Monate, ab denen er den Antrag gestellt hat. Das geschieht in der Regel nicht, weil sich der Betreffende als arbeitslos melden muss oder sagen kann: "Ich zahle das nicht." Es gibt keine Handhabe, das mit dem neuen Wohngeld, das er vom Wohnbauinstitut erhält, zu verrechnen.

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Er muss das auch nicht zurückzahlen, weil es keine Handhabe gibt, ihm das abzuknöpfen. Wer nichts hat, dem kann man nichts nehmen. Deshalb gibt es diesen Missbrauch, der darin besteht, dass man für einige Monate einen Doppelbezug hat. Das muss abgestellt werden, und zwar durch die Zusammenlegung des Mietgeldes und des sozialen Mietbeitrages. Das Wohnbauinstitut ist, wie gesagt, eine sehr marode Institution - ich sage es ganz offen -, weil die Führungskräfte nicht auf der Höhe ihrer Aufgaben sind. Die Landesregierung ist säumig mit den Richtlinien für die Ausschreibungen. Ich habe vorhin auch über die öffentlichen Arbeiten gesprochen. Zunächst wurde über die 300 Millionen Euro gejubelt, aber dann wurde im gleichen Atemzug gesagt, dass 48 Prozent dieses Betrages außer Landes gehen würden. 150 Millionen Euro dieser 300 Millionen Euro bleiben also nicht im Land. Da wäre mir lieber, man würde etwas kleiner dimensioniert bauen und vielleicht 100 Millionen Euro einsparen. Damit wäre mehr geholfen, als wenn man 300 Millionen Euro ausgibt, von denen 150 Millionen Euro außer Landes gehen. Ich verstehe schon, dass es Zwänge gibt, die Ausschreibungen europaweit zu machen, aber hier hätte die Landesregierung schon noch einige Hausaufgaben zu machen. Nun aber zurück zum Wohnbauinstitut. Wie gesagt, 700 Wohnungen stehen leer, 450 Wohnungen werden nicht saniert bzw. warten auf die Sanierung. Die Richtlinien für die Ausschreibungen fehlen; es gibt neue Komplexe, die dann nach wenigen Jahren wieder saniert werden müssen. Ratschläge für Baustandards werden nicht eingehalten, der Generaldirektor und der Abteilungsdirektor des Technischen Dienstes sind überfordert, der neue Präsident ist nicht da, wie der alte im Übrigen auch nie präsent war. Das sind Dinge, die geändert und geregelt werden müssen. Ich würde das Wohnbauinstitut jederzeit unter kommissarische Verwaltung setzen, denn hier wird öffentliches Geld verschleudert, und zwar in jeder Hinsicht. Wenn man Wohnungen leer stehen lässt, dann bekommen die Leute keine Wohnungen. Der Wohnungsmarkt wird teurer und gleichzeitigen entgehen dem Wohnbauinstitut Mieteinnahmen. Ich verstehe nicht, wie man einen Generaldirektor Stimpfl … NOGGLER (SVP): (unterbricht) PÖDER (BürgerUnion für Südtirol): Ja, das ist nicht immer ein Qualitätsmerkmal. Nicht in jeder Hinsicht ist das Vinschger-Sein ein Qualitätskriterium, bei Herrn Stimpfl sicher nicht. Im Gegenteil, es ist hier wirklich so – das hat auch die Kommission festgestellt- dass er mit seiner Aufgabe überfordert ist. Wir haben gehört, dass 78.000 Menschen in Südtirol an der Armutsgrenze leben. 19.000 Haushalte geben an, dass sie sich im letzten Jahr nichts erspart hätten. Das muss man auch sich einmal auf der Zunge zergehen lassen! Da kann man natürlich sagen, sie hätten ja nicht so viel ausgeben brauchen. Natürlich wird auch konsumiert - das stimmt schon – und manchmal wird vielleicht auch etwas gekauft, was man nicht unbedingt bräuchte. Man bräuchte vielleicht nicht das dritte oder vierte Handy, aber es ist nun einmal so, dass man aufgrund der Lebenshaltungskosten gar nicht imstande ist, etwas zu sparen. Wenn dann einmal eine Sonderausgabe anfällt, dann ist man nicht mehr imstande, das zu zahlen. Ich halte es für einen Fehler - das auch an die Adresse des Soziallandesrates gerichtet -, dass man bei der einheitlichen Vermögenserhebung nicht die Betriebsvermögen miteingerechnet hat. Bei den Arbeitnehmern wird das gesamte Vermögen herangezogen, mit Ausnahme des Mobiliarvermögens bis hunderttausend und der Erstwohnung, aber diese ist ja bei allen ausgenommen. Dass bei den Unternehmen nicht wenigstens das Betriebsvermögen ab einem Wert von 500.000 Euro miteingerechnet wird, halte ich für einen Fehler. Das ist sozial nicht gerecht bzw. genauso sozial ungerecht wie, dass eine ganze Kategorie in der Landwirtschaft keine ICI bezahlt. Das muss wirklich korrigiert werden. Wir haben viele Probleme mit den verschiedenen Teuerungen, mit der Benzinpreissteigerung usw. Durchschnittlich verdienende Familie werden im nächsten Jahr 2.000 Euro weniger in der Tasche haben. Man müsste also auch hier gegensteuern. Ich verstehe schon, dass man auf der einen Seite natürlich auch vom Staat geschröpft wird. Auf der anderen Seite muss man immer schauen, wie man mit dem Landeshaushalt zu Rande kommt. Dann muss man eben Prioritäten setzen und die Kaufkraft der Menschen stützen, wie immer man das auch machen will, beispielsweise durch Sondermaßnahmen wie vielleicht einem Bürgerscheck. Ich würde aber auch über ein Betreuungsgeld hier nachdenken für jene, die nicht öffentliche Strukturen in Anspruch nehmen, wie das in Deutschland passiert. Wenn jemand die öffentlichen Strukturen nicht in Anspruch nimmt, dann sollte er doch auch etwas von den öffentlichen Zuwendungen haben. Wir haben noch die finanziellen Mittel in diesem Land, um den Kaufkraftverlust der Familien, der Bürger einigermaßen aufzufangen. Ich halte nicht viel davon, dass man den Betrieben in Sachen IRAP jetzt noch einmal entgegenkommt, denn diese geben das dann die in keinster Weise in Richtung Lohnerhöhung weiter. Wir haben in den vergangenen Jahren mehrmals bei der IRAP nach unten korrigiert, in der Hoffnung, dass die Betriebe dann wenigstens einige Euro an Lohnerhöhungen weitergeben. Das ist aber nicht geschehen. Man kann das nicht damit rechtfertigen, indem man sagt, dass man die IRAP nach unten korrigiert, um den Standort attraktiv zu machen

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oder den Betrieben zu helfen, die dann ja Arbeitsplätze erhalten. Die Betriebe sind bis zum Schluss so kaltschnäuzig wie die MEMC. Wenn es denen nicht mehr passt, dann schließen die die Tore oder gehen dann natürlich zur öffentlichen Hand und sagen: "Ihr müsst uns dieses oder jenes geben." Also, die IRAP nach unten zu korrigieren halte ich für einen Fehler. Ich würde, wenn schon, alle Mittel dazu verwenden, um die Kaufkraft der Familien zu stärken. Die Gelder sollten einmal nicht dort ausgegeben werden, wo sie immer ausgegeben wurden, sondern dort, wo die Not evident ist, und das ist nun einmal bei der Kaufkraft. Wenn wir uns die eingebrachten Tagesordnungsanträge anschauen, so gibt es da einige durchaus interessante Vorschläge. Die Landesregierung sollte sich wirklich das zu Herzen nehmen, was wir hier sagen. Wir haben ja gesehen, dass es im Bereich der SEL AG richtig gewesen wäre, wenn die Landesregierung die Kritik der Opposition schon vor zehn Jahren zur Kenntnis genommen hätte. Dann wäre es nicht so weit gekommen, wie es gekommen ist. STOCKER S. (Die Freiheitlichen): Danke, Herr Präsident. Sehr geehrter Herr Landeshauptmann, liebe Kolleginnen und Kollegen hier im Hohen Haus! Heuer waren wir natürlich sehr gespannt, was uns der Landeshauptmann in seinem Bericht zum Haushalt berichten würde, denn es war doch ein sehr turbulentes Jahr, ein Jahr, wie wir in Vergangenheit nicht so oft gesehen haben. Ich werde nur auf ein paar Punkte eingehen und sicher nicht die ganze Stunde brauchen. Auf Seite 4 Ihres Berichtes sprechen Sie von der "Politikmüdigkeit" sagen, dass bei den Bürgern eine gewisse Politikmüdigkeit nicht zu leugnen sei. Und dann sagen sie, dass das unter anderem so ist, wenn über gewisse Themen endlos diskutiert wird, wie beispielsweise beim Integrationsgesetz. Sie wissen ganz genau, Herr Landeshauptmann, dass das so nicht stimmt. Die Politikmüdigkeit hat sicherlich nichts mit dem Integrationsgesetz zu tun. Parteiobmann Theiner hat ja selbst gesagt, dass das das wichtigste Gesetz in dieser Legislatur sei, und deshalb kann es natürlich nicht so sein, dass dieses Gesetz in zehn Minuten oder in einer Stunde behandelt wird. Es ist nicht nur das wichtigste Gesetz, sondern es ist ein Gesetz bzw. eine Thematik, die den Menschen draußen unter den Nägeln brennt. Da gibt es nichts zu beschönigen. Wenn schon gibt es eine Politikmüdigkeit, wenn die Menschen draußen spüren, dass man dieses Thema nicht ernst nimmt. Sie schreiben in Ihrem Bericht, dass es jetzt Regeln gäbe, von den Einwanderern eingehalten werden müssen. Welche Regeln müssen die Einwanderer einhalten und wieso müssen wir Regeln einhalten? Wieso muss sich der Einheimische an die Einwanderer anpassen, und nicht umgekehrt? Sie kennen hier unsere Meinung. Es ist ein Phänomen, das wir zur Kenntnis nehmen und man kann auch etwas Positives an jenen finden, die sich integrieren wollen. Ich bin aber nicht dafür, dass wir uns an die Einwanderer anpassen müssen. Das wird nicht der Fall sein! Es kann nur umgekehrt sein! Wenn ich ein anderes Land gehe, dann muss ich mich auch anpassen. Wenn ich in ein anderes Dorf gehe, dann muss ich mich anpassen und nicht umgekehrt. Das bringt Politikmüdigkeit bei den Bürgern! Man hat hier Regeln für die Einheimischen gemacht. Ich erinnere an die Antidiskriminierungsstelle, die nur die Einheimischen trifft, und sonst niemanden! Das ist die Wahrheit. Politikverdrossen werden die Menschen auch, wenn sie den ganzen SEL-Skandal gesehen haben, Herr Landeshauptmann. Auch wenn Sie sagen, dass man unterscheiden müsse und deren ehemaligen Vorsitzenden sehen müsse, so muss man doch von einem SEL-Skandal sprechen. Ich muss hier wirklich meine beiden Kollegen Egger und Tinkhauser loben, die die Aufdeckung dieses Skandals in Gang gebracht haben und für Ordnung gesorgt haben. Das ist die Wahrheit! Die Leute waren enttäuscht, dass gewisse Leute einfach nie genug bekommen. Das führt zur Politikverdrossenheit bei den Bürgern! Herr Landeshauptmann, Sie schreiben in Ihrem Bericht: Es gibt verschiedene Ursachen, denen man versuchen müsse entgegenzutreten. Ein Mittel, um der Politikmüdigkeit der Bürger entgegenzutreten, werde das Gesetz zur Direkten Demokratie sein, über das zur Zeit im Gesetzgebungsausschuss diskutiert wird. Nun, auch hier muss ich sagen: Ich glaube, dass die Landesregierung und auch die SVP für die Direkte Demokratie nicht reif sind. Das sage ich aus größter Überzeugung! Jetzt wird die Verlängerung der Landespiste für den Flughafen beschlossen, obwohl vor nicht langer Zeit noch 114.000 Bürger in diesem Land "Nein" gesagt haben zu zusätzlichen Finanzierungen für den Flugplatz. Ihr wisst genau, was damals bei dieser Abstimmung passiert ist. Es hat einen Boykott von Seiten der Landesregierung gegeben, mit welchem man indirekt dazu aufgerufen hat, nicht zur Abstimmung hinzugehen. Die Bürger sind aber trotzdem hingegangen. Genau in diesen Tagen beschließt man dann das,, was mehr als 100.000 Menschen eigentlich abgelehnt haben. Dasselbe passiert auch in Neumarkt, wo sich eine Bürgerinitiative gegen den Abriss des alten Rathauses gebildet hat. Geschätzte Frau Landesrätin, die Bürger möchten, dass darüber abgestimmt wird, aber die Gemeindeverwaltung hat so eine Abstimmung abgelehnt. Das enttäuscht die Bürger umso mehr, als dieses Haus im Besitz der Gemeinde ist. Die Gemeindeverwaltung könnte ein eigenes Haus vorbildlich restaurieren, tut es aber

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nicht. Der Private hingegen muss sein Haus, das unter Ensemble- oder Denkmalschutz steht, sehr wohl restaurieren. Das sind die Themen, wo die Bürger Politikmüdigkeit verspüren. Das sind Enttäuschungen! Ein Thema, das mir natürlich immer schon sehr am Herzen gelegen ist - im vergangenen Jahr wurde im Bericht eine knappe Zeile darüber geschrieben und diesmal ist es fast eine ganze Seite - ist die Windkraft, und damit verbunden natürlich auch der Landschaftsschutz. Herr Landeshauptmann, Sie fragen in Ihrem Bericht: "Für was entscheiden wir uns: für die erneuerbare Energie oder für den Landschaftsschutz?" Meines Erachtens ist diese Frage gemein. Glauben Sie mir, diese Entscheidung fällt nicht jedem leicht, und auch unsere Fraktion hat das Für und Wider genau besprochen. Wir sind ein sehr kleines Land, wir sind ein Tourismusland. Wir haben keine Ebenen, und die Windräder passen nicht ins Gebirge. Das ist die Wahrheit! Für uns sind Windräder, landschaftlich gesehen, enorme Störelemente. Das kann man drehen wie man will, Windräder passen in die Ebenen. Ebenen haben wir nicht, und ich bin froh, dass die zwei Windräder auf der Malser Heide abgetragen werden müssen. Ich bin mir nicht sicher, aber ich glaube, dass der Landschaftsschutz höher wiegt, aus dem einfachen Grund, weil wir ein Tourismusland sind und die Gäste wegen der Landschaft zu uns kommen. Der Großteil unserer Gäste kommt ja aus Deutschland, wo es immer mehr Windparks gibt. Deshalb werden sie im Urlaub nicht in ein Land fahren, wo auch Windparks entstehen sollen. Die Menschen wünschen sich eine intakte Natur und eine intakte Landschaft. Landschaftsbild und Windräder gehören einfach nicht zusammen. Deshalb sind wir der Meinung, dass die Landschaft hier Vorrang hat. Wir produzieren schon sehr viel saubere Energie in unserem Land, mehr, als wir eigentlich selber brauchen. Südtirol leistet seinen Beitrag für das Klima. Deshalb sagen wir eindeutig Nein zu Windparks und Windrädern in unserem Land. Ich habe einmal eine Umfrage unter Jugendlichen zitiert, bei der herausgekommen ist, dass sich die Jugendlichen vor allem wünschen, dass ihre Heimat vom Ästhetischen her so erhalten bleibt. In ihrem Bericht findet man auch die umweltfreundliche Mobilität, also die Züge. Hier ist gar einiges passiert. Ich kann mich aber nicht damit anfreunden, wenn Landesrat Widmann eine Machbarkeitsstudie über das "Tauferer Bahnl" macht, nachdem die Überetscher seit bald zehn Jahren auf die Überetscher Bahn warten. Bei den vorletzten Gemeinderatswahlen war auf der Titelseite der SVP-Zeitung "ZIS" der Landeshauptmann mit der grünen Kelle abgebildet und darunter stand: "Die Überetscher Bahn wird kommen." Gekommen ist sie aber nicht. Deshalb verstehe ich nicht, wieso man jetzt Machbarkeitsstudien für neue Projekte macht, wenn man ein versprochenes Projekt nicht umgesetzt hat. Machen wir alles stufenweise, halten wir das Wort, und erst dann sollten die nächsten Projekte in Angriff genommen werden. Sonst wehren wir uns natürlich nicht gegen Verbesserungen bei der Bahn und den Zügen. Wie können Wohlstand, Wissen in Zukunft am besten geschützt werden? Ihr kennt unsere diesbezügliche Meinung. Wir möchten, dass Südtirol den nächsten Schritt macht, und zwar den Schritt in Richtung Freistaat. Die Autonomie hat uns sehr viel gebracht, keine Frage. Es wurde auch sehr viel geleistet, aber wir sind einfach der Meinung, dass die Reise weitergehen muss. Ich bin sehr froh, dass wir über dieses Thema schon vor zwei Jahren bei einer Klausurtagung im Pustertal gesprochen haben und nicht erst jetzt, wo es dem Staat immer schlechter geht. Deshalb kann man uns sicher nicht vorwerfen, dass wir dieses Thema jetzt lancieren würden, weil wir die Gunst der Stunde erkennen. Wir haben das sehr lange vor der jetzigen Krise in Europa, geschweige denn in Italien, gemacht. Für uns ist das ein sehr wichtiges Thema. Die Südtiroler haben Angst vor der Zukunft. Sie wissen nicht, was auf uns zukommen wird. Wir haben gehört, dass die Mehrwertsteuer erhöht werden wird. Die Benzinpreise haben sich schon erhöht. Was wird im kommenden Jahr auf uns zukommen? Die Schwächeren wird es besonders hart treffen. Das Schlimmste ist natürlich die Unzuverlässigkeit Italiens. Das müssen wir einfach zur Kenntnis nehmen, denn auch wenn man jetzt die Mehrwertsteuer usw. erhöht, wissen wir ja nicht, wie es weitergehen wird. Ich glaube, dass sich dieser Staat nicht so einfach erholen wird. Ich habe hier meine größten Zweifel, und deshalb müssen wir uns auf den Weg machen und eine neue Mission entwickeln. Sie haben in ihrem Bericht geschrieben, dass wir nun einmal zu diesem Dampfer gehören, der Leck geschlagen hat. Wir dürfen hier bitte nicht die Geschichte dieses Landes außer acht lassen. Dieses Land wollte nie auf diesem Dampfer sein. Das darf man nicht vergessen. Deshalb steht uns eine Veränderung, auch in punkto Grenzverschiebung, zu. Die Zeiten haben sich auch insofern positiv geändert, als auch in der italienischen Sprachgruppe diese Vision des Freistaates keine Utopie mehr ist. Ich glaube, dass wir dieses Friedensprojekt so schnell wie möglich in Angriff nehmen sollten. Das bringt uns in eine sichere Zukunft. Unsicher wird die Zukunft sein, wenn wir auf diesem Dampfer bleiben. In Europa haben sich die Grenzen in den letzten 80, 90 Jahren sehr oft verschoben. Deshalb ist es keine Utopie, wenn auch bei uns die Grenzen neu geschrieben werden. Helmut Kohl hat in Deutschland den richtigen Moment erkannt, um zu handeln, und dann hat es die deutsche Wiedervereinigung gegeben. Auch wir müssen den richti-

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gen Moment erkennen, damit wir zur rechten Zeit eine Änderung zustande bekommen. Für uns ist das ein großes Friedensprojekt, und wir laden alle Sprachgruppen dazu ein, hier mitzuarbeiten. Ich zitiere zum Schluss ein paar Stellen aus einem Lied von Udo Jürgens. "Ich hab alles im Griff, auf dem sinkenden Schiff. Volle Kraft voraus, auf das nächste beste Riff." Wenn wir bei diesem Staat bleiben, werden wir auf dem Riff landen. Wenn wir uns trauen, zusammen und in Frieden ein neues Projekt anzugehen, dann wird es ein Schiff ohne Leck sein. Vielen Dank. PARDELLER (SVP): Herr Präsident, Kolleginnen und Kollegen! Die drei W, die der Landeshauptmann in den Mittelpunkt seiner Haushaltsrede gestellt hat – W wie Wohlstand, W wie Wissen und W wie Wachstum – gehen mir gut. Es sind drei Begriffe, die im Leben unserer Bevölkerung eine große Rolle spielen, und ich werde zu diesen drei Begriffen meine Meinung äußern, die nicht immer und nicht überall mit jener des Landeshauptmanns übereinstimmen muss. So einfach, wie es sich manche gemacht haben, möchte ich es mir nicht machen. Die Haushaltsrede des Landeshauptmanns sofort als Ramsch abzutun, ist nicht redlich. Dieser Wortschatz ist vermutlich aus der Finanzkrise abgeleitet und ist auf Wohlgefallen gestoßen. Diese Aussage stand Tage lang an prominenter Stelle im Internetdienst Stol, der der Athesia gehört. Es ist normal, dass aus Kreisen der Opposition geschossen wird. Ich möchte nur darauf hinweisen, dass Stol solches wiederholt mit Freude aufgreift und sich somit der Giftpfeile einzelner Oppositionspolitiker bedient, um auf die Landesregierung einzuschießen. Dies ist, das kann man schon sagen, ein hinterhältiger Krieg gegen die Landesregierung und spezifisch gegen den Landeshauptmann. Wohlstand. Doch nun zu den drei Ws des LH-Berichts. Es stimmt. Südtirol hat für einen Teil seiner Bevölkerung einen Wohlstand erreicht, um den man unser Land beneidet. Wir haben im europäischen Vergleich die niederste Arbeitslosenquote; das unterstreicht, dass unser Land verhältnismäßig gut verwaltet wird. Das Land hat keine Schulden, anders als der Staat Italien, dem zuzugehören immer problematischer wird. Rom hat nach 17 Jahren Berlusconi-Macht und Berlusconi-Regierung einen historischen Tiefpunkt erreicht und wäre längst bankrott, wenn nicht Europa einspringen und helfen würde, das Schlimmste zu vermeiden. Aber der Bankrott steht vor der Tür. Der Staatsbankrott nagt auch an unserem Wohlstand. An jeder Ecke im Stiefel hört man es krachen im morschen Gebälk. Mit Berlusconis Kavaliersdelikt Steuerhinterziehung und mit seiner „Bunga-Bunga-Politik“ hat er das Land fast in den Ruin getrieben. Südtirol leidet mit. Schon heute. Morgen wird es noch viel ärger werden, wenn die neue Regierung uns ihre Opfer abverlangt. Auch uns Südtirolern. Dafür, dass wir arbeiten und unsere Steuern zahlen, dürfen wir jetzt noch zusätzlich tief in den Geldbeutel greifen und mithelfen zu retten, was eine unfähige, selbstgefällige, großsprecherische Regierung zerstört hat. Wenn man darüber nachdenkt, dann muss man sich wirklich fragen: Wie kommen wir dazu, diese Bankrottwirtschaft sanieren helfen zu müssen. Unser Wohlstand erweist sich im Grunde als der Wohlstand nur eines Teils der Bevölkerung. Auch in Südtirol – ich darf das sagen, wenn es auch abgedroschen klingt - werden die Reichen immer reicher und die, die wenig haben, immer ärmer. Eine unserer Wochenzeitungen berichtete letztens sehr stolz über die hundert reichsten Südtirolerinnen und Südtiroler und schreibt des Langen und Breiten, wie viel Geld diese Hundert haben. Diese Reportage ist ein Beispiel für die Perversion in unserer Gesellschaft. Zehntausende von Menschen in Südtirol, darunter sehr viele junge und sehr viele Rentner, tun sich immer schwerer und sie werden in nächster Zeit nur noch von der Hand in den Mund leben können. Deshalb klingt es wie Hohn, wenn man über die geilen Reichen berichtet. Mich hat selten einmal etwas so geärgert wie diese Großkotzigkeit in der Krise. Ich gönne den Leuten ihren Reichtum, aber ich frage mich auch – wahrscheinlich nicht allein – wie viel Steuern sie bezahlen, wie viel öffentliche Beiträge sie für ihre Betriebe vom Land bekommen haben und noch bekommen, also von uns Steuerzahlern, von den Rentnern, von den jungen Familien, von den einfachen Arbeitern, von den so genannten „weniger Begüterten“, die ihre Steuern bis zum letzten Cent zahlen müssen. Das ist nicht Wohlstand für alle, Herr Landeshauptmann. Das ist: Hier die Reichen, dort die Armen und dazwischen eine Kluft, die immer größer wird. Ich möchte nun wirklich einmal wissen, mit wie vielen Millionen Steuergeldern diesen und vielen anderen Jahr für Jahr unter die Arme gegriffen wird, damit sie ihre schwarzen Zahlen in den Bilanzen vorlegen können und in der Presse als die Reichen und Schönen aufscheinen dürfen - und trotzdem immer jammern und immer mehr fordern. Die IRAP muss weg! 280 Millionen Euro an IRAP sind in den letzten fünf Jahren der Wirtschaft erlassen bzw. geschenkt worden. Aber das ist der Wirtschaft immer noch zu wenig. Pausenlos verlangen die Wirtschaftsvertreter, der Handelskammerpräsident allen voran, noch weniger Steuern, aber dafür mehr öffentliche Beihilfen.

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Das ist nicht Wohlstand, das ist eine drogierte Wirtschaft, das ist Aussaugen der arbeitenden Bevölkerung und Anhäufung von privatem Reichtum für wenige. Wo fließen alle diese Mittel hin? Merkt man etwas davon, dass etwa die Löhne und Gehälter einmal anziehen und von den öffentlichen Millionen etwas auch in die leeren Taschen der Kleinen fließt? Nichts, gar nichts. 220 Millionen Euro sind 2012 für Wirtschaftsförderung eingeplant, 20 Prozent mehr als im heurigen Jahr. Der Tourismus, der 2011 alle bisherigen Nächtigungsrekorde geschlagen hat, braucht Geld; die Industrie- und Handwerksbetriebe brauchen Geld, die Kaufleute auch. Alle brauchen sie Geld. Nur, ob die Arbeiterfamilien Geld brauchen, fragt keiner. Alles andere kostet zu viel, nur nicht die Droge für die Wirtschaft. Im Vergleich zur IRAP-Reduzierung ist die IRPEF-Steuerentlastung wirklich sehr bescheiden und schlussendlich eine Augenauswischerei. Denn der Staat nimmt mit der einen Hand zurück, was das Land mit der anderen gegeben hat. Den Reichen wird nichts genommen. In der nächsten Zeit, wenn die neuen Opfer einsetzen, welche die Regierung der Bevölkerung abverlangt, wird man sehen, wie unausgewogen das alles ist. Südtirol ist zu einer Gesellschaft geworden, in der die Egoisten zunehmen und das soziale Gewissen abnimmt. Die Südtiroler Gesellschaft durchlebt generell eine tiefe Krise. In den letzten Jahrzehnten sind die Grundwerte der Familie, der gegenseitigen Hilfe und Toleranz, aber auch die Grundwerte der Menschlichkeit dem Egoismus, dem grenzenlosen und rücksichtslosen Streben nach Reichtum und Macht geopfert worden. Die politische Auseinandersetzung, die sich oft auf der niedersten charakterlichen Ebene abspielt, ist ein Spiegelbild der Zerrissenheit und Wertearmut unserer Gesellschaft. Die bisherigen Wertvorstellungen sind durcheinander geraten. Die Macht des Kapitals auf der einen Seite und Macht der Medien auf der anderen Seite haben sich zu einer unheiligen Allianz zusammengefunden und versuchen, so scheint es, die Politik dazwischen aufzureiben. Ich komme um das Beispiel des so genannten SEL-Skandals nicht herum. Er hat die letzten Monate in unserem Land alle vorstellbaren schlechten Eigenschaften, die in unserer Bevölkerung versteckt sind, ans Tageslicht gebracht. Da ich nicht missverstanden werden möchte, stelle ich eines gleich klar: Wenn es einige Personen gegeben hat, die außerhalb der SEL Fehlverhalten an den Tag gelegt haben, dann sind diese entsprechend zu behandeln. Das Gericht arbeitet daran und wird nach Abschluss der Untersuchungen eine Entscheidung treffen. Die moralische Entrüstung, die Scheinheiligkeit und Falschheit, die in diesem Zusammenhang entstanden ist und gezielt gefördert wurde, stellen unserer Gesellschaft auch kein gutes Zeugnis aus. Dies kommt einer Lynchjustiz gleich, wie sie nur in Diktaturen üblich ist. Bisher ist es dem Land und den Gemeinden einigermaßen gelungen, die heimische Wasserkraft unter öffentlicher Kontrolle zu halten. Ob dies in Zukunft auch noch gelingt, ist sehr zu bezweifeln, denn die Gierigen, die Nimmersatten sind schon unterwegs, um sich einen Brocken Energie unter den Nagel zu reißen und sich daran eine goldene Nase zu verdienen. Unsere Gesellschaft darf nicht zum Spielball der Medien und der Mächtigen werden, die oft ihre eigenen Interessen verfolgen und alles andere bedenkenlos der eigenen Sucht nach Macht und Geld unterordnen. Eine gut entwickelte und wirtschaftlich solide Gesellschaft misst der Gesundheit große Bedeutung zu; sie betrachtet die Gesundheit als einen zentralen Faktor des eigenen Lebens und Wohlstandes. Dieser Wohlstand kostet. Südtirol steht im europäischen Kostenvergleich noch immer gut da. Es gibt einiges zu verbessern, darunter die Wartezeiten bei den Visiten in der öffentlichen Struktur. Und eines muss die Bevölkerung weiterhin mit Nachdruck verlangen: Es darf keine Zweiklassen-Medizin geben. Wohlstand für alle ist, wie gesagt, die Summe von vielen Faktoren: Weit vorne stehen die Sicherheit des Arbeitsplatzes und damit die Würde des Menschen in der Gemeinschaft; die angemessene Entlohnung, das Schritthalten des Einkommens mit den Erfordernissen des Auskommens; die sichere, gesunde, leistbare Wohnung; die Freiheit der Meinung und die Verhinderung des Missbrauchs dieser Freiheit; die Entwicklung der Familie, die Kinderfreundlichkeit der Gesellschaft; der soziale Frieden, der politische Frieden, die gegenseitige Achtung, die Ablehnung und Überwindung des Fremdenhasses: Südtirol darf sich in dieser Hinsicht nicht den Auswüchsen ausliefern, die es in anderen Ländern gibt. Wir leben in einem Land, das schon immer in seiner Geschichte mehr als nur eine Volksgruppe beherbergt hat und daher immer zum Miteinander-Auskommen bestimmt war. Diese historische Bestimmung darf nicht durch politisch begründete populistische Emotionen in Gefahr gebracht werden. Ohne Frieden zwischen den Menschen ist echter Wohlstand für alle nicht denkbar. Das zweite W: Wissen. Wissen ist Reichtum und Macht. Diese Art von Macht bedeutet den Abbau der Unterschiede zwischen den Menschen und somit auch die Herstellung der Gleichheit. Diese Macht muss sich die Arbeiterschaft erobern, nur dann kann sie an der Gestaltung des Lebens der Gemeinschaft effektiv mitreden und

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mitentscheiden. Die Steuermittel, die für den Auf- und Ausbau des Wissens ausgegeben werden, sind die am besten investierten. Wichtig ist, dass alle Mitglieder der Gesellschaft Zugang zu diesem Wissen erhalten. Hier darf es keine Diskriminierung geben, keine Aufteilung zwischen Arm und Reich. Hier müssen die Mittel für alle reichen. Südtirol ist in der glücklichen Lage, eine Bildungsinfrastruktur zu haben, die ihresgleichen in Europa sucht. Es gehört zu den großen Errungenschaften der Landespolitik, in die Bildung stark investiert und immer neue Wege gesucht zu haben, den Bildungsstandard zu heben. Schulbildung, Berufsbildung, Hochschulbildung, Weiterbildung, Forschung: das sind Ecksteine eines Hauses Südtirol, in dem für alle ein guter Platz ist. Wissen bedeutet auch Selbstbewusstsein, Weltaufgeschlossenheit, mehr Toleranz, weg vom eigenen Schrebergarten, hin zu einer offenen Gesellschaft. Wissen bedeutet auch Wettbewerbsfähigkeit, bedeutet geistiges Wachstum in den Köpfen unserer Jugend. Wissen ist das einzige nachhaltige Kapital, mit dem die nachkommenden Generationen wirklich etwas anfangen und ihre Welt gestalten können. Es ist nicht das mit Raffgier gewonnene Geld, das Südtirol zu einem Kernland der sozialen und ererbten Werte macht, sondern die Aufgeschlossenheit, die Verteidigung der ethischen Werte, der Grundlagen des menschlichen Zusammenlebens. Aus diesen und vielen weiteren Gründen, für die hier nicht die Zeit ist, sie im Einzelnen anzuführen, stimme ich dem Kapitel Wissen der Haushaltsrede des Landeshauptmannes voll zu. Wissen macht frei. Wissen versteht die Würde der Menschen und schätzt sie. Wissen hilft mit, die Egoismen abzubauen und die globalen Ziele der Gesellschaft, jene der Gleichheit, der Freiheit, besonders die Entfaltung des Einzelnen, seine Befreiung von Zwang und Unterdrückung, vor allem auch die Rolle der Frau in der Gesellschaft, zu würdigen und zu stärken. Wachstum – das dritte W. In unserer hektischen Zeit gibt es geradezu einen pathologischen Zwang zum Wachstum. Wer nicht laufend seine Umsätze steigert, seine Gewinne vermehrt und maximiert, scheint nicht mehr in die heutige Zeit zu passen. Genau in dieser Einstellung liegt ein grundlegender Fehler, eine Fehleinschätzung unserer Zukunft. Die Zeit des grenzenlosen wirtschaftlichen Wachstums ist vorbei. Unsere Natur und Umwelt erwartet sich, dass menschliches Wachstum im Einklang mit ihr erfolgt. Dieser Einklang ist durch den Egoismus der Gruppen und das grenzenlose Streben nach Reichtum und Macht gestört und führt die Gesellschaft unweigerlich in die Katastrophe. Wachsen muss in Zukunft auch bedeuten: Teilen – mehr teilen mit den anderen als bisher. Teilen heißt aber auch auf manches verzichten. Weniger ist oft mehr. Es ist erschreckend zu wissen, wie wenig die Menschen zum Teilen bereit sind. Das zeigen die beeindruckenden Statistiken über die Verteilung des Reichtums in der Welt. Die ungleiche Verteilung des Reichtums. Wachstum ist auch gerechte Verteilung des Reichtums. Wie verkehrt diese Verteilung ist, zeigen folgende wenige Daten: In Westeuropa, also da, wo wir zu Hause sind, besitzt ein Prozent der Menschen 1/3 des Vermögens. 9 Prozent besitzen ein weiteres Drittel und die restlichen 90 Prozent besitzen das dritte Drittel. 2 Prozent der Weltbevölkerung besitzen 50 Prozent des Weltvermögens; 50 Prozent der Weltbevölkerung besitzen zusammen 1 Prozent des Weltvermögens. In den USA verdiente vor 40 Jahren ein Manager 50x so viel wie ein Industriearbeiter. Heute verdient er 500 x so viel wie ein Industriearbeiter. In Europa verdiente vor 40 Jahren ein Manager 40 mal so viel wie ein Industriearbeiter, heute 400 mal so viel. Die Manager der (für die Weltfinanzkrise mitverantwortlichen) Hedge-Fonds verdienten im Jahr 2009 in den USA im Schnitt 2 Milliarden Dollar pro Kopf; der bestverdienende dieser Gauner brachte es auf 4 Milliarden Dollar In den Entwicklungsländern gibt die Bevölkerung 70 Prozent ihres Einkommens für Lebensmittel aus – dazu vergleichsweise in Deutschland: 12 Prozent. Ein Stück Brot kostet in den armen Ländern – verglichen mit uns – rund 30 Euro. Sicher ist in Südtirol der Reichtum weniger ungleich verteilt. Doch auch bei uns muss die Bereitschaft zum Teilen zunehmen. Das Nichtteilen führt auf der kleinen Ebene gleich wie auf der großen globalen unweigerlich zu Spannungen und früher oder später zu Explosionen. Die nächsten Jahre werden Jahre der Krisenbewältigung und deshalb sicher nicht Jahre des großen materiellen Wachstums sein. Unsere Landesregierung – wir alle als politisch Verantwortliche – müssen uns darauf einstellen, das zu erhalten, was unsere Lebensgrundlage darstellt: die natürlichen Ressourcen, mit denen wir sparsamer umgehen müssen, dann die Arbeit, Wohnung, Gesundheit, Altersvorsorge nicht nur für einen Teil der Bevölkerung, sondern für alle. Dies bedeutet sozialen und wirtschaftlichen Ausgleich. Dafür müssen wir einstehen und die öffentlichen Mittel darauf abzielen: Nicht den Reichtum der Reichen zu vermehren, sondern die Existenzsicherheit aller. Das bedeutet, dass die Haushaltsmittel, anders als vorgesehen, gezielt so verschoben werden müssen, dass Sicherheit für alle gewährleistet wird. In der derzeitigen Krisensituation, wo alle zum Sparen verpflichtet sind,

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wird sich die Politik immer stärker auf das Wesentliche besinnen müssen. Wesentlich ist die Menschlichkeit, nicht der Kapitalismus; wesentlich ist die Hebung des Lebensstandards der Ärmeren, nicht die Zunahme des Reichtums der Reichen. Manches wird sich in den nächsten Jahren ändern, und unsere Landeshaushalte werden dem Rechnung tragen müssen. Wachstum sichern heißt vordenken, planen, gemeinschaftliche Ziele in den Vordergrund stellen. Hier kann Südtirol noch manches lernen, und es ist an der Zeit, dass dieser Lernprozess gezielt und gewollt weitergeführt wird. Sonst könnte es in Zukunft ein bitteres Erwachen geben. Ich möchte meine kritischen Betrachtungen abschließen, in der Hoffnung, dass sie in die politische Tätigkeit einfließen, und betrachte meine konstruktiv gemeinten Vorschläge für eine gerechtere Welt als Vertrauensvorschuss für das kommende Jahr. HOCHGRUBER KUENZER (SVP): Danke, Herr Präsident. Werte Kolleginnen und Kollegen. Auch ich habe mir einige Überlegungen zum Bericht zum Haushaltsvoranschlag 2012 gemacht, und möchte feststellen, dass er viele Lebens- und Arbeitsbereiche unserer Gesellschaft berührt. Einige konkret, andere allgemein, sehr allgemein und manche fehlen aus meiner Sicht überhaupt. Ich möchte mich auf drei Punkte konzentrieren: auf den Bereich Familie, auf den Bereich Landwirtschaft und auf den Bereich Umwelt. Über die Familie ist sehr viel gesagt worden, aber aus meiner Sicht sehr allgemein. Natürlich ist die Familie die Basis der Gesellschaft, und das sagen wir jedes Mal, wenn wir nach außen gehen. Wir wissen auch, dass die Familie das Fundament ist, auf dem aufgebaut werden kann, wenn es um Arbeit, Lebensqualität und Wirtschaft geht. Positiv hervorheben möchte ich den Bereich Bildung, der ungefähr gleichgestellt wird wie die Familie. Natürlich trägt Bildung genau diese Werte mit, aber damit Familie - und so steht es auch im Bericht - in Zukunft weiterhin erstrebenswert bleibt, braucht sie Zeit und Raum. Familie braucht Zeit für Beziehungen, Zeit für Generationen und Zeit für Solidarität. All diese Eigenschaften sind nicht mit einem Kapitalismus zu vergleichen, aber sie tragen sehr wohl zum Wohlstand bei. Deshalb müsste aus meiner Sicht in Zukunft auch auf politischer Seite mehr getan werden, damit die Beziehung von Familie und Beruf besser gestaltet werden kann. Ich komme nun ganz konkret zur Familie, zu den Frauen und zu Arbeitsplätzen: Im Bericht steht, dass man dafür sorge, dass gute Arbeitsplätze für Frauen geschaffen werden, damit Familie und Beruf vereinbar sind. Es wird aber nur dieser Satz erwähnt, das heißt es werden keine konkreten Maßnahmen genannt. Auch werden Menschen mit Behinderung erwähnt, aber was aber fehlt - und das wissen Sie, Herr Landeshauptmann - , ist die Aussage, dass Menschen mit Behinderung eine feste Anstellung brauchen. Die Lebenserwartung von Menschen mit Behinderung ist heute eine andere als vielleicht noch vor 20, 30 Jahren. Daran krankt unsere Gesellschaft. Betriebe sind bereit, Strafen zu bezahlen, damit sie nicht einen Menschen mit Behinderung einstellen müssen. Sie sprechen in diesem Haushaltsbericht auch von den Fleißigen, Herr Landeshauptmann, die belohnt werden sollen. Ich habe mich gefragt, wen Sie mit den Fleißigen wohl meinen? Wer sind die Fleißigen in unserer Gesellschaft? Sind es jene, die versuchen, sich mit eigener Kraft sich eine Wohnung zu bauen, zu kaufen, wie auch immer? Sind es jene, die eineinhalb Arbeitsplätze einnehmen, damit sie im Grunde eineinhalb Mal verdienen? Oder sind es die älteren Menschen, die vor fünfzig Jahren die Fleißigen waren, die unser Land mitaufgebaut haben und heute teils mit einer Rente von 500 Euro bis 1.000 Euro auskommen müssen? Ich frage mich, wer diese Fleißigen sind, denn das ist mir da einfach abgegangen. Was im Bereich Familie natürlich auch fehlt, ist – so, wie wir bei der Familienkonferenz am Ritten gehört haben - das Familiengesetz. 2012 soll die Landesregierung also ein Familiengesetz in den Landtag bringen, das die Unterstützungs- und Fördermaßnahmen für die Familien vereinheitlichen soll. Ich erinnere an die Kinderbetreuung für Kinder ab einem Alter von null bis drei Jahren. Diese ist lobenswert, aber für Kinder ab drei Jahren gibt es keine Unterstützung mehr. Als Präsidentin einer Betreuungsgenossenschaft muss ich einfach sagen, dass wir den Eltern zehn bis zwölf Euro pro Stunde verrechnen müssen, weil sie nirgends mehr eine Förderung bekommen. Ich denke, dass auch das überdacht werden sollte, denn Kinder mit einem Alter von mehr als drei Jahren brauchen genauso eine Betreuung. Ich komme jetzt noch zum Bereich Landwirtschaft, der mir in Ihrem Bericht eigentlich zur Gänze fehlt, Herr Landeshauptmann. Die Landwirtschaft wird lediglich einmal in Zusammenhang mit dem EVTZ, genauer gesagt in Zusammenhang mit der gemeinsamen Veredelung von Produkten aus Tirol, dem Trentino und Südtirol erwähnt. Im Jahr 2011 wurde diese gemacht, und wir wissen, wie es ausschaut. Wir wissen, dass innerhalb von zehn Jahren 3.000 landwirtschaftliche Betriebe zugemacht haben. Wir wissen, dass die Produktion der Milchmengen in allen Sennereigenossenschaften zurückgeht. Wir wissen auch, dass nicht nur die Landwirtschaft, sondern grund-

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sätzlich der ländliche Raum Schwierigkeiten hat, sich in die Gesellschaft zu integrieren. Diese Benachteiligung des ländlichen Raumes wirkt sich vor allem durch die fehlenden Arbeitsplätze, aber auch durch die Entfernungen sehr negativ aus. Wir müssen umdenken, zum Beispiel im Bereich des Schülertransports. Es wird nicht mehr gehen, dass wir uns fragen, ob ein Schülertransport überhaupt möglich ist, wenn es nur um zwei in Schüler geht. Heute haben Familien nun einmal weniger Kinder, und der Zugang zu Bildung muss natürlich allen gewährt sein und darf nicht erschwert werden. Ich denke also, dass es eine Selbstverständlichkeit ist, dass alle Kinder abgeholt werden. Ich möchte ein kleines Beispiel nennen: An einem entlegenen Hof werden zwei Kinder – ein Mittelschüler und ein Volksschüler - zu ungleichen Zeiten abgeholt bzw. gar nicht abgeholt, weil sie nur alleine sind. Der eine muss ein Dorf weiter zur Schule, der andere kann im eigenen Dorf bleiben. Das sind große Schwierigkeiten, die die Familien draußen jedes Jahr zu bewältigen haben. Wenn wir die Preissteigerung im Bereich Treibstoff hernehmen, so wissen wir, dass derjenige, der draußen im ländlichen Raum wohnt und täglich zur Arbeit fahren muss, große Mehrkosten hat. Es wird also notwendig sein wird, Arbeitsplätze im ländlichen Raum zu schaffen. Auch in Bezug auf die Gewerbegebiete wird es eine Reform geben. Die Enteignungen werden fast zur Gänze wegfallen, und das finde ich auch sehr gut. Ich möchte nur vor solchen Privatverhandlungen warnen. Natürlich hat die BLS hier eine Funktion und sie wird hier auch einsteigen, aber ich möchte vor Verträgen untereinander warnen. Ich zitiere das Wort "Vertragsurbanistik". Unter diesem Aspekt wird dann so vieles gemacht, was vielleicht nicht dem Allgemeinwohl dienlich ist. Qualitativ hochwertige Arbeitsplätze brauchen wir auch im ländlichen Raum. Es wurde zwar eine Studie gemacht, die zeigt, welche Gebiete in unserem Land abwanderungsgefährdet sind - gestern wurde auch über dieses Thema geredet -, aber ganz konkret weiß eigentlich niemand, was damit werden soll bzw. wie die Zukunft hier ausschauen soll. Auch Sie haben es in ihrem Bericht nicht erwähnt, Herr Landeshauptmann. Das schnelle Internet bzw. Breitband für alle ist natürlich sehr lobenswert und ganz klar eine Selbstverständlichkeit. Sie sagen, dass Dienste effizienter angeboten werden können, wenn sie privatisiert werden, aber da habe ich meine Bedenken, Herr Landeshauptmann. Das Allgemeinwohl sollte immer im Mittelpunkt stehen. Im letzten Jahr wurde sehr viel von der Privatisierung des Wassers geredet, und es gibt Beispiele anderer Länder, ganz konkret jenes von England, wo dieses Grundrecht auf Wasser durch die Privatisierung nicht mehr ein Grundrecht für alle ist. Es geht in die Richtung, wer sich dieses auch leisten kann. Wie gesagt, das Allgemeinwohl sollte immer im Vordergrund stehen. Wir müssen aufpassen, damit wir nicht einen neuen Kapitalismus schaffen. Ein paar Worte auch zum Bereich erneuerbare Energie. In Ihrem Bericht sprechen Sie in diesem Zusammenhang ganz konkret vom Greenkorridor. Gleichzeitig erwähnen Sie auch die Euregio, die man diesbezüglich auch nützen könne. Zwischen Ökonomie und Ökologie gibt es natürlich diese spannende Frage: Wer ist grün und wer ist nicht grün? Ich habe mich auch gefragt, welche Farbe die anderen haben, die anscheinend nicht grün sind. In Bezug auf die einheimische Energie sind vor allem die Bereiche Landwirtschaft, Biomassenützung, Holz, Bioenergienutzung und Fotovoltaikanlagen gestreift worden. Gerade der ländliche Raum hätte hier Ressourcen, um im Bereich der erneuerbaren Energie Arbeitsplätze zu schaffen. Diese Arbeitsplätze sollten draußen im ländlichen Raum bleiben. Damit könnte man den ländlichen Raum auf eine natürliche Art und Weise aufwerten. Zurück zum Politischen, und damit möchte ich schon schließen: Ich wünsche mir, dass der EVTZ sehr viel mehr kann als er derzeit tut. Ich bin davon überzeugt, dass ich vieles nicht weiß, was in diesem Bereich bereits unternommen wird, welche Projekte gemacht werden usw.. Ich wünsche mir auf jeden Fall viel mehr Öffentlichkeitsarbeit. Was macht dieser Europäische Verbund für territoriale Zusammenarbeit? Ich weiß, dass er dieses Jahr offiziell seine Tätigkeit aufgenommen hat, und natürlich muss sich jeder einzelne Abgeordnete darüber informieren. Ich würde mir aber eine stärkere Öffentlichkeitsarbeit, eine stärkere Wahrnehmung wünschen. Ein Projekt habe ich noch vergessen zu erwähnen, und zwar jenes der Windparks. Ich wünsche mir auch Projekte, die die Energiereduzierung betreffen. Ich denke, das ist die beste, die einzige Maßnahme, die keinen Schaden mit sich bringt, die niemanden beeinträchtigt. In diese Richtung sollte man auch in Zukunft aus meiner Sicht mehr investieren. KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ja, Herr Landeshauptmann: Oh weh, oh weh, oh jemineh! Die drei großen W's. Anfangen möchte ich mit einem Zitat aus ihrer Haushaltsrede, die in Bezug auf Ihren Inhalt, aber auch Kitschfaktor eigentlich kaum zu überbieten ist. In diesem Zusammenhang geht es noch um einen weiteren Aspekt in Sachen 'W', nämlich um die Wohlfahrt. Zur Lebensqualität gehört nämlich nicht nur die finanzielle Sicherheit von Familien. Es geht auch darum, dass junge Menschen das Gefühl haben müssen, dass ihre Kinder eine Zukunft haben, eine helle, blühende und schöne Zukunft. Als ich das gelesen habe, ist mir eigentlich die DDR-Hymne in den Sinn gekommen: "Auferstanden aus Ruinen und der Zukunft zugewandt", und dann ist auch der Refrain drinnen, dass es uns doch gelingen müsse, dass die Sonne so schön wie nie über Deutschland

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scheine. Also man könnte fast meinen, dass die Sonne schön wie nie über Südtirol scheint. Das muss uns doch eigentlich gelingen und das klingt auch wunderbar, aber mit der Realität hat das nicht mehr viel zu tun. Wenn ich heute Vormittag die Ausführungen des Finanzlandesrates Bizzo gehört habe, dass wir morgen die Landtagssitzung vielleicht unterbrechen müssen, um die Landtagsabgeordneten darüber zu informieren, wie es denn nun mit den Finanzplänen der römischen Regierung ausschaut, weil man nicht mehr weiter weiß, dann ist von diesen blühenden Wiesen und dem Sonnenschein in Südtirol nicht mehr viel übrig. Eigentlich sind wir an einem Punkt angekommen, der an Tragik nicht mehr zu überbieten ist. Wir sitzen hier und diskutieren über einen Haushalt, ohne zu wissen, was eigentlich auf uns zukommen wird. Der Kollege Pichler Rolle zuckt zwar mit den Achseln, als ob ihm das das gleichgültig wäre, aber mir ist die Zukunft Südtirols nicht unbedingt gleichgültig. Ich denke, wir sollten uns hier auch einmal der Tragweite derartiger Dinge bewusst werden. Es ist ja auch immer interessant, ein bisschen den Blick zurückzuwerfen und zu schauen, wie der Blick auf diese politischen Dinge noch vor wenigen Monaten augeschaut hat. Ich hatte vor zwei Monaten hier im Südtiroler Landtag eine Anfrage gestellt, was die Kürzungen bei Renten anbelangt. Ich habe davor gewarnt, da die Südtiroler Rentner wahrscheinlich nicht mehr mit ihren Renten auskommen werden. Damals hieß es, dass das nur Angstmacherei sei und die Renten nicht in Gefahr seien, weil sie von der Verfassung garantiert sind. Und was haben wir jetzt? Die Renten werden eingefroren bzw. die Renten sind sehr wohl in Gefahr! In der letzten Landtagssession wollt ich im Rahmen einer Anfrage zur Aktuellen Fragestunde in Erfahrung bringen, wie es denn mit dem Mailänder Abkommen aussehen würde. Wieder derselbe Tenor: Angstmacherei, das Mailänder Abkommen sei überhaupt nicht gebrochen worden, das stimme überhaupt nicht, was ich hier verkünden würde, Trari-Trara! Und was lesen wir heute auf Stol? Der Regierung ist Autonomie völlig gleichgültig. Zitat von Karl Zeller: "SVP ortet klaren Rechtsbruch, akzeptieren diese Verletzungen nicht. Das Mailänder Abkommen wurde gebrochen. Die Parteileitung bezeichnete den Umstand, dass unter diesen Bedingungen weder für die Gemeinden, noch für das Land ein Ausbau, eine ordentliche Haushaltsplanung für 2012 möglich sei ..." Eine rosige Zukunft, der wir hier entgegen gehen, mit blühenden Wiesen und Sonnenschein! Bei der letzten Landtagssitzung war die Landesregierung interessanterweise auch dagegen, einen Begehrensantrag anzunehmen, mit welchem man sich gegen eine Erhöhung der Mehrwertsteuer auf 21 aussprechen wollte. Nun wird sie auf 23 Prozent erhöht! Im Grunde genommen steht man mit derselben Hilflosigkeit dieser Tragödie gegenüber. Dasselbe gilt für die Benzinpreise. Wir haben ja gehört, dass die Benzinpreise im nächsten Jahr bis auf zwei Euro für Super-Benzin steigen sollen. Ich habe mir heute morgen einmal die Benzinpreise in Innsbruck angesehen. Da liegen Sie Moment bei 1,30 Euro. Wenn das so bleibt, dann sind das 70 Cent Unterschied. Ein stolzer Preis! Dann werden wir effektiv die Situation haben, dass sich eine Einkauffahrt nach Innsbruck im Endeffekt auszahlt, weil man mit dem, was man sich beim Tanken einspart, im Grunde genommen die Fahrtspesen ausgleicht. Das können Sie dann auch der Südtiroler Wirtschaft erklären. Wenn die Mehrwertsteuer erhöht wird und das Benzin in Österreich billiger ist, dann können Sie sicher sein, dass viele Leute nicht mehr in Südtirol einkaufen werden. Und das wird dann auch die Wirtschaft in Südtirol zu spüren bekommen. Das sind dann also die Folgen der letzten Jahrzehnte, der Politik der weltbesten Autonomie. Der Vergleich mit der Titanic ist köstlich, nicht nur, weil sich der Untergang der Titanic im nächsten Jahr zum 100. Mal jährt. Sie vergleichen Italien mit der Titanic, warnen aber davor, dass man nicht in Panik verfallen dürfe, also "keine Panik auf der Titanic". Man dürfe jetzt nicht zu den Rettungsbooten rennen, sondern man müsse die Titanic retten. Durnwalder möchte die Titanic retten. Ich glaube, auch Ihnen dürfte nicht entgangen sein, dass die Titanic nicht mehr zu retten war, dass aber sehr viele Menschen gerettet hätten werden können, wenn sie rechtzeitig die Rettungsboote beschritten hätten. Und im Grunde genommen raten Sie uns, ja nicht zu den Rettungsbooten zu gehen. Während anderenorts Panik ausbricht, spielt die Landtags-Band, das Landtags-Regierungs-Orchester immer das Paradelied von der weltbesten Autonomie, und wir werden mit erhobenem Haupte untergehen. Es gibt in Südtirol einen Blog, der sich mit Politik auseinandersetzt. Und da ist dieses Bild erschienen, das Bild der Titanic mit der Aufschrift "Italia" und dann die beiden Sprechblasen 'Hoi es Volksparteiler, und es hobts gmoant, mit enkerer super Autonomie guet aufghoubn zu sein bei Italien." Und die Reaktion der SVP? "Tuts doch bitte nicht schon wieder zündeln, noch sind wir ja alle im Trockenen." Leicht ironisch, aber in dieser Aussage steckt sehr viel Wahrheit. Das Tragische ist leider, dass wir eigentlich die Bevölkerung ins Verderben rennen lassen. Es wurde immer wieder beschwichtigt. Es hieß, Italien sei nicht in einer so schlechten Situation, es werde nicht so kommen wie in anderen Ländern. Und was ist das Ergebnis? Es ist genauso gekommen! Im Grunde genommen wird es noch schlimmer kommen, und in ihrer Haushaltsrede liest man ja immer wieder, dass die Bevölkerung darauf eingeschworen wird, sich auf harte Zeiten einzustellen. "Wir müssen Italien retten! Wir müssen unseren Beitrag dazu leisten, Italien zu retten!" Das ist ihre Botschaft bis zum Schluss Ihrer Haushaltsrede. Es geht nicht darum, Südtirol zu retten, sondern im Grunde genommen geht es darum, Italien zu retten.

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Besonders stört mich in dieser Haushaltsrede, dass die Bevölkerung auf die Sparmaßnahmen eingeschworen wird, während die Südtiroler Landesregierung aber nicht daran denkt, Sparmaßnahmen einzuleiten, wenn es beispielsweise um die geliebten Großprojekte geht. Sie erwähnen hier ja selber Dinge wie den Windpark oder auch den Flugplatz Bozen, der im Grunde genommen seit seiner Errichtung dem Steuerzahler nur Geld gekostet hat, aber nur sehr wenig gebracht hat. Ich erhebe hier wirklich den Vorwurf, dass die Bevölkerung von Seiten der Landesregierung getäuscht wurde. Ich habe hier eine Pressemitteilung vom 26.11.2007 der Kollegin Rosa Thaler, die damals in einer großspurigen Pressemitteilung Folgendes gesagt hat: "Die am Sonntag veröffentlichte Umfrage zum Bozner Flughafen, zu welcher sich eine breite Mehrheit der Südtiroler Bevölkerung gegen den Ausbau ausspricht, bestätigt meine politischen Bemühungen der letzten Monate und Jahre. Ich habe mich stets gegen eine Verlängerung der Start- und Landebahn des Bozner Flughafens ausgesprochen. Es freut mich natürlich in dieser Haltung unterstützt zu werden. Im Übrigen spiegelt das Umfrageergebnis auch das Ergebnis des Mediationsverfahrens wider, dessen Wichtigkeit nun, obwohl vielfach kritisiert, erneut unterstrichen wird. Damals wurde empfohlen, auf einen Ausbau der Start- und Landebahn zu verzichten. Dies haben Landeshauptmann Durnwalder und die Landesregierung angenommen, und bereits beschlossen. Und letzte Woche hören und lesen wir von derselben Abgeordneten, dass es notwendig sei, die Landepiste zu verlängern, dass es notwendig sei, dass jetzt auch größere Flugzeuge in Bozen landen können. Von diesem Versprechen ist also nicht mehr viel übrig geblieben. Und ich erinnere hier auch daran – der Landeshauptmann wird sich auch noch dunkel daran erinnern –, dass damals ein Schreiben von der Landesregierung an alle Südtiroler Haushalte verschickt wurde. Zum Bozner Flugplatz gab es nur Lügengeschichten und der Bevölkerung wurde im Grunde genommen falscher Wein eingeschenkt. Ich zitiere auch hier wieder die Landesregierung: "Keine großen Flugzeuge, sondern kleine Zubringer." Das Unsinnigste, was im Rahmen der Kampagne gegen den Bozner Flugplatz zutage getreten ist, war ein Plakat, das einen großen Jet beim Absturz auf dem Bozner Dom zeigte. Das war ein Plakat der Flughafengegner. Die technischen Voraussetzungen bilden eine klare auch von uns gewollte Grenze. Eine Start- und Landebahn von 1.400 Metern Länge erlaubt nur das Starten und Landen von Kleinflugzeugen mit maximal bis zu 50 Passagieren. Wo sind denn diese maximal 50 Passagiere geblieben, Herr Landeshauptmann? Wir reden jetzt inzwischen von ganz anderen Größenordnungen. Interessant sind auch die Ausführungen hinsichtlich der Wirtschaftlichkeit. Es heißt, dass drei Starts und Landungen von Linienflugzeugen pro Tag die Rentabilität des Bozner Flughafens gewährleisten würden. Versprechen, versprochen, gebrochen! Hier wird die Bevölkerung systematisch an der Nase herumgeführt. Hier spielt Geld keine Rolle, aber der brave Bürger muss sich natürlich auf Sparmaßnahmen gefasst machen, denn es geht ja darum, dass wir unseren Beitrag leisten müssen, um Italien zu retten. Davon, dass wir im endlich einmal die unsinnigen Projekte abschaffen, die niemand will, ist natürlich keine Rede. Ein Wort auch zur Abstimmung im Ahrntal. Es ist ja eigentlich köstlich. Man hat ja fast den Eindruck, als ob sich die SVP darüber freuen würde, wenn das Wahlquorum von 100 Prozent nicht erreicht wird, obwohl die Selbstbestimmung im Statut der SVP selbst vorgesehen ist. Wer hat denn im Südtiroler Landtag einen Gesetzentwurf zur Direkten Demokratie eingebracht, der ein Null-Quorum vorsieht? Das war doch die SVP! Aber wenn wir ein Null-Quorum haben und sich 32 Prozent der Bevölkerung an der Abstimmung beteiligen, dann ist das plötzlich viel zu wenig. Dann zählt das gar nicht mehr; dann ist es auch egal, dass sich 95 Prozent für die Selbstbestimmung ausgesprochen haben. Es ist köstlich, wie Sie sich hier demaskieren. Im Grunde spielen Sie hier ein doppeltes Spiel. Auf der einen Seite diskreditieren Sie das Projekt im Ahrntal, auf der anderen Seite gibt es SVPVorwahlen. Ich zitiere zitiere hier noch einmal: "Damit haben wir voll ins Schwarze getroffen, erklärten die beiden Vorsitzenden der Arbeitsgruppe Gemeinderatswahlen in der SVP, Obmannstellvertreter Thomas Widmann und der Kurtatscher Bürgermeister Oswald Schiefer. Es ist uns gelungen, in vielen Gemeinden eine hohe Wahlbeteiligung zu erlangen. Ich zitiere, die Gemeinden Glurns mit sage und schreibe 14 Prozent, ein voller Erfolg, und durchschnittlich über 30 Prozent der SVP Vorwahlen. Ein voller Erfolg für die SVP Vorwahlen." Wenn dann aber im Ahrntal 32 Prozent zur Wahl gehen, dann ist das ein Misserfolg, ein klägliches Scheitern der Selbstbestimmungsbefürworter. Lieber Herr Durnwalder, das glauben Sie nicht einmal selber, und glauben Sie mir, es macht mir so einen Spaß, Sie hier vorzuführen. Es zeigt eigentlich die Erbärmlichkeit, mit der man an diese Dinge herangeht. Sie haben in den letzten 20 Jahren nichts für die Selbstbestimmung getan, keinen Beistrich haben Sie gerührt! Wir haben etwas getan! Wir haben der Bevölkerung zum ersten Mal die Möglichkeit gegeben, ein Gefühl dazu dafür zu bekommen, was es heißt, eine Wahlkarte in die Hand zu bekommen und einmal selber darüber entscheiden zu können, wie die Zukunft Südtirols aussehen wird. So könnte es aussehen, eine solche Karte könnte man in die Hand bekommen. Sie haben selbst miterlebt, dass man in vielen Regionen Europas über dieses Selbstbestimmungsreferendum im Ahrntal berichtet hat, während Sie von Tibet bis Timbuktu damit hausieren gegangen sind. Über ihre Autonomie haben wir auch Europa auf eine mögliche Selbstbestimmung vorbereitet, und

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im Grunde genommen sind Ihre ganzen Floskeln von der Vollautonomie nichts anderes als eine Reaktion auf diese wachsende Befürwortung für die Selbstbestimmung. Auch dieses ganze Gerede von der Autonomie ist köstlich. Wir hatten zuerst die Südtirol Autonomie, die propagiert wurde, dann hatten wir plötzlich die weltbeste Autonomie; dann forderte man eine Finanzautonomie und als das nicht mehr genug war, hat man die Vollautonomie gefordert. Letzte Woche hat Lorenzo Dellai im Regionalrat von der der "Autonomia integrale" gesprochen. Wir wären dann also bei der "Vollkornautonomie" angekommen. Im Grunde genommen ist das eine vollkommene Idiotie! Wenn man es genau nimmt, dann schauen Sie, dass man durch ein bisschen mehr Demokratie und durch ein bisschen ein bisschen mehr Reisefreiheit ein marodes System aufrecht erhalten kann. ABGEORDNETER: (unterbricht) KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ist es geglückt? Nein. Und um hier den Kollegen Laimer, der hier jetzt nicht sitzt, zu zitieren, auch dieses System wird, und damit ist nicht Südtirol gemeint, sondern vor allem Italien, zusammenbrechen wie ein Kartenhaus. Die Frage ist nur, was dann. Was wäre dann? Das waren ja Ihre Worte. Was wäre gewesen, wenn wir eine Partei gehabt hätten, auch in Südtirol, die nicht nur in den Tag hineinregiert hätte, sondern die sich irgendwann einmal vielleicht auch Gedanken über eine Zukunft gemacht hätte, die über diese Autonomie hinausgeht, von der wir in den letzten Tagen mitbekommen haben, dass in vielen Bereichen kaum mehr das Papier wert ist auf dem sie steht. Aber man soll nicht nur kritisieren, man soll auch die guten Dinge hervorheben, und ich habe eine Passage hier in ihrer Haushaltsrede gefunden, die ich auf Punkt und Beistrich unterschreiben kann, bei der ich Ihnen voll recht geben kann, und diese lese ich Ihnen jetzt noch einmal vor: "All jene, die immer nur die sichere, die einfache Route nehmen, werden im Leben zwar eine Reihe von Annehmlichkeiten genießen, sie werden die Gesellschaft aber keinen Schritt weiter voran bringen." Ja, ganz genau, das ist die Politik der Landesregierung, und der Südtiroler Volkspartei der letzten 20 Jahre! In den Tag hinein regieren. Ein bisschen von Autonomie träumen, aber weitergebracht hat das unsere Gesellschaft keinen Schritt. Wir stehen heute an einem Punkt, wo wir vor den Scherben der Autonomie stehen, wo wir im Grunde genommen abhängig davon sind, was in Rom passiert, wo wir hoffen müssen, dass es nicht noch schlimmer kommt, als es ohnehin jetzt schon ist, und wir hoffen müssen, dass wir das Beste aus den noch machen können, was uns bleibt von den Brotsamen, die noch geblieben sind. Die Politik hat uns im wahrsten Sinn des Wortes keinen Schritt weitergebracht, aber wir werden sehen wie lange auch die Bevölkerung diesen leeren Versprechungen noch Glauben schenken wird, wie lange die Bevölkerung auch diesen leeren Versprechungen der Vollautonomie noch Glauben schenken würde, denn eines ist sicher: Diese ganzen Reaktionen der Vollautonomie, so schön die auch klingen, sind im Grunde genommen nichts anderes als eine Bestätigung für das, was wir immer gesagt haben, nämlich dass der jetzige Status quo der Autonomie, die bis gestern noch die weltbeste Autonomie der Welt gewesen ist, jetzt plötzlich nicht mehr zukunftsfähig ist. Dass diese nicht ausreicht, das propagieren jetzt nicht mehr wir, das propagieren jetzt Sie, und das können Sie dann der Bevölkerung erklären, wenn die Finanzautonomie nicht kommt, wenn das Mailänder Abkommen nicht mehr hält, wenn die Bevölkerung ordentlich zahlen darf, wenn auch die Bauern, die bisher jetzt ja auch in Vergangenheit in Nibelungentreue zur SVP gehalten haben, jetzt fleißig mitzahlen dürfen für die Wirtschaft, für die für die ICI bzw. IMU. Wenn das alles einbricht, viel Spaß dabei, das der Bevölkerung noch erklären zu müssen, dass wir die weltbeste Autonomie bei Italien haben, dass es uns nirgends so gut gehen wird wie bei Italien. Ich denke die Landesregierung wird irgendwann eines Morgens einmal aufwachen, aber ein bitteres Aufwachen haben, denn die Zukunft, die Sie sich für Südtirol erträumt haben, wird nicht mehr die Zukunft sein, bei der Sie eines Morgens aufwachen, wenn Sie so weitermachen. LEITNER (Die Freiheitlichen): Sehr geehrter Herr Landeshauptmann, liebe Kolleginnen und Kollegen! Der Landeshauptmann hat die Verlesung seines Berichtes mit der Aufforderung an eine lebendige Debatte beendet. Ich hoffe, dass ich einen kleinen Beitrag dazu leisten kann. Nachdem ich die Haushaltsrede des Landeshauptmannes mit großer Aufmerskamkeit mitverfolgt und sie später in Ruhe noch einmal nachgelesen habe, komme ich zu folgendem Schluss: Der Landeshauptmann hat eine Diagnose erstellt, wonach der Patient schwer krank ist, für dessen Heilung er jedoch keine Medizin hat. Er sieht sich auf einem Leck geschlagenen Dampfer – zwar in der ersten Klasse – und möchte denselben retten, anstatt nach einem Rettungsboot Ausschau zu halten. Der Dampfer heißt "Italien" und das Leck kam nicht über Nacht. Südtirol ist auf diesem Dampfer nie heimelig geworden, und in der ersten Klasse bezahlt man bekanntlich am meisten. Herr Landeshauptmann, Südtirol muss nicht rücksichtslos die Ellbogen einsetzen, es sollte aber schon retten, was zu retten ist. Alles andere wäre aus meiner Sicht verantwortungslos. Noch kann man den Dampfer

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geordnet verlassen, viel Zeit bleibt dafür aber nicht. Auf dem Dampfer wurde zwar der Kapitän ausgetauscht – auf Berlusconi folgte Monti -, aber der Eisberg, den der Dampfer aufgeschlitzt hat, ist immer noch gefährlich nahe. Ob ihn der neue Kapitän umschiffen und die Mannschaft das eingelassene Wasser rechtzeitg auspumpen kann, ist fraglich. Das Wasser ist der Schuldenberg, der auf dem Dampfer lastet und ihn auf den Meeresgrund zu ziehen droht. Kapitän Monti manovriert den Dampfer auf Geheiß von "Merkozy" bzw. der EU-Nomenklatur. Die Route ist vorgegeben, aber die Meuterei folgt scheinbar auf dem Fuß. Der Dampfer kommt gehörig ins Schlingen und es ist ungewiss, ob das Rettungsmanöver gelingen wird. Ob die EU bald auch den Treibstoff für den Dampfer liefern muss oder ob der Kapitän noch einen Kredit fürs Auftanken erhält, ist ebenso fraglich. Nachdem auch in der Ägais und im Atlantik Dampfer auf Grund gelaufen sind und auch diese auf Rettung warten bzw. solche in Anspruch nehmen mussten, könnte der Treibstoff bzw. könnten Rettungsschirme bald knapp werden. Sind die Italiener in der Lage oder willens, das Wasser aus dem sinkenden Dampfer zu schöpfen bzw. den Schuldenberg abzutragen? Dieses Vorhaben kostet Anstrengung und es muss viel Schweiß fließen, um diese Herkules-Aufgabe zu meistern. Wenn die letzte Zitrone ausgepresst und das letzte Fass geleert ist, was dann? Wäre es nicht angebracht, die eigenen Vorräte in Sicherheit zu bringen, sie auf ein kleineres, wendigeres Schiff zu laden, um sicher in den Hafen zu gelangen? Wenn die Passagiere wieder selber zu rudern beginnen, anstatt sich auf dem großen Dampfer treiben zu lassen, würde auch Ballast abgeladen. Es geht nicht so sehr und vor allem nicht um die Rettung der eigenen Haut, sondern es geht darum, dass man sich den Dampfer oder das Schiff selber aussuchen möchte. Es ist sicher besser und auch leichter, den Stürmen in einem eigenen, wenn auch bescheidenen Boot in Eigenverantwortung zu trotzen, als das Heil in einer Kabine erster Klasse eines sinkenden Schiffes zu suchen. Herr Landeshauptmann, wenn Sie am Endes Ihres Berichtes die Metapher vom Dampfer auf Südtirol übertragen, indem Sie bestimmte gesellschaftliche Entwicklungen in unserem Land beschreiben und beklagen, dass Egoismus, Ellbogen-Mentalität und Gier ihren Tribut gefordet hätten, dann müssen Sie sich die Frage gefallen lassen, wer für diese zugegebenermaßen treffende Einschätzung verantwortlich oder zumindest mitverantwortlich ist. Wer hat das sogenannte "System Südtirol" geschaffen bzw. mitgeschaffen, in dem Egoismus zur Ersatzreligion, EllbogenMentalität zur Machtdemonstration und Gier zur politischen Selbstbedienung wurden? Es ist schon ein starkes Stück, wie Sie den SEL-Skandal bzw. den Energiesumpf herunterspielen und sich sogar zur Aussage versteigen, dass die SEL nicht Täter, sondern Opfer sei. Wer hat die mittlerweile zurückgetretenen bzw. beurlaubten SELVerantwortlichen eingesetzt? Politische Verantwortung scheint in Südtirol ein Fremdwort zu sein. Wer glaubt, dass man mit der Neubesetzung des Aufsichts- und Verwaltungsrates den Skandal wegwischen oder von ihm ablenken kann, handelt nicht im Interesse der Menschen. Die Art und Weise der Nachbesetzung - als überparteiliche Maßnahme angepriesen - wirft schon wieder Fragen auf. Ein mögliches Naheverhältnis zur Politik steht ebenso auf dem Prüfstand wie die Qualifkation für diese Ämter. War unter den 60 bis 70 Bewerbern, von denen wir gelesen haben, wirklich niemand dabei, der den Erfordernissen entsprach? Wenn es Kriterien außerhalb persönlicher Bekanntschaften gab, so waren diese zumindest wenig transparent. Die Südtiroler haben sich schon gewundert, wenn sich der Landeshauptmann ein Vorschlagsrecht und der Landesrat drei Vorschlagsrechte herausnimmt und man eines den Italienern überlässt, die nach guter alter DC-Manier sowieso wieder einen alten gedienten Politiker bestellt haben. Im Bericht steht kein Wort von den Treuhandgesellschaften und dass gegen zwei Mitglieder Ihrer Regierung Ermittlungen der Staatsanwaltschaft laufen. Das haben Sie ganz einfach verschwiegen! Selbstverständlich gilt auch für diese die Unschuldsvermutung, aber eine Entbindung von ihren Agenden bis zur endgültigen Klärung der Angelegenheit wäre schon angebracht. Die entsprechenden Anträge haben Sie aber in alter Betonkopf-Mentalität abgewiesen. Die Landesregierung hat hier nach dem Willen der Mehrheit und nicht nach inhaltlichen Entscheidungsfindungen gehandelt. Herr Landeshauptmann, ich kann Sie bis zu einem bestimmten Punkt verstehen, wenn Sie die Arbeitsweise im Landtag beklagen. Zur Überwindung der Politikverdrossenheit, die eigentlich eine Politikerverdrossenheit zu sein scheint, müssen Regierung und Opposition ihren Beitrag leisten. Dazu gehört auch eine zeitgemäße Geschäftsordnung, welche der Regierung das Regieren und der Opposition die notwendigen Kontrollrechte einräumt. Die Blockade des Landtages durch einzelne Abgeordnete ist ebenso abzulehnen wie die willkürliche Interpretation der Geschäftsordnung durch das Landtagspräsidium. Wir müssen jetzt wieder zahlen, weil ja Prozesse laufen. Änderungen der Geschäftsordnung sind im dafür zuständigen Ausschuss und im Landtag zu beschließen und sonst nirgends! Diese Haushaltsdebatte findet natürlich vor dem Hintergrund einer ausgedehnten Finanz- und Wirtschaftskrise statt, die uns natürlich auch voll trifft, wenngleich immer wieder gesagt wird, dass wir mit einem blauen Auge davonkommen würden. Man braucht eigentlich nur ein paar Signale aufnehmen. Wenn wir nicht imstande sind,

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das System zu ändern, dann werden uns die Leute davonlaufen. Wenn die Betriebe hier nicht mehr wirtschaften können, weil die Steuerlast zu hoch ist, dann werden wir eine Abstimmung mit den Füßen haben. Das ist auch eine Form der Selbstbestimmung, denn ich gehe dahin, wo ich besser wirtschaften kann. Ich bin gestern in Innsbruck gewesen. Dort habe ich zu 1,36 pro Liter getankt und wenn man über den Brenner fährt, dann ist es 1,75 Euro. 40 Cent Unterschied bei einem Liter Treibstoff! Das sind 800 Lire pro Liter. Wir haben den Antrag gestellt, die Begünstigungen für das Tanken in Grenznähe auf das ganze Land auszudehnen, und Sie werden uns jetzt vorwerfen, dass sich die Opposition natürlich leicht tue, einen Wunschzettel an das Christkind bzw. an den Nikoluis zu schreiben. Natürlich ist nicht alles machbar, aber bei einem Haushalt von immer noch mehr als fünf Milliarden Euro gibt schon einen gewissen Spielraum. Die Frage ist, wo wir die Geldmittel einsetzen. Es haben schon mehrere Kolleginnen und Kollegen auf verschiedene Großprojekte hingewiesen. Ich möchte das TIS herausgreifen. Wenn die Betroffenen selber sagen, dass es das in dieser Form nicht braucht, … Also zwangsbeglücken müssen wir sicher niemanden, Herr Landeshauptmann! Nach unserem Dafürhalten ist es besser, das Geld den Betrieben zu geben, die angewandte Forschung betreiben. Wie gesagt, es ist begrüßenswert, dass im Bereich Forschung und Entwicklung mehr Geld zur Verfügung gestellt wird. Das Gießkannenprinzip hat ausgedient bzw. damit kann man keinen Haushalt gestalten, sondern bestenfalls Klientel bedienen. Ich verstehe aus Eurer Sicht, dass Ihr davon nicht abrücken wollt, denn das war ja immer Eure Stimmenmaximierung. Aber damit kommt Ihr nicht mehr weiter und das wisst Ihr auch! Ihr habt aber nicht den Mut, irgendwann einmal von einem eingeschlagenen Weg abzuweichen bzw. ihn zu ändern. Dass Ihr wissentlich gegen die Wand läuft, verstehe ich eigentlich nicht, und mit der sogenannten Vollautonomie läuft Ihr im Prinzip auch voll gegen die Wand. Ihr gräbt ein 20 Jahre altes Modell aus, nur um die derzeitige Diskussion über Selbstbestimmg und Freistaat zu unterminieren, aber dieses Spiel wird Euch nicht aufgehen. Ich habe vorgestern mit ehemaligen Landtagsabgeordneten Eurer Partei gesprochen. Die schlagen die Hände über den Kopf zusammen! Ich habe schon vor ein paar Jahren gesagt, dass die Südtiorler Volkspartei ihren Kompass verloren habe. Sie schwimmt auf hoher See in einem Schiff und dreht sich um die eigene Achse. Hauptsache sie sitzt in der Luxuskabine bzw. in der ersten Klasse. Wohin die Fahrt gehen soll, sieht man bei Euch wirklich nicht mehr! Ihr habt nun einmal die Hauptverantwortung. Ich habe keine Freude, wenn es Italien schlecht geht, aber zu glauben, dass man etwas nur dann erreichen kann, wenn es dem anderen schlecht geht, diese Auffassung und Politik teile ich nicht. Ich teile aber auch die Politik Italiens und der Europäischen Union nicht. Wir sind alle nur mehr Zuschauer. Ich weiß, dass wir ein kleines Regionalparlament sind und auf europäischer Ebene sicher nicht weiß Gott was bewirken können. Sie sitzen im Ausschuss der Regionen mit beratendem Stimmrecht, und diese Möglichkeit haben wir leider nicht. Ich habe gehört, dass der Kollege Heiss im Rahmen seiner Intervention von meiner Europhopie gesprochen hat. Ich habe keine Angst vor Europa! Ich habe der EU gegenüber ein Gefühl, das zwischen Unzufriedenheit und Wut hin- und herwechselt, denn die EU führt uns in die Irre. Da sind nicht Politiker am Werk, sondern da ist das große Kapital am Werk, das die Banken retten und nicht den Menschen helfen will. Wie ist es möglich, dass Leute regieren, die nicht einmal gewählt worden sind? Das gestehe ich diesen Damen und Herren einfach nicht zu, und wenn jetzt der Herr Monti eingesetzt wird, um das Schiff Italien durch die hohen Wellen zu manövrieren, dann muss man die Vorgeschichte dieses Herrn kennen. Der ist alles andere als ein demokratischer Politiker, aber alle jubilieren. Ich war partout kein Freund der Politik von Berlusconi, aber jetzt glaubt man, dass nach diesem Teufel plötzlich der Messias kommen würde. Was hat sich geändert? Die Schulden sind gleich hoch, das Rezept ist auch dasselbe! Wir tendieren hier wirklich in Richtung Kommunismus. Von einer technischen Regierung mit so vielen klugen Leuten hätte ich mir mehr erwartet als Steuererhöhungen! Diese Leute wurden uns ja als die Wunderwuzis vorgestellt, aber man hört nur von Steuererhöhungen. Dass zu sparen ist und es eine Neuausrichtung braucht, steht außer Frage, aber hier wird nur das gemacht, was die Europäische Union will. Der Herr Monti ist ein Statthalter bzw. der kommissarische Verwalter Italiens seitens der Europäischen Union, nicht mehr oder weniger. Italien hat seine Souveränität längst verloren! Wenn ein Staat seinen Haushalt nicht mehr selber erstellen kann, dann ist er nicht mehr souverän. Deshalb müsste es dem Staat "wurscht" sein, ob sich Südtirol selber organisiert und in Richtung Freistaat geht. Er müsste eigentlich froh sein, dass wir imstande sind, uns selber zu organisieren und auf unsere Leute zu schauen und nicht das zu tun, was uns bestimmte Damen und Herren aus irgendwelchen Banketagen diktieren wollen. Wir werden im laufenden Jahr ein Wahlgesetz machem müssen, aber darüber lese ich im Bericht nichts. Es muss sich auf jeden Fall um ein Wahlgesetz handeln, das seinen Namen auch verdient. Wir haben den Landtag zwei Mal mit einem technischen Wahlgesetz gewählt. Jetzt haben wir eine technische Regierung in Rom. Das wird alles immer "technisch" gemacht. Wo ist die Politik geblieben? Ihr habt schon lange abgedankt, verwaltet noch so gut es geht und benützt das Geld der Steuerzahler dazu, um irgendwelche Dinge zu tun, mit denen die Leute keine große Freude haben, siehe SEL usw. Auch die Direkte Demokratie steht immer wieder auf der Tagesord-

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nung der Politik. Der Gesetzgebungsausschuss hat einen entsprechenden Gesetzentwurf genehmigt, mit keiner großen Genugtuung seitens der Opposition. Genau das ist es, liebe Damen und Herren der Südtiroler Volkspartei, was uns zeigt, dass Ihr meilenweit von den Bedürfnissen der Bevölkerung entfernt seid! Dieses Gesetz ist genau so, wie es nicht sein sollte, denn es verhindert die Direkte Demokratie. Wer bei einer Einstiegshürde von 38.000 Unterschriften von Direkter Demokratie spricht, der verhöhnt das Volk! Es nützt mir nichts, wenn ich eine Latte von mehr als 3 Metern überspringen muss, um einen auf der anderen Seite liegenden Goldsack zu bekommen. Bislang ist noch kein Hochspringer höher als 2,42 Meter gesprungen. Dann nützt mir ein Null-Quorum gar nichts! Das ist eine Täuschung übelster Sorte und hat überhaupt nichts mit Demokratie zu tun. In Südtirol kommen viele Menschen mit ihrem Einkommen nicht mehr aus. Dieses Wortspiel wird oft gebraucht. Die Löhne bleiben gleich, und wenn es stimmt, dass mit dem neuen Sparpaket, das ich ein Strafpaket nenne, jeder Bürger im Lande 1.000 bis 1.500 Euro im Jahr mehr ausgeben muss, dann frage ich mich, wo er das Geld hernehmen soll. Es gibt bei uns viele Leute, die kalkulieren müssen, weil sie ein Wohnbaudarlehen tilgen müssen oder studierende Jugendliche haben. Da gibt es Ausgaben, die man nicht vermeiden kann, und diese haben nichts mit Luxus zu tun. Wo also sollen sie das Geld hernehmen? Wenn sie nicht mehr verdienen, dann müssen sie den Gürtel enger schnallen, aber wo ist da noch Spielraum? Sich zu Tode sparen wird nicht gehen, und wenn man die Kuh nicht füttert, dann kann man sie auch nicht melken! Hier, liebe Landesregierung, ist schon ein bisschen Phantasie gefragt. Jetzt kommt wieder die famose ICI, allerdings unter dem Namen IMU. Wenn man etwas umschreiben will, dann benutzt man nur mehr die Anfangsbuchstaben, denn dann klingt es weniger dramatisch. Das ist eine Steuer, auch auf die Erstwohnung, und das ist aus meiner Sicht eine Viecherei. In der Verfassung steht, dass jeder das Recht auf eine Wohnung hat. Warum muss man diese dann noch zusätzlich besteuern? Ihr wart da nicht immer beispielgebend. Als damals die ICI eingeführt worden ist, haben wir die höchstmögliche Befreiung von derselben bzw. eine Abschaffung derselben gefordert, aber die SVP-Arbeitnehmer haben in der Sozialpolitik abgedankt. Was nützt es, wenn der Arbeitnehmerchef ein, zwei Mal in der Woche eine Pressemitteilung verschickt, in der er Dinge verlangt, die Ihr im Landtag dann ablehnt? Man braucht nur bei den Menschen draußen zu sein, dann weiß man, wo sie der Schuh drückt. Das wisst Ihr eigentlich schon auch. Einige von Euch sind ja fleißig unterwegs, beim Landeshauptmann angefangen. Der weiß schon, wo die Bürger der Schuh drückt, aber wenn es dann darauf ankommt, das umzusetzen, dann schaut es anders aus. Ich habe gehört, dass auch im Bereich Wohnbau Neuerungen kommen werden. Eine Wohnung ist in Südtirol wirklich ein Luxusgut. Wer kann sich noch eine Wohnung leisten? Es sind schon tragisch, Landesrat Tommasini, wenn wir hören, dass im Bereich Wohnbau 290 Millionen Euro nicht ausgegeben worden sind. Und jetzt geht man her, und sagt, dass die Gründe nicht verfügbar seien, und beginnt einen Streit mit der Gemeinde Bozen. Ich weiß nicht, wie Ihr politisch kommuniziert. Die einen sagen, dass in Bozen 5.000 Wohnungen leer stehen, aber die zuständige Stadträtin spricht von 1.500 bis 2.000 leerstehenden Wohnungen. Das muss doch feststellbar sein! Zwischen 1.500 und 5.000 besteht schon ein großer Unterschied. Ich möchte fragen, ob es stimmt, dass damals bei der Bestandserhebung geschwindelt wurde, und zwar in dem Sinne, dass Leute ihren Namen zwei und drei Mal angegeben haben. Wenn es so wäre, dann wäre auch das ein Fall für den Staatsanwaltschaft. Es steht der Vorwurf im Raum, dass man den Bedarf künstlich in die Höhe getrieben hat, damit man die Bauindustrie befrieden kann. Dem ist auf jeden Fall auf den Grund zugehen, und das werden wir nach unserer Möglichkeit zu tun versuchen. Ich hoffe, dass wir dann nicht wieder zur Staatsanwaltschaft gehen müssen wie im Fall SEL. Die Tragik an der ganzen SEL-Geschichte war ja, dass wir bestimmte Vorinformationen hatten, die Ihr aber nicht zugegeben habt. Also, diese Art von Politik, meine Damen und Herren, ist wirklich nicht mehr tragbar. Wir haben in Südtirol viele Menschen, die unter dem Lebensminimum leben. Die Schere zwischen Arm und Reich geht leider auch bei uns immer mehr auseinander. Im sozialen Bereich haben wir ganz einfach Aufholbedarf. Es ist schön, dass die Pflegesicherung mit dem Haushalt finanziert wird. Sie ist ja eine reine steuerfinanzierte Geschichte, aber ich weiß nicht, ob das so für alle Zeiten so bleiben kann. Die Steigerungsraten in diesem Bereich sind nämlich enorm. Ich möchte in diesem Zusammenhang ein kleines Detail anführen. In der Gemeinde Mühlbach wird ein Altersheim gebaut. Die Gemeinde ist vorgeprescht, indem sie einen Grund angekauft hat. Das ist schon eine merkwürdige Geschichte, aber bitte … Dann war der Grund eben da und die anderen Gemeinden wurden verpflichtet. Jetzt ist man daraufgekommen, dass dieser Grund zu klein ist, weshalb man dort nicht mehr bauen kann. Herr Landeshauptmann, wurde Ihnen von einer Privatperson das Angebot unterbreitet, auf seinem Grund unengeltlich das Altersheim hinzustellen? Hat es diesen Vorschlag gegeben? Wenn das stimmt, dann ist das Ausdruck schlechtester Verwaltung. Solche Dinge können eigentlich nur in Südtirol passieren. Das ist wirklich unglaublich!

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Im Gesundheitsbereich gibt es auch viele Verbesserungsmöglichkeiten. Eine ist, dass man auch privatwirtschaftliche Elemente einführt. Es geht nicht um Privatisierung, und ich höre schon wieder den Schorsch Pardeller schreien, dass die Freiheitlichen für eine Privatisierung des Gesundheitswesens wären. Das sind wir nicht, aber wir sind dafür, dass auch die Privaten im Gesundheitswesen Platz haben müssen. Das ist die einzige Möglichkeit, um die Wartezeiten abzubauen. Entscheidend ist, dass wir keine Zwei-Klassen-Gesellschaft haben, dass sich jeder Bürger zu jedem Dienst hinbegeben kann und dort, wo er es sich selber nicht leisten kann, die Öffentlichkeit einen Ausgleich schafft. Das muss es sein, und dieser Landeszentralismus, den wir in vielen Bereichen haben, muss abgeschafft werden. Der hat ganz einfach ausgedient. Es war schon ein starkes Stück, als ich unlängst eine Werbung seitens des Assessorates für Gesundheitswesen gesehen habe, mit dem Slogan "Ich warte gerne!" Seid Ihr Euch bewusst, wie das bei den Menschen draußen ankommt? Wenn jemand vier Monate auf eine Untersuchung warten muss und dann "Ich warte gerne" liest, … Unglaublich, und dafür gibt man auch noch eine Menge Geld aus! Die Bushaltestellen sind nur mehr mit Landeswerbung tapeziert. Der Herr Hölzl wird von Euch ja überfüttert, der wird irgendwann einmal platzen! Ein Privater kann sich eine solche Werbung gar nicht leisten, aber das Land hat es ja! Und das sind keine Kosten der Politik? Ich habe eine Anfrage eingebracht, in der ich frage, was diese Dinge kosten. Aus Eurer Sicht fallen diese ja nicht unter die Kosten der Politik. Was ist das dann? Wie nennt Ihr das? ABGEORDNETER: Informationsmanagement! LEITNER (Die Freiheitlichen): Die Leute sehen es anders. Wenn Ihr in Zeiten wie diesen noch Geld für solche Plempereien habt, dann schlägt es 13! Im nächsten Jahr wird ein Gesetz zur Familienförderung kommen, was zu begrüßen ist. Wir werden sehen, was in dieses Gesetz alles hineinkommen wird. Von Familien wird ja immer wieder gesprochen, besonders vor Wahlen, aber in der täglichen Politik spüren das die Familien nicht immer. Wir haben eine große Diskrepanz zwischen Familien mit Kindern, mit mehr Kindern oder keinen Kindern. Es gibt ja immer mehr Single-Haushalte. Hier ein zu 100 Prozent gerechtes System zu finden, wird sicher schwer sein. Wir haben in der letzten Sitzung ein Gesetz beschlossen, in welchem ein Artikel über schwer bzw. wiedererziehbare Hunde enthalten war. Da fällt mir der Ausspruch ein, den unser ehemaliger FPÖ-Kollege Ewald Stadler einmal gebraucht hat: "Heute sprechen wir nicht mehr von der Ein-Kind-Familie, sondern von der Ein-Hund-Familie." Da ist etwas Wahres dran. Ich bin auf einem Bauernhof aufgewachsen und habe den Zugang zu Tieren gelernt. Ich mag Tiere, aber ich habe ein Problem damit, wenn man den Hunden und Katzen mehr Aufmerksamkeit schenkt als den Kindern. Dieser Eindruck besteht, und die demographische Entwicklung sagt das ja eigentlich aus. Landesrat Bizzo, da können Sie zehn Mal den Kopf schütteln, das ist eine Bestandsaufnahme! Wie gesagt, ich schätze jeden, der auf ein Tier schaut und damit eine Freude hat. Gerade ältere Leute haben manchmal keinen Partner mehr oder keine Kinder und deshalb ist ein Tier für sie wichtig. Wenn man Hundefutter kauft, dann sind die Aufschriften 12-sprachig, aber bei einem Medikament ist nicht einmal die Zweisprachigkeit möglich! Daran sieht man, welchen Stellenwert bestimmte Dinge in der Gesellschaft haben, aber das fällt uns wahrscheinlich gar nicht einmal mehr auf. Auf jeden Fall erwarte ich mir, dass man in dieses Gesetz auch Dinge aufnimmt, die wir immer wieder vorbringen, beispielsweise, dass man soziale Zuwendungen nicht als Einkommen rechnet. Wenn jemand ein Stipendium bekommt, dann zählt das zum Einkommen dazu. Wo ist das dann eine soziale Unterstützung? Wenn ich ein Studienstipendium bei der Einkommenserklärung angeben muss, dann riskiere ich, im nächsten Jahr von irgendwelchen Förderungen ausgeschlossen zu werden, weil dieser Betrag genau das ausmacht, was ich dann zu viel verdiene. Das kann es doch nicht sein! Im Bildungssystem hat die Diskussion um die Vereinheitlichung des Schulkalenders alle Diskussionen überlagert. Ich war als einer der wenigen Landtagsabgeordneten bei beiden Anhörungen zu diesem Thema im Landtag anwesend, wobei die Meinungen unterschiedlicher nicht sein konnten. Es hat hier keine Art von gemeinsamer Ausrichtung gegeben, und wir haben zu diesem Thema einen Tagesordnungsantrag eingereicht, mit welchem wir fordern, dass die Autonomie der Schulen gewahrt und keine flächendeckende fünf-Tage-Woche eingeführt wird. Ich sage etwas aus eigener Erfahrung, nachdem ich eigentlich ein gelernter Lehrer bin. Ich habe damals die LBA besucht und einige Jahre unterrichtet. Diese Belastung, die man hier den Schülern zumutet – alles wird auf fünf Tage konzentriert und es gibt keine Zeit mehr für Musik, Sport usw. –, sehe ich als mangelndes pädagogisches Gespür. Will die Landesregierung sparen, indem es einen Tag weniger Unterricht gibt? Aus pädagogischer Sicht ist das für mich nicht vertretbar. Ich weiß schon, dass die Lehrerschaft, die Eltern, Vereine usw. ihre Wünsche haben, und irgendwo haben alle Recht. Man kann alle Wünsche verstehen, aber die Kinder kommen zu

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kurz, denn diese spielen anscheinend die letzte Geige. Die Kinder müssen an erster Stelle stehen, und unter diesem Gesichtspunkt sollte eine Entscheidung getroffen werden. Zur Energiepolitik ist schon viel gesagt worden. Hier gilt es natürlich die richtige Mischung zu finden. In diesem Zusammenhang spreche ich die Windräder an, die optisch zwar nicht gut in die Landschaft passen, aber eine erneuerbare Energiequelle sind. Hier sollte man den Bogen der Sachlichkeit nicht überspannen und schlussendlich nach objektiven Kriterien entscheiden. Einen Satz auch zum Müllverbrennungsofen. In Bezug auf die Frage, wie hoch die Kosten sein werden und wer sie tragen wird, ist das letzte Wort anscheinend noch nicht gesprochen. Tatsache ist, dass sich die Kosten sehr stark erhöht haben, was auch genauer zu hinterfragen wäre. Im Bereich der Mobilität wird sehr viel Geld investiert. Landesrat Widmann ist jetzt nicht hier, aber ich möchte im Namen vieler Bürger den Wunsch äußern, dass man die Tarifpolitik noch einmal überdenkt. Es mag stimmen, dass die Summe, die hier gezahlt wird, nicht weiß Gott wie hoch und im Verhältnis zu anderen Ländern bescheiden ist, aber in der jetzigen Phase ist jede zusätzliche Verteuerung für viele Menschen ein Problem. Jene Leute, die nicht auf öffentliche Verkehrsmittel zurückgreifen können, haben zwei Probleme: Sie haben ein Problem mit dem Fahrverbot, da sie ihren alten Untersatz nicht verwenden und sich keinen neuen leisten können. Das andere Problem betrifft die hohen Treibstoffpreise, die, wenn es so weitergeht, ich weiß nicht wohin führen. Da besteht sicher Handlungsbedarf. Wir hoffen auch, dass das Breitband- und Glasfasernetz bis 2013 ausgebaut wird. In Vergangenheit hat die Landesregierung mit den Firmen, die hier beteiligt waren, nicht unbedingt eine glückliche Hand gehabt, Stichwort "Linkem". Auch die Diskussion um die Tourismusabgabe wird uns im nächsten Jahr beschäftigen. Jede zusätzliche Steuer oder Abgabe stellt eine Belastung dar. Das mit der Kurtaxe ist sicher machbar, und wenn man die Tourismusabgabe auf freiwilliger Basis realisieren kann, dann wäre das wahrscheinlich eine gute Mischung. Auch das Thema "Sonntagsruhe" möchte ich ansprechen, denn das beschäftigt sehr viele Menschen in diesem Lande. Hier geht die Landesregierung einen Weg, der sicher mitgetragen werden kann, denn die Sonntage, an denen die Geschäfte offen halten dürfen, sollten aufs Notwendigste beschränkt werden. Über die Landwirtschaft haben wir bereits im letzten Monat geredet. Ich habe mich damals dafür stark gemacht, dass jene, die Urlaub auf dem Bauernhof anbieten, und Privatzimmervermieter gleich behandelt werden. Ich glaube, dass hier auch unter den Bauern ein Umdenken stattgefunden hat. Wenn man die Zustimmung für die schwierige Situation in der Landwirtschaft haben will, dann muss man aber auch Verständnis für die andere Seite haben. Das muss auf Gegenseitigkeit beruhen. Ich wünsche mir hier keine Gegnerschaft, sondern eine gemeinsame Vorgangsweise. Zu den sogenannten ethnischen Themen. Da geht nichts mehr weiter bzw. da gibt es nur diese Briefe und Geheimabkommen, wobei wir nicht genau wissen, was eigentlich Sache ist. In Sachen Ortsnamengebung sollte man sich irgendwann einmal einen Ruck geben, und vielleicht ist unser Vorschlag der Prozentregelung nicht der schlechteste. Den kann man wirklich auch international gut vertreten. Wir haben ja gesehen, dass auch in Kärnten nach jahrzehntelanger Polemik eine Lösung möglich war, die schlussendlich alle unterschrieben haben. Herr Landeshauptmann, Sie wissen am besten, dass das Machbare nicht immer das ist, was man sich wünscht, aber schlussendlich ist es doch zu einer Einigung gekommen, an der alle mitgewirkt haben. In Bezug auf die faschistischen Denkmäler erwähne ich das Alpini-Treffen im nächsten Jahr. Ich weiß nicht, wie viele Leute kommen werden. Auf jeden Fall werden es sehr viele sein. Warum geht die Landesregierung nicht her und drückt jedem dieser Besucher einen Zettel in die Hand, auf dem ein paar Eckdaten unseres Landes stehen? Das könnten dann auch Leute sein, die unsere Situation besser verstehen. Man sollte etwas daraus machen, was uns nützt, damit nicht ein Scherbenhaufen zurückbleibt. Jetzt haben wir es noch in der Hand. Ich bin für Demonstrations- und Versammlungsfreiheit. Ihr habt die Alpini eingeladen und deshalb sind sie als Gäste zu behandeln. Wir hätten aber auch die große Chance, ihnen die Situation unseres Landes zu erklären, dass es nicht nur ein Siegesdenkmal oder einen Duce hoch zu Ross gibt, sondern dass wir auch andere Dinge zu bieten haben. Das meine ich nicht aus touristischer, sondern vor allem aus der Sicht einer ethnischen Minderheit. Ich komme zum Schluss. Die drei W's klingen für mich ein bisschen nach "Weiterwursten", "Wegleugnen" und "Wischi-Waschi", Herr Landeshauptmann. Ich sehe keine neuen Elemente, aber das habe ich mir von Ihnen auch nicht erwartet. Es schaut wirklich so aus, dass Sie am Ende Ihrer politischen Laufbahn sind, die man Ihnen offensichtlich auch vergällen möchte. MAIR (Die Freiheitlichen): Weinbergweg!

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LEITNER (Die Freiheitlichen): Das wird Ihnen sicher nicht gefallen, aber uns gefällt nicht, dass man dieses Land wie einen persönlichen Besitz behandelt, von welcher Seite auch immer. Es ist nicht die Angelegenheit von drei Leuten oder einer Partei zu entscheiden, wie es mit diesem Land weitergeht. Wenn man von einer Seilschaft zur nächsten wechselt, die vielleicht noch mehr Macht in sich vereinen kann, so kann das nicht im Interesse einer demokratischen Gesellschaft sein. Darüber kann man sich durchaus Sorgen machen. Ich wünsche mir, dass dieser Filz und diese Vetternschaft endlich überwunden werden können, dass der Mensch in diesem Land wieder etwas zählt, dass man die Menschen an den Entscheidungsfindungen beteiligt, im Sinne einer richtig verstandenen Direkten Demokratie. Dann haben wir sicher eine gute Zukunft. ARTIOLI (Lega Nord): Signor presidente, mi chiedo come abbia potuto scrivere che Lei è il capitano di questa nave. Normalmente i capitani delle navi affondano insieme alla nave. Spero che Lei questo errore non lo faccia, La prego, inventiamoci una nuova strategia per l'Alto Adige ma non affondiamo insieme a Roma, perché se Lei è il vero capitano che ci sta guidando, si sa che nel detto popolare il capitano affonda insieme alla nave e salva il popolo. Se Lei vuole affondare, lo faccia, però salvi noi popolo. A meno che Lei non mi dica che si sta trasformando in un sottomarino, nel qual caso forse ci salviamo! I Suoi onorevoli, che io definirei le due belle addormentate nel bosco, Brugger e Zeller, per fortuna non è stato Lei, perché in questo è stato un po' più lungimirante, loro invece si sono fatti abbagliare da una frase che ha detto il presidente Monti: "Noi crediamo nell'autonomia". Adesso si stanno risvegliando e si accorgono che al presidente Monti non interessa assolutamente la nostra autonomia. Gli interessa solo venire ad incassare i soldi della nostra autonomia. Chi si sfrega le mani in questo momento è l'Austria, che in questo momento è contentissima, così gli altoatesini insediano in Austria le aziende, vanno in Austria a fare il pieno di benzina e nascondono i soldi nelle loro banche. Una volta c'erano i controlli al Brennero, adesso non ci sono più, così gli altoatesini vanno liberamente in Austria portando i soldi dell'Alto Adige nelle loro banche. Chi verrà colpito? Come al solito il ceto medio, e anche i nostri altoatesini del ceto medio con la manovra Monti diventerà povero. Viviamo nella provincia più cara d'Italia, in un carrello della spesa del valore di 400 euro non ha dentro niente. Io so che Lei la spesa non la va mai a fare, presidente, ma dovrebbe farlo, vada alla Despar e guardi cosa va dentro un carrello del valore di 400 euro. Se va bene una famiglia con tre figli sopravvive 4 giorni, e deve stare attento di riempire il carrello con la merce in sconto. Questa non è colpa di Hillebrand, è colpa del fatto che i nostri terreni costano, il nostro standard di vita era molto alto, m in questo momento le vacche grasse sono finite, quindi per salvare la nave insieme al capitano, per cui vorremmo che Lei restasse con noi, dato che non abbiamo intenzione di affondare insieme a Roma, dobbiamo inventarci una nuova strategia e dire: signor Monti, Lei si tenga tutte le Sue strategie per salvare l'Italia che tanto la metterà in ginocchio, perché lo spread continua a salire, oggi siamo a 485, il che vuol dire che questa manovra lacrime e sangue, come l'ha soprannominata lui, non salverà l'Italia, la metterà in ginocchio e l'Alto Adige verrà trascinato dietro. Noi possiamo chiedere che ci diano tutte le altre competenze, che ci facciano i conti di quanto costa la Guardia di finanza, la polizia, il Tribunale che ci stanno ancora pagando come Stato italiano, ce li paghiamo ma che ci lascino in pace. Questo era il concetto del federalismo fiscale, invece lui sta reintroducendo con l'Imu il centralismo di Roma, e Zeller e Brugger che prima erano così felici che fosse arrivato Monti a salvarci, oggi si accorgono tutti e due che forse Monti non salva né l'Italia né l'Alto Adige e soprattutto l'autonomia. Noi dobbiamo ribellarci e dire che ci amministriamo con i nostri redditi e le nostre tasse. Non possiamo dire come ha detto Bizzo in un'intervista domenica scorsa che non possiamo abbassare le accise. Non è vero, lo abbiamo fatto nei comuni che confinano con l'Austria, e perdiamo soldi. I camion della Fercam fanno tutti il pieno in Austria. Non c'è un trasportatore sudtirolese che si rifornisce qui, perché non ce la fa. È impossibile. Costa 1000 euro in più fare un pieno qua. Solo un folle può farlo. Noi dobbiamo diventare la Lussemburgo del nord! Abbiamo amministrato bene fino adesso, perché adesso dobbiamo affondare insieme alla nave? Che facciano quello che vogliono ma che ci lascino in pace. Facciamo anche la moneta sudtirolese, mi sta benissimo! E invece la SVP si allea con Monti! Votano assieme a Monti, hanno dato a lui un assegno in bianco! Credo che nessuna casalinga sudtirolese avrebbe dato un assegno in bianco a Monti. Loro sì! I due onorevoli della SVP sono andati a Roma sventolando le bandiere, e dicendo per fortuna che è andato via Berlusconi, e la Lega che era l'unica che aveva fatto l'Accordo di Milano, che combatteva con 69 onorevoli contro 220 centralisti che volevano salvare Roma. Questo è stato in grande risultato che siete riusciti ad ottenere. Voglio poi chiederLe una cosa, presidente. Se io come mamma non sono indebitata, ma mia figlia si indebita, chi pagherà i suoi debiti se lei non ha reddito? I nostri comuni altoatesini hanno 1 miliardo 200 milioni di debiti. Perché voi continuate a dire che la Provincia autonoma non è indebitata? I comuni non sono vostri figli? Sono

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figli dell'Austria? Anche per quanto riguarda la SEL, i 150 milioni che dovete garantire per la SEL, quello anche è un lontano cugino? L'alleanza anche in quest'aula con il Partito Democratico, che cosa vi ha portato? La legge sull'immigrazione, e sappiamo che gli unici che non sentono la crisi sono gli immigrati, perché 1000 euro di sussidio li prendevano prima, continuano a prenderli senza sudare, mentre la nostra gente viene tassata con l'Imu, l'Iva viene alzata al 23%, mentre loro continueranno a prendere 1000 euro netti di assistenza sociale. Questo è stato il grande accordo che avete fatto con il Partito Democratico, a cui avete dato 270 milioni per fare le case per il ceto medio, che non è però ancora riuscito a mettersi d'accordo con la SVP di Bolzano dove costruirle. Non sono ancora riusciti a capire, visto che abbiamo gli edifici vuoti in zona industriale, che bisogna riqualificare, come in tutte le grandi città, la zona industriale, e la nostra non è neanche zona industriale, perché se uno viene da fuori e la vede, ci viene a vivere, perché non è la classica zona industriale dove ci sono i camini e i fumi. Riqualifichiamola, e comperiamo noi a 1000 euro al metro quadro, non serve andare da Tosolini che ne vuole 3000! Qualcuno vende anche a 500 euro al metro quadro. Si fanno dei bei loft stile americano, ci viviamo tutti bene, e non sprechiamo aree verdi. No, invece abbiamo la legge sull'immigrazione e il redditometro con cui avete messo voi la prima tassa patrimoniale alle famiglie altoatesine. Avete copiato da Dellai, a partire dalla SEL, è tutto un modo di fare del Partito Democratico trentino che ha fatto la Dolomiti Energia. Tutte le schifezze le state copiando. Una volta che eravate contro i trentini andava tutto meglio, mentre adesso andate a copiare tutto e poi ci rimanete sotto, perché lui è italiano un po' più furbo, invece voi non sapete come amministrare la cosa, che poi vi sfugge di mano, perché vi viene troppo spontaneo darla al fratello, allo zio o al cognato. Poi quando venite scoperti, cadete dalle nuvole! Lui sa fare i lavoretti, voi non li sapete fare, lui non si fa prendere, invece voi sì con questo modo di fare che avete adottato con la SEL, dove è stata assunta addirittura la figlia di Stocker come dirigente. È vergognoso quello che è stato fatto. Tutti sapevate cosa succedeva, ma faceva comodo far finta di non sapere. Abbiamo scoperto che l'autonomia non interessa a Monti. Cosa facciamo? Gli mandiamo i soldi, facciamo come ha detto il ministro Passera: la prima priorità del Governo è mandare i soldi al sud. Come pensiamo di far insediare nuove aziende in Alto Adige? Uno che in Austria paga la metà delle tasse, paga la benzina a metà e ha comunque le infrastrutture tutto quello che abbiamo noi, dovrebbe insediarsi in Alto Adige per farsi tartassare da Monti? Presidente, mi deve spiegare come pensa di rilanciare la nostra terra, perché l'unica cosa che ho capito è che Lei vuole affondare insieme alla nave, e questo mi dispiace, perché non è da Lei. A livello locale abbiamo fondato il TIS, altra scatola vuota. Tutti gli imprenditori continuano ad affermare sui giornali che non lo vogliono, ma voi continuate su questa strada. Se tutti gli imprenditori vi dicono che preferiscono che tagliate i contributi a pioggia in favore di alleggerimenti fiscali, togliete questi contributi a pioggia che non accontentate più nessuno! Una volta la pace sociale ve la compravate con i contributi, ad ognuno un pochino, tutti erano felici, adesso bisogna capire che quell'epoca è finita, bisogna iniziarne un'altra. Se gli imprenditori non vogliono il TIS, e vogliono che togliate loro i contributi ma che abbassiate la pressione fiscale che è arrivata al 45%... Non mi stupisce leggere sul quotidiano "Alto Adige" di oggi che abbiamo 450 milioni di evasione fiscale. Secondo me siamo sicuramente al doppio, siamo a 800-900 milioni di evasione fiscale. È un'autodifesa della persona. Come fa una persona normale a sopravvivere con questa pressione fiscale? È impossibile. La pace sociale si sa bene che si raggiunge solo con la crescita. Questa manovra Monti non ha scritto niente per quanto riguarda la crescita, solo bastonate a tutti. Nella nostra terra dove ci sono comunque delle questioni etniche, arriveremo a rischiare tantissimo. Questa però può essere anche la nostra forza, cioè quella di andare a Roma e dire: Ci siamo amministrati bene fino adesso, c'è una pace sociale, lasciateci amministrare ancora anche durante la crisi, Vi paghiamo quello che volete per l'indipendenza, ma non facciamoci rubare i soldi per mandarli al sud. Nella vita bisogna sapere quando bisogna mollare gli ormeggi ed andarsene. Non si può rimanere attaccati a chi ci vuole dissanguare. E bisogna anche capire quando è ora di cambiare strategia politica in Alto Adige. Non si può presentarci un bilancio che è uguale identico a quello dell'anno scorso con qualche taglio qua e là, quando in camera caritatis gli assessori dicono che, pur essendo vero che c'è la crisi, nel capitolo di bilancio ci sono gli stessi soldi dell'anno scorso. Non si fa un'innovazione, si fa solo finta, si taglia un po' qua e un po' là, in realtà abbiamo gli stessi soldi dell'anno scorso sulla carta, perché il prossimo anno ci sveglieremo e ci accorgeremo che le nostre aziende non hanno il fatturato, e a quel punto le entrate saranno del 90%, ma su un importo diverso. E a quel punto sì che ci sarà il problema di dove andare a tagliare. Non ho capito come pensate di far cresce ancora l'Alto Adige e come pensate di sopravvivere. Ma lo sa che oggi, 13 dicembre, se Lei telefona in tanti alberghi trova tante stanze libere e trova le offerte per le camere superior al prezzo della comfort? E il motivo è perché la gente non ha prenotato. Dal momento che non ci sono i soldi per andare in montagna a sciare, è chiaro che noi abbiamo dei problemi. E come li affrontiamo? E ringraziamo Dio che oggi ha nevicato un pochino, perché se rimenevano i fiori

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e avevamo la temperatura che sfiorava i 10 gradi, sarebbe stato un ulteriore problema. Speriamo che continui a nevicare, così forse qualcuno gratterà gli ultimi soldi del salvadanaio per venire in Alto Adige a fare la vacanza lo stesso. Ma quelli che ci aspettano sono tempi duri e difficili. Con questo bilancio, quali innovazioni ci portate per capire come si può continuare a crescere in Alto Adige? Si aspetta, si naviga con il vento di Roma aspettando di affondare? Come volete affrontare il tutto? Con la legge sull'immigrazione? Promettendo case che non vengono realizzate da due anni e mezzo, perché a Bolzano si litiga? Continuando a controllare, con il redditometro, il patrimonio delle famiglie medio-basse? Come nella DDR è una violazione della proprietà privata. Se una persona ha ereditato un maso, una casa, non vuol dire che abbia reddito. Ci sono delle case che cascano a pezzi, c'è gente che ha ereditato un garage e non riesce più ad ottenere i contributi. È chiaro che poi c'è odio verso la persona extracomunitaria che non paga le case, perché ha un reddito troppo basso, riceve 1000 euro di contributo sociale perché non lavora. Come pensiamo di fare con la Memc che in gennaio manda oltre 300 persone in cassa integrazione? E quante altre ditte metteranno gli operai in cassa integrazione? Avete pensato ad una strategia alternativa? Come affrontiamo la cosa? La affrontiamo per esempio riqualificando tutta la zona produttiva, spendendo finalmente i soldi che a disposizione l'assessore Tommasini per dare lavoro al settore edile che è un volano per l'economia, o stiamo ad aspettare che la SVP di Bolzano ci dica se si dà un pezzetto di fazzoletto di proprietà di qualcuno? Vogliamo pensare a come affrontare quello che succederà da gennaio, febbraio prossimi? Noi siamo in un bellissimo castello, ma costa mantenerlo. Noi abbiamo 40 mila dipendenti pubblici, ma con cosa li paghiamo? Con le imprese, e se le nostre imprese non fanno più utile con il fatturato, con cosa li paghiamo i dipendenti pubblici? Avete qua sotto una macchina per stampare i soldi sudtirolesi, con stampata la faccia di Zeller e Brugger? Questo manca in questa relazione. Ci dite che abbiamo esagerato a parlare della SEL, che vediamo sempre tutto brutto. Non è vero, non vediamo sempre tutto nero, le nostre infrastrutture funzionano, le strade funzionano, la nostra amministrazione ha funzionato fino adesso, però avevamo i soldi, non c'erano problemi. Si sprecava un milione e mezzo per allestire una mostra che non ha visitato nessuno, si faceva il Museo dell'arte moderna, quando a pochi chilometri abbiamo il Mart. Si sono buttati dalla finestra soldi per investimenti sbagliati, non c'era problema, i soldi c'erano, ma adesso che non ci sono più, non ho capito qual è la strategia, non c'è scritta. Abbiamo fatto un maquillage di questo bilancio di previsione senza aver cambiato nulla. Abbiamo spostato un po' di qua e un po' di là per far vedere che abbiamo fatto qualche spostamento, ma non abbiamo uno straccio di strategia. L'unica cosa che sappiamo è che Lei, presidente, vuole fare il capitano della nave. Mi auguro che cambi idea e che non voglia affondare, ma trovi una strategia per salvarci sia da Monti che da Roma. TINKHAUSER (Die Freiheitlichen): Ich möchte zunächst meiner Kollegin der Lega antworten. Liebe Kollegin Artioli! Da Sie irgendwo der Lega angehören, muss ich mich schon fragen, welche Regierungspartei es war, wenn nicht die Lega, die Berlusconi über all die Jahre hinweg unterstützt hat. ARTIOLI (Lega Nord): (interrompe – unterbricht) TINKHAUSER (Die Freiheitlichen): Das verstehe ich schon. Jetzt zu sagen, wir sind nicht die Regierungspartei, sondern Ihr wart schon als Regierungspartei in Rom, jetzt so zu tun, als ob man mit dem ganzen Schlamassel nichts zu tun hätte, ist irgendwo sehr einfach. Wie jetzt die Lega von der Regierungspartei umsteigt … Berlusconi hat sich noch gewehrt, als man ihn vom Amt irgdenwo hinausgejagt hat, aber der Lega hat man gesagt, dass sie in Mailand bleiben und nicht mehr nach Rom fahren solle. Wenn man jetzt hergeht und wieder Padanien ausruft, wo man doch in der Regierung gesessen hat, dann, glaube ich, nehmen die Menschen solche Aussagen nicht mehr sehr ernst. Zum Thema selbst. Der Landeshauptmann hat gesagt, dass wir in der ersten Klasse der Titanic seien. Wenn also die Titanic langsam untergeht, dann werden die Südtiroler sehen, wie das Wasser langsam steigt. Die erste Klasse in der Titanic hat, meines Wissens, wenn man sich dies anschaut, noch die Chance gehabt, in ein Rettungsboot zu steigen und die Titanic zu verlassen. Untere Klassen hatten diese Möglichkeit nicht mehr. Deswegen, denke ich, sollten wir die Chance nutzen, für Südtirol eine Perspektive zu eröffnen, ein Freistaatmodell andenken und auf dieses hinarbeiten. Wenn ich jetzt unser Freistaatmodell anspreche, dann deshalb, weil der Landeshauptmann in seinem Bericht von der Vollautonomie gesprochen hat. Die Vollautonomie ist für die Volkspartei sicherlich ein interessantes Projekt. Man sagt, dass die Idee der Vollautonomie 20 Jahre alt sei. Deswegen möchte ich vielleicht einen Punkt irgendwo ändern. Man sagt, dass man noch drei Kompetenzen beim Staat belassen wolle, aber man alle anderen

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Kompetenzen übernehmen möchte. Für mich ist es sowieso klar, dass man im Zuge der Autonomie soweit als möglich alle Kompetenzen übernehmen sollte, deshalb verstehe ich nicht, dass man jetzt die Außenpolitik, glaube ich, beim Staat belassen möchte eine Landesverteidigung werden wir keine brauchen, aber die Währung will man auch bei Italien belassen. Vielleicht sollte die SVP diesbezüglich auch ein wenig umdenken. Die Währung würde ich fix festschreiben. Ich möchte in Zukunft den Euro auch für Südtirol haben. Wenn eines Tages Italien, Griechenland, Spanien usw. den Euro nicht mehr haben, dann sollte die Volkspartei vielleicht eine Vollautonomie mit dem Euro andenken. Das wäre vielleicht etwas. Wenn man dann auch noch auf den Außenminister – den neuen Außenminister kenne ich noch nicht beim Namen, aber der alte hat Frattini geheißen - verzichten könnte, … Die Landesverteidigung, wie gesagt, finde ich sowieso obsolet. Im Bericht ist - viele Kollegen haben dies angesprochen - auf das Jahr zurückgeblickt worden. Im Laufe dieses Jahres sind verschiedene Sachen an die Oberfläche gekommen. Ich möchte jetzt nicht wieder den ganzen SEL-Skandal thematisieren, sondern nur feststellen - das hat man vielleicht gemerkt -, dass es uns bei der SEL nicht unbedingt darum gegangen ist, den ganzen Handel bzw. die SEL-Verträge irgendwo anzuzweifeln. Ich möchte nämlich zwischen uns und den Grünen unterscheiden, denn ich kann mir auch vorstellen, dass man, wenn man mit großen Firmen verhandeln muss, manchmal wahrscheinlich das nehmen muss, was man bekommt. Mir ist es lieber, wenn die Wasserkraft in der öffentlichen Hand bleibt - das muss ich ganz klar feststellen – als dass sie in private Hände gerät. Diesbezüglich unterscheiden wir uns vielleicht schon irgendwo von den Grünen. Die ganzen anderen Sachen werden strafrechtlich durchleuchtet. Ob dabei etwas herauskommt oder nicht, das wird man dann sehen, aber darin besteht vielleicht der Unterschied zwischen uns und den Grünen, denn man hat auch gesehen, dass wir uns diesbezüglich eher ruhig verhalten haben. Die Südtiroler werden im nächsten Jahr durch staatliche Steuern sehr stark belastet. Wir erleben mit, dass die Mehrwertsteuer von 21 auf 23 Prozent steigt. Vor kurzem hatten wir noch 20 Prozent. Wir sind jetzt als Einzelhandel, als Detailhandel nicht mehr entsprechend wettbewerbsfähig, weil wir ja ein Grenzgebiet sind. Wir erleben mit, dass auf uns in Sachen IMU, die alte Immobiliensteuer ICI, mit einer Keule eingedroschen wird. Ich habe gestern gehört, dass es bereits Schätzungen gibt, was die IMU betrifft. In Gröden sollen Hotels im Ausmaß von 60.000 bis 70.000 Euro zur Kasse gebeten werden. Ich habe auch gehört, dass man in Zukunft für eine mittelgroße Bar 8.000 Euro an IMU zahlen wird. Ich denke mir, dass man als Land schauen sollte, Verhandlungen zu führen und danach trachten sollte, dass vor allen Dingen für Erstwohnungen, für Betriebe usw. Regeln dahingehend geschaffen werden, dass diese Steuer nicht so arg, wie es zu befürchten ist, auf uns zukommt. Wir erleben derzeit eine starke Zunahme der Preise, wenn es um die Spritpreise für Diesel und Benzin geht. Anscheinend sind über Nacht 15 Eurocent auf den Diesel aufgeschlagen worden, und wenn ich mich recht erinnere, hat der Diesel vor einigen Tag noch 1,55 Euro gekostet. Jetzt kostet er 1,75 Euro, also ist man hier wirklich in die Vollen gelangt, wobei Südtirol diesbezüglich Möglichkeiten hat. Für die Grenzgemeinden gibt es die Möglichkeit, den Spritpreis nach unten zu setzen. Südtirol hätte die Möglichkeit, dies auf das ganze Land auszuweiten. Im Landeshaushalt selbst sprechen wir über die IRPEF. Was die IRAP anbelangt, wissen wir aber noch nicht genau, wie schlussendlich der Staat darüber beschließen wird. Es kann auch sein, dass die IRPEF erhöht und nicht gesenkt wird. Der Staat möchte die IRAP – das haben wir gehört – senken. Diesbezüglich muss man noch schauen, was schlussendlich passiert. Im Haushaltsgesetz ist eine andere Maßnahme enthalten, die, das muss ich sagen, nicht schlecht ist. Vor einiger Zeit habe ich einen entsprechenden Beschlussantrag eingebracht, dann hat mich aber die Landesregierung irgendwo überholt. Es geht nämlich um die Agentur für die Vergabe öffentlicher Bauaufträge. Darauf hat mich die Heimatgemeinde von uns beiden, Herr Landeshauptmann, angesprochen. Diese hat gesagt, dass es, wenn sie den Bau einer Schule oder eines Kindergartens usw. ausschreiben würde, sinnvoll wäre, wenn sie dafür auf ein Landesamt zurückgreifen könnte und somit nicht die ganze Ausschreibungen machen muss und dafür, da sie unerfahren sei, externe Berater in Anspruch nehmen müsse. Deswegen habe ich einen Beschlussantrag eingebracht, aber die Landesregierung hat mich diesbezüglich irgendwo überholt; aber das ist nicht so schlimm. Wichtig sind für mich zwei Punkte, die im Landeshaushalt nicht enthalten sind. Einmal ist ein Punkt gestrichen worden, nämlich die sogenannte Kurtaxe, und dann geht es um die Tourismusabgabe, welche in Zukunft kommen wird. Der Gesetzentwurf liegt wieder auf. Hier gebe ich schon zu bedenken, dass in Zukunft nicht nur die Betriebe, sondern auch die Privaten sehr stark belastet werden. Ich warne davor, wenn man jetzt als Südtiroler Landesregierung oder als Landtag hergeht und eine neue Steuer, man kann sie auch Tourismusabgabe heißen, beschließt. Ich rede jetzt nicht unbedingt von der Kurtaxe. Dies ist eine Sache, denn sie wird auf den Preis aufge-

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rechnet und von den Gästen bezahlt, also ist sie durchaus ein Durchlaufposten wie die Mehrwertsteuer selbst, macht uns als Land vielleicht insgesamt etwas teurer, aber das sollen sich die Touristiker selbst ausmachen. Ich habe ein Problem damit - nicht unbedingt nur aus der Sicht der anderen Sparten wie Handel, Handwerk usw. -, wenn jetzt Sparten beginnen, sich gegenseitig in den Sack zu greifen und versuchen Geld herauszuholen. Man muss bedenken, dass diese Tourismusabgabe auf den Umsatz berechnet wird. Was heißt auf den Umsatz? Das bedeutet, dass ich trotz Verlusten … Ich kann eine Million Euro Umsatz machen und trotzdem einen großen Verlust haben, und dann muss ich noch die Tourismusagabe zahlen. Ich denke mir, dass es diesbezüglich einen Aufstand geben wird, wenn die Landesregierung hergeht und diese Tourismusabgabe durchsetzen will. Ich wundere mich schon seit langem – ich habe es auch einmal der Bauernvertreterin, Kollegin Hochgruber Kuenzer, gesagt -, dass der Bauernstand, der Bauernbund nicht hergeht und sagt, dass ihm der Hotelier eine Abgabe zahlen solle, weil er ihm die Felder schön instand halte und die Landschaft pflege. Wenn wir beginnen, beim anderen zu sparen und ihm in den Sack zu steigen, dann wird es schwierig sein, in Südtirol das Nebeneinander, das bis jetzt nicht schlecht funktioniert hat, weiterhin aufrecht zu erhalten. Wenn ich mir denke, dass Handelsbetriebe die Tourismusabgabe zahlen müssen, dann muss ich sagen … Wenn wir zum Beispiel Detailhandelsgeschäfte hernehmen – wir sind froh, dass es Detailhandelsgeschäfte in der Peripherie gibt -, dann müssten diese, weil sie indirekt vom Tourismus leben, die Hotels mitfinanzieren. Ich könnte es auch umgekehrt sehen, und zwar in dem Sinn, dass die Touristiker hergehen und diese Handelsbetriebe finanzieren sollen, damit diese überhaupt noch dort bleiben. Es gibt Dörfer, Weiler, in denen es zwar Hotels, aber keinen Handelsbetrieb gibt. Diese würden sich wünschen, wenn dort ein Handelsbetrieb existieren würde, damit sich die Gäste eine Zeitung oder was auch immer kaufen können. Es kann auch umgekehrt sein. Nehmen wir einen Tischerlereibetrieb in einer Tourimuszone oder in einer tourismusentwickelten Gemeinde her, der 1 Million Euro Umsatz macht, pari ausgeht und dann noch von 1 bis 10 Promille - es ist immerhin ein Prozent - 10.000 Euro Tourismusabgabe zahlen muss. Wenn dieser dann aber sieht, dass der Hotelier oder der Touristiker die Möbel im Ausland einkauft, er selbst aber eine Tourismusabgabe zahlen muss, dann steht uns hier in Südtirol ein Krieg bevor, in dem sich die eigenen Branchen ins Kreuz kommen. Was für mich noch wichtig ist, aber in der Haushaltsdebatte vielleicht ein bisschen untergegangen ist - einige Zeitungen haben darüber berichtet –, das Rating Südtirols ist wie jenes Italiens abgestuft worden, denn wenn das Rating des Staates abgestuft wird, dann kann Südtirol nicht davonkommen. Wenn Südtirol jetzt, nehmen wir an, Haftungen übernehmen müsste oder Haftungen übernimmt, dann wäre es sicherlich ein guter Gläubiger. Nachdem die Rede von Südtirol-Obligationen ist, möchte ich Sie, Herr Landeshauptmann, Folgendes fragen: Ist irgendetwas in Planung oder möchte man für Obligationen, die von Banken ausgegeben werden, welche derzeit auch in Südtirol in Schwierigkeiten geraten sind - das weiß man von einigen Banken – garantieren? Diese Frage steht irgendwo im Raum. Was noch im Raum steht, und was mich interessieren würde, sind die Plensplangelder. Pensplan hat 1,5 bis 2 Milliarden Euro zu verwalten und alle schielen auf diese Gelder. Jeder hätte gerne, dass sie auch in Südtirol angelegt werden, das verstehe ich irgendwo, aber ich als Renteneinzahler, als Angestellter würde mir natürlich wünschen, dass die Gelder dort angelegt werden, wo sie die höchste Rendite erzielen und nicht unbedingt dort, wo man die Rendite nicht in diesem Ausmaß erzielt. Ich wünsche mir eine Aufklärung dahingehend, was diesbezüglich geplant ist ist. Im Haushalt ist die Rede von 400 Millionen Euro, die das Land aufnehmen kann usw. Ich möchte wissen, was mit diesen 400 Millionen geschehen soll und ob dies irgendwo im Zusammenhang steht. Das Mailänder Abkommen wird sehr häufig zitiert. In der Vergangenheit ist es aber von Seiten Italiens sehr oft gebrochen worden. Wenn man alles zusammenzählt, dann, glaube ich, hat uns Italien nicht die 800 Millionen Euro überwiesen, die es eigentlich überweisen müsste. Auch hier die Frage, ob das Mailänder Abkommen in diesem Sinn noch gültig ist, ob die 90 Prozent des Steueraufkommens noch stimmen, die nach Südtirol zurücküberwiesen werden müssten oder ob sich auch dieser Prozentsatz nach unten revidiert hat. Wie gesagt, das wäre auch interessant zu wissen. Ich habe es mir hier notiert, aber Kollege Pardeller ist leider nicht mehr im Saal. Wenn 5 oder 10 Superreiche in der FF herumgezeigt werden, dann soll das nicht heißen, dass es der ganzen Wirtschaft so gut geht, dass man nur dort den Hebel ansetzen müsste. Der Großteil der Wirtschaft denkt momentan nicht daran zu investieren, größer zu werden, sondern daran, wie er überlebt, wie er die nächsten drei Jahre übersteht. Ich denke mir, dass das Land versuchen sollte, entsprechende Programme aufzulegen. In der Vergangenheit sind Programme gemacht worden, wenn es darum gegangen ist, qualitative und quantitative Erweiterungen zu machen. Man sollte auch versuchen, die Bauwirtschaft anzukurbeln. Es gibt Bauwillige in Südtirol, wenn diese Gelder dann aber nicht ausgegeben werden, Herr Landesrat Tommasini, dann ist das natürlich ein großes Problem. Vielleicht sollte man

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auch etwas umdenken. Wenn man das Geld für den geförderten oder sozialen Wohnbau nicht ausgeben kann, dann könnte man an einen Rotationsfond für den privaten Wohnbau denken. Dies werde ich mit einer Tagesordnung vorschlagen. Wenn Gründe für den gefärderten oder sozialen Wohnbau nicht zur Verfügung stehen, dann sollte man nach anderen Möglichkeiten suchen. Die Menschen wollen bauen, investieren, nur müssen sie irgendwo auch die Möglichkeiten dazu haben! MAIR (Die Freiheitlichen): Geschätzter Herr Landeshauptmann, geschätzte Kolleginnen und Kollegen. Eigentlich wollte ich erst morgen reden, aber bevor wir die Generaldebatte jetzt schon zwangs- oder gezwungenermaßen beenden, wollte ich mich doch melden, um uns zumindest heute noch durch den Tag zu schwindeln, damit auch morgen noch einige Kollegen das Wort ergreifen können. Wie ich es in der Vergangenheit auch schon immer gerne gemacht habe, ist für mich das Finanzgesetz bzw. die Diskussion zum Landeshaushalt auch Anlass oder Grund, eine politische Analyse zu machen, ein bisschen nachzudenken und anzuregen. Der Landeshauptmann hat ja Bericht damit geschlossen, indem er gesagt hat, dass er sich auf eine rege und interessante Diskussion freue. Ich möchte mit meiner Stellungnahme einen kleinen bescheidenen Beitrag dazu leisten. Auf einzelne Punkte werde ich dann natürlich in der Artikeldebatte eingehen. Wir haben auch eine Reihe von Tagesordnungsanträgen zu Themen eingereicht, die uns am Herzen legen und zu denen wir uns eine Diskussion wünschen. Vielleicht kann man die Landesregierung beim anderen Thema noch dazu bewegen, ein bisschen umzudenken oder vielleicht ist sie auch bereit, der Opposition zumindest in einigen Punkten entgegenzukommen. Wir machen ja konstruktive Vorschläge. Zwar wird in der Generaldebatte natürlich auch sehr vieles kritisiert, aber wenn man Bilanz zieht und sich anschaut, was die Opposition leistet, dann sind es doch immer wieder auch konstruktive Beiträge und konstruktive Vorschläge. Es ist bei weitem nicht so, dass sich nur die Landesregierung Gedanken darüber macht, wie die Zukunft aussehen soll oder was in bestimmten Bereichen geändert werden kann. Mittlerweile ist es vor allem die Opposition, die visionär denkt und Inhalte und Themen vorgibt. Eigentlich ist es in Südtirol seit geraumer Zeit, seit so, dass die Landesregierung sehr häufig auf die Opposition reagieren muss. Wir sind nicht mehr in der Situation, wie in anderen Ländern, wo die Landesregierung bestimmte Dinge vorausdenkt und Visionen anregt. Eigentlich hat diese Aufgabe die Opposition übernommen, und die Landesregierung muss dann eben in vielen Dingen reagieren. Manchmal reagiert sie mit Hilfe einiger Medien in diesem Lande, die dann auf den Plan treten und sich erlauben, über bestimmte Dinge hinaus zu denken. Da werden dann auch Diffamierungen an den Tag gelegt. Wir alle kennen das Tagblatt der Südtiroler, das nicht davor zurückschreckt, die Opposition auf eine gewisse Art und Weise zu verfolgen. Jahrelang liest man keinen einzigen Vorschlag der Opposition. Man liest keine Presseaussendungen oder Debattenbeiträge. Man liest nichts über bestimmte Oppositionspolitiker, über bestimmte Parteien. Unsere Partei, die immerhin über 43.000 Wählerstimmen bekommen hat, kommt im Tagblatt der Südtiroler nicht vor. Die Herrschaften dort unten glauben nach wie vor, dass die Menschen blöd sind und dass sich 43.000 Menschen nicht die Frage stellen, was die Freiheitlichen im Landtag leisten. Denen wird unsere Arbeit vorenthalten. Wenn es dann aber irgendetwas gibt, bei dem man die Freiheitlichen bekämpfen muss, nicht, weil man gegen die Partei ist, sondern weil man das klägliche und erbärmliche Auftreten der SVP zu rechtfertigen versucht, dann muss man den Kleinen auf den Deckel geben. Da muss man sie mit Dreck bewerfen. Das ist der heutige Zustand, und jetzt, Herr Landeshauptmann, haben eben Sie diese Rolle inne. Jetzt sind sie den Mächtigen in diesem Lande, sozusagen den Ebner-Brothers, ein Dorn im Auge und haben somit unsere Rolle derzeit eingenommen. Jetzt bewirft man sie mit Dreck! Man darf nur an die ganze SEL-Geschichte erinnern, wie man Sie mit ihrem Freund Franz Pircher dargestellt hat. Hier sind einige Dinge passiert, die eigentlich unglaublich sind. Ich bin nicht hier, um Sie zu verteidigen, aber man muss auch einmal die andere Seite sehen. Es ist schon unglaublich, was sich ein Medium in diesem Land leistet. Es macht das gute und schlechte Wetter, ja macht eigentlich Politik. Ich sehe manchmal nicht, dass die SVP oder die Landesregierung die Politik macht, sondern das Haus "Athesia" bzw. der "Weinbergweg". Dort wird diktiert, dort wird Stimmung gemacht und dort wird teilweise der Landtag umgangen. Es werden Parteigremien umgangen, denn das, was dort entschieden wird, ist Gesetz. Wir haben es in diesem Jahr so oft erlebt, dass Dinge, die der Landtag an einem bestimmten Tag hätte diskutieren müssen, in der Früh schon in der "Dolomiten" erschienen sind, mit der Lösung bzw. mit dem, was herauszukommen hat. Daher würde ich mir von Euch eigentlich wünschen, dass Ihr hier schon ein bisschen vehementer auf den Plan tretet, denn schließlich sind diese Herrschaften auch von Euch abhängig. Auch dieses Medium kassiert einen Haufen an Steuergeldern. Ich denke schon, dass es eine Trennung zwischen Medien und Politik geben sollte. Hier würde ich mir von Euch ein bisschen mehr Mut und ein bisschen mehr Konsequenz im Auftreten erwarten, denn die Politiker seid Ihr und nicht die Journalisten, und auch nicht die beiden Brüder im Weinbergweg.

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Herr Landeshauptmann, Sie schreiben in Ihrer Rede - wir haben es heute schon mehrmals gehört – "Was wäre wenn?" Sie stellen sich des Öfteren diese Frage und auch ich stelle mir diese Frage. Was wäre, wenn die SVP in manchen Dingen etwas mutiger, etwas demütiger wäre, wenn sie die die Zeichen der Zeit irgendwann einmal erkennen würde, auch ein "mea culpa" äußern würde? Ich muss schon sagen, dass ich es erschreckend finde. Für mich stehen diese drei W's auch irgendwie für weit weit weg. Es gibt ein Lied von Hubert von Goisern, das den Titel "weit weit weg" trägt. Es ist ein sehr schönes Lied, das mit diesem Bericht natürlich wenig zu tun hat, aber die drei W's bedeuten für mich "weit weit weg". Das sind im Grunde genommen nicht Sie, Herr Landeshauptmann, sondern Ihr Schreiberling. Hier merkt man, dass einer am Werke war, der sich nicht unters Volk mischt, der nicht mit den Menschen in Kontakt tritt und der sich bestimmt nicht zahlreiche Gespräche und so weiter angetan hat. Ansonsten wären bestimmte Aussagen bzw. Passagen nicht möglich. Ich unterstelle ihnen, dass auch Sie, bevor Sie den Bericht verlesen haben, ihn vorher nicht angeschaut haben, denn es ist klar, dass Sie der erste Adressat der Kritik sind und nicht Ihr Schreiberling. Sie haften ja bzw. haben Ihren Namen darunter gesetzt. Sie stehen dazu, aber in vielen Dingen glaube ich Ihnen das ganz einfach nicht. Ich kenne Sie jetzt lange genug und weiß, dass bestimmte Dinge weder von Ihnen stammen, noch dass Sie wirklich von dem überzeugt sind, was hier steht. Das hat man ja auch beim Vorlesen gemerkt. Es stimmt, dass ein Haushalt eine Mammutaufgabe ist. Ich würde es aber nicht nur negativ sehen, sondern ich finde, dass die Aufgabe, einen Haushalt zu erstellen, auch in Zeiten der Krise etwas Positives haben kann. Es kommt immer auf die politische Sicht an. Für mich drückt der Haushalt immer auch aus, wie jemand etwas politisch zum Ausdruck bringen will. In meinen Augen kann das durchwegs auch etwas Positives sein. Man hätte hier auch die Zeichen erkennen und zumindest den Versuch starten können, wirklich auf die Menschen zuzugehen, die Menschen in den Mittelpunkt zu stellen. In meinen Augen ist das nicht wirklich geglückt. Es wird von Vertrauen gesprochen, aber in meinen Augen haben die Menschen das Vertrauen in die Politik verloren, wegen der Krise, die auf europäischer Ebene stattfindet, aber auch wegen der Krise, in der sich Italien befindet. Natürlich tragen diese Dinge auch dazu, dass Menschen grundsätzlich das Vertrauen in die Politik verlieren, aber ich würde mir wünschen, dass man hier den Blick nicht so weit weg richtet, sondern zu Hause bleibt, Man sollte vor der eigenen Tür schauen, was man selber falsch gemacht hat. Es ist bei Gott kein Verbrechen, Fehler zu machen, aber ich finde es angesichts der Tatsache, was sich die Südtiroler Volkspartei in den letzten Jahren zum Teil geleistet hat, schon ein starkes Stück, dass man nicht bereit ist, hier zu bleiben und zu schauen, warum die Menschen das Vertrauen verloren haben und was man dagegen unternehmen könnte. Im Bericht wird auf die Verunsicherung, die südlichen Länder Bezug genommen. Der Blick geht nach Rom, nach Athen oder nach Madrid. Und dann wird das düstere Bild der Titanic skizziert, die untergeht, des Eisberges, der schon die Bordwand aufgeschlitzt hat. Es wird von der dritten Klasse gesprochen, die schon unter Wasser steht, aber in Südtirol sei irgendwie immer alles anders. Soviel anders ist es bei uns aber nicht. Wir sind nicht diejenigen, die die Europapolitik beeinflussen bzw. ändern können. Wir werden auch nicht die italienische Politik ändern können, aber wir können die Politik im eigenen Land ändern. Wir sollten die Energie dafür verwenden, jene Dinge zu ändern, die wir wirklich ändern können und nicht Zeit, Energie und Geld für Dinge verschwenden, die ohnehin keinen Sinn haben. Ich finde es traurig und bemerkenswert, was sich letzte Woche hier abgespielt hat. Der Regionalrat hat getagt, ein Trauerspiel, wie jedes Jahr oder wie jede Sitzung eigentlich. Unabhängig davon, ob der Haushalt behandelt wird oder sonst irgend etwas, es ist ein Debattierklub, den es wirklich nicht mehr braucht. Da haben die Kollegen der italienischen Rechtsopposition - es war der Kollege Urzì und auch der Kollege Seppi - das Los von Trient angesprochen, die Institution des Regionalrates in Frage gestellt, also Dinge kritisiert, die vor einigen Jahren undenkbar gewesen wären. Man hätte sich nie vorstellen können, dass von dieser Seite jemals solche Aussagen getätigt werden können, die ich durchaus unterstreiche. Und was passiert? Ausgerechnet die geschichtsträchtige und historische oder ehemals historische SVP hängt fest. Es ist auch die SVP, die glaubt, dass wir den Staat retten müssen. Das muss man sich wirklich auf der Zunge zergehen lassen. Sie, Herr Landeshauptmann, haben das auch öffentlich gesagt. Ich war nie eine Volksparteilerin und werde auch nie eine sein. Ich meine das nicht jetzt spöttisch, im Gegenteil. Ich beobachte sehr viel und sehr genau, aber ich muss ganz ehrlich sagen, dass, wenn man sich draußen mit älteren Abgeordneten, älteren Parteifunktionären unterhält, die nichts mehr verstehen. Was ist aus den Werten geworden, die sich diese Leute auf die Fahne geschrieben haben, die wirklich wahnsinnig viel dazu geleistet haben, nicht nur zum Wohlstand Südtirols, sondern generell autonomiepolitisch? Was ist daraus jetzt geworden? Glaubt ihr wirklich, dass diese Leute Verständnis dafür haben, dass die SVP heute hergeht, die Vollautonomie propagiert, was bedeuten würde, am Staat festzuhalten, die hergeht und auf Biegen und Brechen die Institution Regionalrat verteidigt? Also, alle Dinge, die Ihr eigentlich im Parteistatut verankert habt, habt Ihr völlig verlassen. Heute macht Ihr das Gegenteil, und das verstehe ich teilweise nicht. Es ist nicht die Partei, die schlecht ist. Eine Partei wird immer von Menschen geführt. Eine Partei

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drückt das aus, die Menschen aus ihr machen. Und was habt ihr aus eurer Partei gemacht? Ich stelle hier einfach einen großen Unmut fest, und vor allem ist die Antwort auf die Frage zu suchen, warum die Menschen politikverdrossen sind. Nehmen wir den SEL-Skandal her. Wie seid ihr damit umgegangen? Sie, Herr Parteiobmann, haben mehrmals Ihren Rücktritt angedroht. Sie sind für knallharte Transparenz und Aufdeckung usw., haben aber nicht den Mut, dem Landesrat zu sagen: "Lege Dein Amt zumindest so lange nieder, bis die Staatsanwalt die Ermittlungen abgeschlossen hat, bis sich wirklich herausgestellt hat, dass nichts Strafrechtliches vorliegt, dass alles in Ordnung ist." Was passiert mit Menschen draußen, gegen die ermittelt wird? Öffentliche Bedienstete werden sofort suspendiert. Die Politik muss nie Verantwortung übernehmen. Für alle Schlamassel, für alle Krisen sind aber die Politiker verantwortlich. Das ist so, aber es wird nie ein Politiker zur Verantwortung gezogen. Nie! Und da liegt irgendwo der Grund dafür, warum die Menschen die Schnauze voll haben. Es ist nicht so, dass wir uns alle darüber freuen, was mit der SVP los ist, dass Ihr abbaut und teilweise hoffnungslos auf hoher See herumgondelt und nicht wisst, wer jetzt der Kapitän oder der Steuermann ist. Ihr schadet mit Eurem Verhalten generell der Politik, und das kann nicht in unserem Interesse sein. Es wird wohl von das Interesse von keinem hier im Saal sein, wenn sich die Menschen sich abwenden, wenn uns die Menschen nicht mehr glauben, wenn die Menschen nicht mehr zu den Wahlen. Kurz vor den Wahlen erinnert ihr dann aber euch, dass da doch noch etwas war, und dann wird wieder alles Mögliche versprochen. Dann wird wieder gelogen und auf heile Welt gemacht. Alles scheint vergessen! Aber dieses Mal lassen wir Euch nicht so einfach davonkommen. Das, was sich seit den letzten Landtagswahlen abgespielt hat, ist nicht nur demokratiepolitischer, sondern vor allem politischer Wahnsinn. Was wollt ihr? Auch dafür stehen die drei W's! Was wollen wiraus diesem Land machen. Es ist schade, dass Ihr wirklich aufgegeben habt, Euch an diesen Diskussionen zum Thema Selbstbestimmung, Freistaat usw. zu beteiligen. Die Schützen haben landesweit Podiumsdiskussionen zu den unterschiedlichsten Themen organisiert. Ihr schickt zwar immer einen Vertreter, aber ihr müsstet Euch das, was euch da eiskalt entgegengeschmettert wird, doch zu Herzen nehmen. Ich bin teilweise erschrocken, auch wie schlecht die Stimmung der Menschen Euch gegenüber ist. Mir macht das irgendwo Angst. Ich freue mich daher nicht unbedingt darüber. Und Ihr tut so, als sei es nichts, wenn 400 Leute im Saal sitzen. "Ja, ja, das sind eben die Ewiggestrigen!" ihr habt nicht verstanden, dass das ein Querschnitt der gesamten Bevölkerung ist. Ihr glaubt, Euch davor drücken und verstecken zu können. Die Menschen sind euch mittlerweile voraus, und das ist krass. Eigentlich müsste es umgekehrt sein. Eigentlich sind Politiker dazu da, das Volk zu vertreten. Wo seid Ihr? Ihr könnt das Volk nicht mehr vertreten, weil Euch das Volk längst überholt hat, und zwar in allen Dingen. Man nimmt Euch nicht mehr ernst, und das ist schade. Und was tut Ihr? Ihr schaut irgendwie betroffen drein, so nach dem Motto "Diese Woche wird auch noch vorbeigehen". Der Haushalt wird sowieso genehmigt. Es hat zu keinem einzigen Zeitpunkt ein Einlenken, eine Einsicht, irgendein Zeichen Eurerseits gegeben, dass es so nicht weitergehen kann. Ihr schaut uns blöd an; teilweise wurde sogar ein Redeverbot erteilt. Wir haben es beim Integrationsgesetz erlebt, wo man geglaubt hat, so ein Gesetz in einer Nachtund-Nebel-Aktion vom Tisch wischen zu können. Wenn man dann diskutiert, dann wird man öffentlich beschimpft und beleidigt. Erinnert Euch zurück, was vor zwei Monaten passiert ist. Es war Euch recht zuwider, dass ihr hier sitzen und den Freiheitlichen und teilweise den Grünen zuhören müsst, wie Integration aus ihrer Sicht zu funktionieren hat. Herr Landeshauptmann, das ist das, was die Leute fuchsteufelswild macht! Und dann reden Sie in Ihrem Bericht von direkter Demokratie. Das ist ein Wahnsinn! Wir sind gewählte Volksvertreter und Ihnen allen ist es zuwider, uns zuzuhören. Wir wissen, dass Ihr den Landtag am liebsten abschaffen bzw. ein Feierabend-Parlament schaffen würdet. Alles, was die Landesregierung beschließt, soll nach 0-8-15- Manier am Abend abgesegnet werden, durch Handaufheben, aber ja nicht die Opposition zu Wort kommen lassen. Dann kann man sich vorstellen, was Ihr unter direkter Demokratie versteht, wenn es um das Volk geht. Ihr seid ja nicht einmal imstande, mit Euren eigenen einfachen Abgeordneten normal umzugehen, geschweige denn mit der Opposition, vom Volk gar nicht zu reden. Was ist das für eine Direkte Demokratie, wo es 38.000 Unterschriften braucht, um irgendetwas zu initiieren? Was hat das mit Direkter Demokratie zu tun? In der Vergangenheit hat es Abstimmungen gegeben, wo sich der Großteil gegen ein Projekt als ausgesprochen hat, Beispiel Ulten. Das Projekt mit der Umlaufbahn Schwemmalm wurde trotzdem gemacht. Die Unterschriften zum Flughafen sind Euch auch egal, wie bei der SED damals in der DDR. Was habt ihr alles aufgeführt? Landesrat Mussner, das musst Du Dir gefallen lassen. Ihr seid eine Landesregierung, die Angst vor dem eigenen Volk hat. Ihr geht nicht mehr hinaus, lasst Euch nicht mehr sehen. Ihr dürft Euch auch nicht mehr blicken lassen, weil ihr wisst, was euch blüht. Die Menschen sind nicht mehr still. Ihr wisst es, Ihr werdet auf den Festen usw. angemacht. Ihr hört den Menschen nicht mehr zu. Das ist Euer Problem. Jene, die zuhören, werden dann einfach mundtot gemacht. Da hat man dann ja eine Zeitung bei der Hand, die wird das dann schon richten. Da werden dann einfach Dinge unterstellt. Das ist das System Südtirol, und so kann es nicht gehen! Herr Landeshauptmann, ich bitte Sie, die Wahrheit zu sagen, denn von Direkter De-

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mokratie halten Sie gar nichts. Was haben Ihre Kollegen eingebracht? Damit die Kirche im Dorf bleibt bzw. damit die Partei und Sie ihre Ruhe haben, stimmen Sie zu. Den gleichen Blödsinn haben Sie mit der Frauenquote aufgeführt. Ich hätte mir wirklich gewünscht, dass einmal ein Jahr vorbeigeht, ohne dass über dieses unsinnige Thema diskutiert wird. Aber nein, auch 2011 war das Thema in aller Munde und wurde sehr groß und breit in der Öffentlichkeit diskutiert. Und dann wundert Ihr Euch, dass die Menschen die Schnauze voll haben von der Politik. Ihr glaubt ja tatsächlich, dass das die Dinge sind, mit denen sich die Menschen draußen im Alltag beschäftigen. Die Frauenquote, … Also da merkt man, was Ihr im Kopf habt. wie weit weg Ihr von den Menschen seid, um bei den drei W's zu bleiben, dass Ihr wirklich nicht verstanden habt, was die Menschen sich von Euch erwarten würden. Wir geben alle miteinander ein sehr schlechtes Beispiel ab, in sehr vielen Dingen, und das tut mir persönlich sehr leid. Ich würde mir wirklich erwarten, dass Ihr Dinge mitnehmt, dort wo ihr auftretet, beispielsweise bei den Podiumsdiskussionen. Die Kritik, die Euch entgegen geschleudert wird, ist manchmal wirklich sehr heftig, aber es sind Menschen, die die Schnauze voll haben, die sich trauen, etwas zu sagen. Es sind Menschen, die enttäuscht sind bzw. jahrelang enttäuscht wurden und sich einfach nicht mehr länger für blöd verkaufen lassen möchten. Es ist beschämend für ein Land wie Südtirol, dass die Regierungspartei, die in meinen Augen viel zu lange alleine regiert hat, hergeht, den Staat retten will und über Vollautonomie nachdenkt. Ihr seht ja bei den Veranstaltungen, welchen Anklang die Vollautonomie hat. Keinen! Wenn die SVP öffentliche Veranstaltungen zum Thema Vollautonomie organisiert, und dann kommen keine dreißig Leute. Das müsste eigentlich ein Signal für Euch sein, dass Ihr auf dem falschen Dampfer unterwegs seid immer. Auch den Kollegen der Südtiroler Freiheit ist es bewusst, dass ohne die SVP bzw. ohne deren Einlenken wenig passieren bzw. es keinen Freistaat oder Selbstbestimmung geben wird. Wir gehen den Weg aber trotzdem weiter, denn wir wissen, dass wir vor allem in Eurer eigenen Basis sehr sehr viele Unterstützer haben. Wer noch bockt, seid Ihr, die erste Reihe bzw. erste Klasse. Aber die erste Klasse wird nicht lange halten. Das versprechen wir Euch, und es ist schade, dass Ihr nicht endlich aufwacht. Euer bockiger Landessekretär glaubt wirklich, dass er die Weisheit mit Löffeln gefressen hat. Er gaubt tatsächlich, hergehen und ein 20 Jahre altes Schriftstück aufgreifen zu können, mit dem er überhaupt nichts zu tun hat, denn meines Wissens war er damals selbst noch im Kindergarten. Das wird jetzt als große Errungenschaft verkauft, als große Vision. Das ist kein Vorwurf an den Landeshauptmann, denn ich gestehe ihm zu, dass irgendwann einmal nach 40 Jahren in der Politik Fahnenstange ist. Er hat einiges geleistet - das stimmt -, aber man kann von ihm nicht unbedingt erwarten, dass er die großen Visionen für die Zukunft hat. Von allen anderen würde ich es mir aber schon erwarten. Ich würde mir erwarten, dass die Regierungspartei Visionen hat und nicht auf die Opposition spuckt bzw. der Opposition hinterherhinken muss. Das ist müßig! Schaut Euch einmal Eure Sprunghaftigkeit an. Jeden Montag gibt es die Pressekonferenz nach der Landesregierungssitzung, jeden Montag andere Themen. Schaut Euch einmal an, wie in anderen Ländern bestimmte Themen diskutiert werden. Ihr habt keine klaren Konzepte mehr. Ihr hudelt von einer Woche in die nächste, und wenn dann die Opposition mit Dingen kommt und Ihr spürt, dass diese den Menschen tatsächlich unter den Nägeln brennen, dann reagiert Ihr auf eine Art und Weise … Also, Ihr tut mir oft leid. Ihr seid so hilflos. Es kann doch nicht sein, dass eine Partei wie die Eure in vielen Dingen so dilettantisch vorgeht. Das ist unglaublich! Ihr habt alles aufgegeben, wirklich alles. Das allergrößte Stück, was Ihr Euch leistet, ist tatsächlich, dass Südtirol jetzt der Retter Italiens werden soll. Herr Landeshauptmann, warum streuben Sie sich so dagegen, eigene Wege zu beschreiten? Es ist möglich! In uns allen brennt diese Flamme der Freiheit. Wir wollen alle ein selbstbestimmtes Leben führen. Sie würden sich in Ihrem Privatleben auch nicht gefallen lassen, dass man Ihnen von heute auf morgen in bestimmten Dingen einen Riegel vorschiebt! Warum also sollen sich das die Menschen gefallen lassen? Wir alle wollen so frei und unabhängig wie möglich leben. Das war immer der Kick der Südtiroler, der Tiroler, Wir sind nun einmal so. Das haben wir Gott sei Dank noch nicht verlernt. Warum trauen Sie sich nicht, gemeinsam mit uns diesen Schritt einzuleiten? Und was interessiert uns, was die Europäische Union denkt! Das bedeutet ja nicht, dass wir Europa aufgeben. Das ist auch so eine Hiobsbotschaft, mit der Euer Landessekretär landauf, landab hausieren geht, dass wir dann nicht mehr in Europa wären. Wo wären wir denn dann? In Asien, in Afrika? Spinner! Es gibt keine Grenzen in Europa, also verkauft die Leute doch nicht für blöd! Warum seid Ihr nicht bereit, über Visionen zu diskutieren, und zwar fair und offen und diesen Weg tatsächlich anzugehen? Wovor habt ihr Angst? Dürft ihr nicht mehr, seid Ihr schon auf Gedeih und Verderb ausgeliefert, dass Ihr nicht mehr dürft? Was ist mit den Parlamentariern in Rom? Was ist mit den Dingen, die wir hier beschlossen haben, Dinge, die versprochen wurden. Kein einziges Mal hatte irgendeiner den Anstand, Sachen ernstzunehmen und in Rom auf die politische Tagesordnung zu setzen. Als wir letztes Jahr den Haushalt behandelt haben, hat der Landeshauptmann die geniale Idee gehabt, einen Tagesordnungsantrag pro Oppositionspartei zu genehmigen, damit die Arbeiten schneller vorangehen. Man hat dann einen Antrag von mir genehmigt, der vorsah, eine Studie über die Kostenwahrheit in Sachen Einwanderung zu machen, Zahlen und

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Fakten auf den Tisch zu legen, damit man bei der Behandlung des Einwanderungsgesetzes darauf reagieren kann. Zudem war ein Passus enthalten, der vorsah, dass die Landesregierung die Kompetenzen von Rom einfordern soll. Das habt Ihr genehmigt, und dann kommt der große Tag mit dem Einwanderungsgesetz und Ihr seid plötzlich dagegen, Euch die Kompetenzen zu holen. Dann interessiert man sich unten und hört, dass das überhaupt nie ein Thema war. Ihr probiert überhaupt nichts. Ihr probiert immer nur dann, wenn es ums Geld geht. DURNWALDER (SVP): (unterbricht) MAIR (Die Freiheitlichen): Das nächste Mal gehe ich mit, und wir werden die Kompetenzen erhalten, Herr Landeshauptmann. Danke für die Einladung. Das täte Südtirol insgesamt einmal gut, und ich ersuche Sie, sich dafür zu verwenden, das Wahlgesetz dahingehend zu ändern, dass nicht mehr die Südtiroler Volkspartei die alleinige Vertretung Südtirols in Rom ist. Auch ich bin nicht unbedingt eine die Hurra schreit, wenn es jemandem schlecht geht. Ich würde mir auch wünschen, dass es eine ideelle Sache ist, die von allen mitgetragen werden kann und nicht nur wirtschaftliche Gründe hat. Alle Zeichen stünden wirklich so, dass wir den Schritt machen können, aber was macht Südtirol? Es traut sich nicht, etwas zu tun. Das Volk würde sich trauen, auch die Italiener immer mehr. Das ist doch begrüßenswert. Umfragen sind eine Sache, die Realität ist etwas anderes. Die Realität ist eine andere, das wissen Sie ganz genau. Hier wäre es wirklich einmal schön, wenn die Landesregierung etwas in die Gänge kommen könnte und einen wesentlichen und konkreten Beitrag leisten könnte. Sie sollte endlich bereit sein, fair, offen und sachlich über bestimmte Dinge zu diskutieren und es zulassen, dass man über die Autonomie hinaus nachdenkt und sich zusammensetzt. Es wäre ein Friedensprojekt. Der Kollege Stocker hat es heute schon angesprochen. Der Freistaat ist realisierbar, und das wissen Sie ganz genau. Sie haben auch die Zahlen alle längst auf dem Tisch, weil das das einzige ist, was Sie interessiert. Auch die Italiener könnten sich damit abfinden, denn sie haben auch längst begriffen, dass mit dem Staat nichts mehr zu machen ist. Deshalb verstehe ich nicht, warum man sich hier so ziert und weigert, die Geschicke unseres Landes endlich selbst in die Hand zu nehmen. Wir haben ja die besten Voraussetzungen, vor allem aber haben wir auch das Potenzial dazu. Noch haben wir ein motiviertes Volk bzw. ein Volk, das diesem Weg mit Freude folgen würde. Wenn das so weitergeht, dann weiß ich aber nicht, was uns das Volk morgen sagen wird. Es sind immer mehr Leute stuff bzw. immer mehr Leute können gewisse Dinge der Politik nicht mehr nachvollziehen. Und auch in diesem Zusammenhang muss ich einen Satz zum Einwanderungsgesetz sagen. Ich habe es als beschämend empfunden, wie die SVP mit diesem Gesetz umgegangen ist. Man hat einen inkompetenten Landesrat - Landesrat Bizzo – vorgeschickt, und ich rate allen hier, sich die Wortprotokolle zu diesem Integrationsgesetz durchzulesen. Was er da von sich gegeben hat, hat auf keiner Kuhhaut Platz. Für mich müsste dieser Landesrat noch schneller zurücktreten als Landesrat Laimer, denn so jemand hat in der ersten Reihe nichts zu suchen. Und ihr stützt Aussagen, die so unqualifiziert sind, das man meinen könnte, er habe 30 Jahre lang geschlafen. Ich erwarte mir von der Landesregierung, dass sie sich mit solchen Gesetzen auseinandersetzt, dass sie Beispiele anderer Länder studiert. Wenn sie auf Fragen nicht sofort aus dem Stegreif antworten kann, dann ist das verständlich, aber sie sollte zumindest soviel Anstand haben, die Antworten nachzuliefern. Die Art, wie wir uns hier teilweise behandeln lassen müssen, die unqualifizierten Antworten, die wir erhalten haben, dies alles ist eine Sauerei, die ihresgleichen sucht. Bei dieser Gelegenheit ein paar Worte auch zum Jugendbericht, der schon schwach ist. Die Jugend spielt keine große Rolle. Auch hier wird auf die Einwanderung bzw. die Integration verwiesen. Man muss sagen, dass unsere Jugendlichen diesbezüglich ein anderes Empfinden, ein anderes Verständnis haben. Von Jugendlichen kann man nicht erwarten, dass sie in vielen Dingen schon so weit sind, wie es Erwachsene sind. Sie nehmen die Dinge anders wahr und urteilen über gewisse Dinge so, wie Sie sie im Alltag erleben. Wir haben im Alltag große Schwierigkeiten, was Jugendliche betrifft, beim Ausgehen, in Diskotheken, mit Schlägereien, und hier nehme ich unsere Jugendlichen nicht nur in Schutz. Es gibt überall schwarze Schafe, aber es kann wirklich nicht angehen, dass sich unsere Jugendlichen zusammenschließen, zu uns pilgern -. das wisst Ihr ganz genau -, weil sie Angst haben, in bestimmten Lokalen aufzutreten, da sie gemobbt und erpresst werden. Da fühlen sich die einheimischen Jugendlichen teilweise oft alleine gelassen. Es wird Schwierigkeiten geben, und nicht weil man's Euch gönnt, sondern es geht hier schon um mehr. Es geht um die Gesellschaft. Wir haben uns alle gemeinsam entschieden, dass wir wirklich für Integration eintreten möchten. Da muss man aber auch bestimmte Spielregeln aufstellen. Anders wird es nicht gehen. Man muss bestimmte Dinge einforden. Integration ist auch eine Bringschuld. Das sehe ich aber nicht. Man sieht die einfach im Alltag nicht, Lehrer kommen nun zu uns, früher haben sie uns gemieden. Das war nicht unsere Klientel in Sprechstunden. Also, Lehrer und Freiheitliche waren früher wirklich wie Teufel und Weihwasser, aber mittlerweile kommen immer mehr Lehrer zu uns in die Sprechstunden, weil sie sich gerade

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beim Thema Integration alleine gelassen fühlen. Hier haben irgendwelche gescheite Leute, die jahrelang nicht mehr in der Schule tätig waren, theoretische Dinge beschlossen - das sind die Lehrervertreter -, aber der Lehrer, der tatsächlich mit dem Kind arbeitet, wird nicht miteingebunden. Wenn Lehrer zu uns kommen und sagen, dass Integration gescheitert sei, dann sollte Euch das schon zu denken geben. Das sind ja die Techniker, nicht wir! Man sollte sich schon ab und zu aus der ersten Klasse herausbegeben und in Kontakt mit diesen Leuten treten und sich das, was sie zu sagen haben, zu Herzen nehmen. Das haben wir in vielen Fällen so. Sie wissen ganz genau, wie es abläuft, Herr Landeshauptmann. Dass haben ihre Kollegen selbst gesagt. Wenn man zu Ihnen ins Büro geht, dann geht man mit der eigenen Meinung hinein und kommt mit Ihrer Meinung heraus. Es ist einfach so. Ihr habt klare politische Weisungen von irgendwelchen Hinterleuten. Das war auch beim Integrationsgesetz der Fall, denn das ist nicht der Wunsch der Südtiroler Volkspartei, sondern da lasst Ihr Euch von der Caritas und von irgendwelchen Gutmenschen gängeln. Das ist die Wahrheit! Das ist wirklich schade. Herr Landeshauptmann, Sie haben sich hier im Landtag viele Debatten bezüglich der Einwanderung und Integration angehört. Es gibt keine frechen rassistischen Vorschläge oder Forderungen der Freiheitlichen. Wir haben uns immer mit der Thematik auseinandergesetzt. Wir haben sie studiert, uns in sie eingelesen. Hier sind wir Euch auch etwas voraus. Die Behauptungen, die wir aufstellen, können wir mit Anfragen und Antworten untermauern. Wir sagen, wie Integration besser funktionieren kann, aber Ihr hört weg und schaut weg. Man kommt drauf, dass bestimmte Dinge gar nicht einmal gelesen werden, und das ist einfach schade. Dann werden Gesetze verabschiedet, die im Grunde genommen niemandem etwas bringen und die Probleme sicher nicht lösen. Das ist nicht die Gesetzgebung, wie ich sie mir wünsche. Es wird immer Meinungsverschiedenheiten geben und es wird nie allen recht gemacht werden. Als Politiker sollte man erst gar nicht versuchen, es allen recht zu machen, denn dann scheitert man von vornherein. Ab und zu sollte man aber auch jenen Gehör schenken, die nicht zum System gehören, also dem Volk, denn das Volk hat teilweise keine Lobby mehr. Ihr hört den Menschen nicht zu, gerade was die Einwanderung anbelangt. Und hier sind Dinge hineingeschrieben worden, mit denen man wieder unsere Leute an den Pranger stellen möchte. Wo passiert Integration? In den Kindergärten, in den Schulen, und dort sollte sie auch funktionieren. Aber wen muss ich miteinbinden? Ich kann doch nicht den Kindern diese Last aufhalsen. Es müssen die Eltern miteingebunden werden. Anders wird es nicht gehen, aber das lehnte Ihr ab. Ihr habt es abgelehnt, dass Eltern Kurse angeboten werden, so wie es auch in Deutschland gemacht wird. Warum macht man ihnen dieses Angebot nicht? Warum machen wir in allen Dingen einen Kniefall? Wir haben uns nicht zu integrieren. Wir sind hier aufgewachsen, hier geboren. Wir sind hier verwurzelt. Ich glaube, dass uns viele Einwanderer mit einem anderen Respekt begegnen würden, wenn wir ihnen diese tiefe Verwurzelung und diese Heimatliebe auch zeigen würden und stolz auf das wären, was wir haben, was kulturell gewachsen ist. Wir lassen in allen Dingen die Hosen runter, übernehmen ihre Dinge. Das sind die kulturellen Bereicherungen, die dann in Meran den "Nikolaus" zusammenschlagen und in Gröden drinnen den "Krampus", Kollege Mussner. Letzte Woche gab es in in Sankt Ulrich einen Krampusumzug. Da wurde ein Krampus von Ausländern zusammengeschlagen. Sind das die Bereicherungen, die wie wir brauchen? Mit Sicherheit nicht, aber an diesen Beispielen ist Integration gescheitert. Es ist ein emotionales Thema, und die Leute stoßen sich eher an diesen Dingen, wenn ein Ausländer jemanden zusammenchlägt oder Gewalt im Spiel ist als an den vielen positiven Beispielen, die es natürlich auch gibt. Es gibt sehr viele Ausländer, die perfekt integriert sind. Das soll man auch erwähnen, aber diese wollen integriert werden. Diese sind nach Südtirol gekommen und haben verstanden, wie der Hase läuft. Sie haben hier Arbeit gefunden und ein Dach über dem Kopf. Sie haben verstanden, dass hier Deutsch und Italienisch zu sprechen ist, dass nur so Integration möglich ist. Und was macht man mit jenen, die nicht willig sind? Über diese finde ich in diesem Gesetz nichts. Ich habe nichts gefunden, was wir mit all jenen Einwanderen machen, die sich nicht integrieren wollen. Das ist ja die eigentliche Herausforderung. Was tun wir mit den Integrationsunwilligen? Wo sind die Sanktionen? Bestraft werden immer nur unsere, und unsere Jugendlichen haben das Gefühl, immer mehr bestraft zu sein. Wie kann ihnen die Politik dieses Gefühl nehmen? Was macht ihr dafür? Ihr kritisiert immer nur dann, wenn irgendetwas passiert. Heute sind alle Rechtspopulisten. Für alles, was auf dieser Welt schiefläuft, sind die Rechten schuldig, auch hier in Südtirol. Die Tageszeitung "Dolomiten" zieht auch immer dieselbe Keule heraus und hat noch nicht verstanden, dass sie damit höchstens noch sich selbst einen blauen Fleck zufügen kann. Uns mit Sicherheit nicht mehr, den Menschen auch nicht mehr! Was sagt Ihr diesen Menschen? Wenn ich an die Zukunft dieses Landes denke, wenn ich mir vor Augen halte, wir Ihr mit vielen Dingen in der letzten Zeit umgegangen seid, wie Ihr Krisen unfähig bewältigt, dass nach all diesen Dingen, die in der Öffentlichkeit aufgetaucht sind, noch drinnen steht, dass die SEL ein Opfer sei, dass Ihr nicht bereit seid, Euch zu entschuldigen, dass Ihr den Menschen Besserung gelobt … Zeigt das einmal auch im Alltag. Das geht bei Euch nicht. Ihr wollt immer mit dem Kopf durch die Wand, aber so wird es nicht weitergehen, mit Sicherheit nicht. Ich habe Angst vor einer solchen Regierung, vor einer solchen Partei, die

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nicht mehr weiß, was sie will und die wirklich unfähig ist, über die großen Herausforderungen der Zukunft offen, klar und transparent zu diskutieren. Ihr gebt nichts mehr vor, und das tut mir für Sie persönlich, Herr Landeshauptmann, leid. Ich habe schon vorher gesagt, dass ich mir von Ihnen keine großen Visionen mehr erwarte, aber Sie hätten nach wie vor das Potenzial, in Südtirol einiges zu verändern. Nicht Zeller, nicht Brugger und nicht diese Leute, die versuchen, Sie abzusägen. Da wird mir schlecht, wenn ich daran denke, dass morgen diese Leute am Ruder sein könnten. Da sind Sie mir schon noch lieber. Sie lachen, aber vor diesen Menschen wird mir schlecht. Man hat die Entscheidung zwischen Pest und Cholera. Kollege Pöder, Du hast Recht, wenn Du sagst, dass diese Menschen vor nichts zurückschrecken. Man weiß, wie sie mit Menschen umspringen und man weiß, wie die Fäden gezogen werden. Also, mir kommt das große Kotzen, und zwar nicht nur mir, sondern den Menschen generell. Wenn es die Gesundheit zulässt, dann Sind Sie noch zwei Jahre im Amt, und ich erwarte mir, dass Sie irgendwann auf den Plan treten und ein Machtwort sprechen und mit diesem Sauladen aufräumen. Das ist ein Sauladen, und das interessiert die Menschen! Diese ganzen Spielchen, diese ganzen Verquickungen, dieser ganze Blödsinn interessiert kein Schwein. Die Menschen erwarten sich auf ganz simple Dinge Antworten, und diese Antworten gibt hnen niemand. Sie haben das Zepter noch in der Hand. Üben Sie dieses Amt wieder aus, oder lassen Sie es und lassen Sie andere heran, die Visionen haben und die bereit sind, Antworten zu geben. Wer sagt, dass dieser gerade in der SVP zu suchen ist? Na, Entschuldigung, Herr Landesrat Berger, aber soweit hat's noch nicht heruntergeschneit, dass die Zukunft dieses Landes nur in den Händen der SVP liegen muss. Wie gesagt, Herr Landeshauptmann, üben Sie dieses Amt noch aus, geben Sie Antworten und schauen bitte, dass gewisse Dinge anders ablaufen! Ich weiß, dass Sie sich nicht mehr ändern werden, aber ein kleines Zeichen könnten Sie vor ihrem Abgang schon noch geben. Wir sind den Menschen verpflichtet und nicht umgekehrt. Geben Sie den Menschen das Gefühl zurück, dass sie etwas wert sind, dass sie etwas zählen. Geben Sie bitte den Menschen das Gefühl zurück, dass eine Familie etwas zählt, dass die Heimat etwas zählt, dass uns die Zukunft dieses Landes am Herzen liegt, dass Werte, die alle Parteien auf ihre Fahne geschrieben haben, vor allem die Ihrige, auch im Alltag gelebt werden. Wir reden in Sonntagsreden über so viele Dinge, aber im Alltag setzt sie keiner um. Jeder von uns kann bei sich selbst beginnen. Dann hat er schon viel erreicht und viel getan. Geben Sie diesen Menschen Antworten und das Gefühl, dass sie etwas zählen, dass sie nicht alleine gelassen sind und nicht weniger wert sind als jeder Ausländer, der in dieses Land kommt. Danke. SEPPI (Unitalia – Movimento Iniziativa Sociale): Sull'ordine dei lavori. Questo disegno di legge riguarda dei passaggi che ritengo che nulla abbiano a che fare con la finanziaria. Quindi vorrei sapere chi è l'assessore all'autonomia delle scuole. È l'assessore Tommasini? No. Manca l'assessora Kasslatter Mur. Vorrei sapere chi è l'assessore degli organi collegiali delle istituzioni scolastiche. Vorrei sapere ancora di più dove è stato l'assessore al bilancio fino adesso. Noi stiamo parlando di bilancio, assessore Bizzo! Se Lei adesso mi dicesse che è andato alla toilette, avrebbe fatto girare una nuova centralina della SEL in tutto questo tempo! Stiamo discutendo la Sua legge e Lei sta fuori dall'aula due o tre ore. È assolutamente incomprensibile questo atteggiamento. Lo so, assessore, che non conta niente, ma almeno faccia finta di contare! Tommasini lo fa, fa finta di contare, anche se non conta niente, almeno sta seduto al suo posto quando si discute la sua legge. Si parla anche di riordino del servizio sanitario. Dov'è l'assessore Theiner? Dov'è l'assessore al riordino dei servizi sociali? È sempre l'assessore Theiner, che ringrazio della sua presenza, preso atto che stiamo parlando di cose Sue. Dov'è l'assessore alle acque? Fra un po' le acque si rompono se questo elefante deve partorire un topolino. Dov'è l'assessore ai contratti pubblici? Eccolo qua, c'è sempre l'assessore Mussner, mi fa piacere! Complimenti. Dov'è l'assessore al procedimento amministrativo? L'assessore ai trasporti? Allora un attimo di cortesia, lo so che di quello che dice l'opposizione non ve ne può fregar di meno, ma almeno quando si discute la legge da lei presentata, assessore al bilancio, dovrebbe essere in aula! Mi auguro che domani le cose non procedano in questo modo. L'unico che sarebbe assente giustificato sarebbe il presidente della Giunta provinciale, perché almeno quando esce fa qualcosa. BIZZO (Assessore al bilancio e finanze, al lavoro, allo sviluppo cooperativo, all'innovazione e all'informatica – Partito Democratico/Demokratische Partei): Sull'ordine dei lavori. Ricordo al collega Donato Seppi che è entrato poco fa in aula, perché è tutto il giorno che non c'è, che mi sono assentato per mezz'ora per guardare gli emendamenti presentati dal Governo in materia di Irap, Imu e Ace. PRESIDENTE: Abbiamo ancora 14 minuti di tempo prima delle 19. Vedo che ci sono tre colleghi iscritti. È vostro diritto fare l'intervento completo, quindi se nessuno accetta di parlare per 14 minuti, chiudo i lavori.

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Prima di chiudere l’odierna seduta Vi comunico che in ordine al processo verbale della seduta precedente, messo a disposizione all’inizio dell’odierna seduta, non sono state presentate durante la seduta richieste di rettifica, per cui lo stesso, ai sensi dell’articolo 59, comma 3, del regolamento interno, si intende approvato. La seduta è tolta. Ore 18.46 Uhr

Es haben folgende Abgeordnete gesprochen: Sono intervenuti i seguenti consiglieri/le seguenti consigliere: ARTIOLI (40) BIZZO (1, 51) DELLO SBARBA (1) HEISS (11) HOCHGRUBER KUENZER (30) KLOTZ (2) KNOLL (31) LEITNER (34) MAIR (45) MINNITI (6) PARDELLER (27) PÖDER (18, 23) SEPPI (51) STOCKER S. ( 25) TINKHAUSER (42)